Gli Amanti sono belli
Estratti dall’opera: Tarot Majors – London 2020. Trad. dall’inglese, adattamento e note di Daniele Duretto
Il sentiero da Binah a Tiphereth

Già conoscete il segno (ו) Vau del sesto Arcano attraverso la parola י ה ו ה. I glifi dell’Arcano sono: l’occhio e l’orecchio, ovvero i due organi più importanti che facilitano il contatto con il mondo esterno. Quali sono le conseguenze di questo contatto?
È evidente che i concetti esterni corrisponderanno a certi concetti soggettivi. Ciò che è interno ha una capacità ricettiva nei confronti di ciò che è esterno. Il macrocosmo corrisponde, in ciascuno di noi, al microcosmo, il nostro universo in miniatura. Qui di nuovo abbiamo la legge delle analogie, la legge delle immagini riflesse.

Il pentacolo dell’Arcano VI è formato da due triangoli interlacciati, l’uno l’immagine riflessa dell’altro. I nomi dati a questo pentacolo sono: Stella di Salomone, Sigillo di Salomone, il Volto Destro del grande pentacolo di Salomone, l’Esagramma Mistico, il Segno del Macrocosmo.
Al centro della figura vi è lo “Stauros” che simboleggia il processo di fertilizzazione. La linea verticale (attività) feconda la linea orizzontale (passività). Ciò significa che il triangolo ascendente dovrebbe essere visto come l’originale, e il discendente come il riflesso del primo. Questo pentacolo, a dispetto della sua semplicità – e forse proprio per la sua semplicità – contiene quasi tutto il significato dell’Arcano VI, consentendo così tante interpretazioni che la conoscenza anche solo parziale di esse fornisce già un solido grado di iniziazione.
Ora vediamo alcune delle sue interpretazioni:
- Il triangolo ascendente può essere considerato come il triangolo di Gesù, che simboleggia il processo evolutivo della nostra redenzione. Pertanto, il triangolo discendente sarà considerato come il triangolo di Maria, l’elemento che ha partecipato al processo involutivo dell’Incarnazione. Lo “Stauros” punta alla redenzione come obiettivo, e all’incarnazione come a un mezzo [1].
- Analizzando il pentacolo come segno del Macrocosmo, cioè come uno schema generale del dispiegarsi dei fenomeni naturali, potremo chiamare il triangolo ascendente Triangolo di Fuoco, simbolo dei processi di rifinitura, evolutivi, rinnovatori, purificatori. Il triangolo discendente è il Triangolo d’Acqua, che simboleggia i processi involutivi, che moltiplicano e complicano le manifestazioni, creando una routine stagnante. Lo “Stauros” ci indica che l’esistenza di tutto ciò che è denso, inerte e complesso, è solo un riflesso di tutto ciò che è radiante, sottile e semplice, perché la materia esiste grazie allo Spirito, non viceversa.
- Disegniamo un triangolo ascendente così che la figura dell’Anziano Raggiante vi sia intrecciata. Nel triangolo discendente, delineiamo un’altra figura umana, non più raggiante, ma più densa e con la barba nera. Avremo così la rappresentazione del grande schema degli androgini totipotenti: il Macroprosopo o Dio dalla barba bianca e il suo riflesso, il Microprosopo, o dio dalla barba nera.

Nella traduzione letterale dal greco, Macroprosopo significa “grande volto” e Microprosopo “piccolo volto” o “volto breve”. Lo “Stauros” ci mostra che la figura dalla barba bianca feconda quella dalla barba nera, versandovi la beatitudine della grazia.
Qual è il ruolo teoretico di questi Androgini nello schema generale del processo dinamico? Facciamo una ricerca lungo la scala ascendente del processo.
Abbiamo già appreso che ciascun י (Iod) è una trasformazione del secondo ה (He) del precedente ciclo tetragrammatico [2]. Torniamo quindi al primo י (Iod). Questo י (Iod) non può essere la Causa Radice dei cicli dinamici, cioè non può essere il Legame Iniziale al Mondo delle Emanazioni, perché questo Legame Iniziale dev’essere in grado di generare in se stesso i collegamenti inferiori e, quindi, possiede l’attribuito dell’Androgino.
Cercheremo di simboleggiare questo Legame Bipolare Primordiale attraverso il punto sopra il primo י (Iod); quindi, il primo ciclo tetragrammatico sarà scritto ( יהוה .). Il punto iniziale corrisponde all’Androgino Superiore, l’Antico dei Giorni, il Macroprosopo, da cui emanano il Padre י (Iod) e la Madre ה (He) che completa il Padre. L’unione dei due genera il Microprosopo – ו Vau. Quest’ultima crea per se stessa, come moglie o Sposa, una seconda ה (He), in cui manifesta l’attività dell’intera Famiglia. La via dell’uomo al Macroprosopo è attraverso l’estasi, mentre la via al Microprosopo può essere trovata nel cuore di ciascuno di noi.
Astrologicamente, l’Arcano VI corrisponde al segno zodiacale del Toro, semplicemente perché segue quello dell’Ariete. I titoli dell’Arcano sui piani del Ternario Teosofico sono i seguenti:
- Sul piano delle manifestazioni dell’Archetipo, il sigillo di Salomone indica la grande Legge di Analogia – “Methodus Analogiae”.
- Nel regno dell’attività umana questo pentacolo rappresenta il concetto di ciò che chiamiamo Libero Arbitrio – “Pentagrammatica Libertas”.
- Sul piano della vita della natura, associamo le analogie con l’ambiente in cui si manifestano e che le unisce o le separa, come preferiamo [3]. Su questo piano, il titolo dell’Arcano è “Medium” (nel senso di ambiente).
Consideriamo separatamente il significato di questi tre nomi:
Il primo titolo, “Methodus Analogiae”, corrisponde alla divisione aritmetica del suo numero “6” in due numerali identici, vale a dire,
6 = 3 + 3
e significa che una manifestazione (Arcano III) richiede un’altra manifestazione analoga, un altro “3”. Questa è l’essenza dell’Arcano VI. Il primo titolo dell’Arcano è ben illustrato dalle “Parole dei Misteri Ermetici” (Verba Secretorum Hermetis) che costituiscono il primo dei cosiddetti “Versi Smeraldini” del codice ermetico degli antichi egizi. Il testo latino di questi versi è il seguente:
Verum sine mendacio, certum et verissimum: quod est inferius est sicut quod est superius, et quod est superius est sicut quod est inferius, ad perpetranda miracula rei unius.
Tabula Smaragdina, 1-2 – Versione di Norimberga, 1541
E la traduzione:
Vero e non falso (cioè assolutamente vero sul piano mentale), corretto (cioè trasmesso correttamente nella forma senza distorcere i cliché astrali), e assolutamente vero (cioè così convincente che può essere verificato tramite i sensi sul piano fisico – il sistema di San Tommaso): ciò che è in basso è simile a ciò che è in alto e ciò che è in alto è simile a ciò che è in basso, per completare i miracoli della cosa unica (o, ancora meglio, per penetrare i miracoli della cosa unica).
Questo testo non ha quasi bisogno di commenti. Inizia con la proclamazione della legge dei tre piani e termina con la formula classica della legge di analogia. Cosa non si può non trarre da esso!
Attraverso l’organizzazione del nostro corpo, possiamo giudicare l’organizzazione del sistema solare; e con il Ternario Teosofico – la divisione delle parti del nostro corpo, ecc. Ma abbiamo già parlato della divisione del corpo in tre parti.
Il secondo titolo, “Libertas”, include le decostruzioni seguenti:
6 = 4 + 2 e 6 = 2 + 4
Il sesto Arcano è il risultato della somma del secondo (Gnosis = conoscenza della natura delle vie procurate dal libero arbitrio) e del quarto (l’autorità che determina il diritto al libero arbitrio). Il risultato è un disegno completo del dilemma tra bene e male, sottile e grossolano, vero e falso, temporaneo ed eterno, attivo e passivo, ecc. che appare così spesso nella vita umana, si può dire ogni minuto.
La scelta è libera (si possono utilizzare entrambi i triangoli), ma lo Stauros ci ricorda che l’impulso che guida alla scelta del triangolo evolutivo è fornito dalla spinta dell’Attività Superna, che fertilizza la nostra inerzia.

La tesi è meravigliosamente illustrata dalla figura del sesto Arcano del Tarocco. Il soggetto che deve applicare la libertà umana è raffigurato sulla carta come un giovane (la giovinezza è un accenno al bisogno di un elemento senza tempo nella scelta).
Il triangolo evolutivo corrisponde nel disegno alla ragazza vestita modestamente, all’apparenza con un aspetto comune, che invita il giovane a prendere il giusto sentiero all’incrocio di due strade. Questa è la virtù.
L’immagine è presentata come riflessa in uno specchio; la via maestra è la via alla destra di chi guarda la carta.
Il triangolo involutivo corrisponde alla donna vestita lussuosamente, di una bellezza seducente, che attrae il giovane sul sentiero di sinistra.
Il ruolo dello Stauros è interpretato dal Genio della Giustizia in volo tra le nuvole che dirige la freccia della punizione verso la donna di sinistra che personifica il vizio.
Il nome scientifico dell’Arcano è Bifurcatio (bivio). Il nome volgare – l’Innamorato – è dovuto alla posa impacciata del giovane e alla sua confusione.
Resta da considerare la questione di un indicatore visibile di correttezza sistematica nella scelta che la persona fa di una strada quando si trova a un bivio. L’indicatore è chiamato armonia spirituale. È un riconoscimento per coloro che cercano solitamente di scegliere il giusto sentiero e di realizzare questo desiderio.
L’armonia dell’anima si manifesta attraverso l’equilibrio e l’equanimità dell’essere umano, e parallelamente nell’equo sviluppo della sua attività e ricettività.
Una persona che ben percepisce i cliché di una circostanza ma che non è dotata di un bilanciamento tra le sue capacità realizzative e la comprensione dei fatti vivrà la circostanza in modo disarmonico e infelice.
E viceversa – se siete forti in qualcosa che non potete dirigere, di cui non avete sufficiente consapevolezza, di nuovo non potete sperimentare armonia.
Possiamo considerare l’armonia come la neutralizzazione nell’Uomo astrale del binario ד ם א – ה ו ה (Adamo-Eva), o Attività-Ricettività. Questa polarità della coppia è neutralizzata dalla sintesi degli opposti. Notiamo ancora la questione del libero arbitrio nella sua essenza (nel senso della quantificazione di questa libertà nei vari piani e sotto-piani dell’essere). L’uomo appena iniziato è consapevole che, in generale, non c’è fumo senza fuoco. Quindi, se da una parte vi sono gli ardenti deterministi, e dall’altra i fanatici dell’idea di un libero arbitrio assoluto, allora, parlando in generale, su un qualche sotto-piano del nostro essere vi è un certo grado di schiavitù karmica (le leggi della natura sono il karma dell’Universo) e un certo grado di libertà per poter scegliere tra il percorso evolutivo e quello involutivo.
Immaginiamo l’intera superficie del triangolo discendente come campo esclusivo dei percorsi involutivi che ci appaiono di fronte, e la superficie del triangolo ascendente – il campo dei percorsi evolutivi.

Connettiamo i due triangoli, formando il Sigillo di Salomone, e riempiamo la figura con linee orizzontali e parallele che, simbolicamente, corrispondono ai vari sotto-piani di esistenza dell’essere umano.
Vediamo che negli strati più bassi vi sono solo percorsi involutivi. A questo livello, il nostro corpo ci incatena alle manifestazioni istintive. Come progrediamo attraverso i sotto-piani più bassi, la possibilità di scegliere i percorsi involutivi si accresce. Conseguito il livello AB, troviamo improvvisamente la possibilità di scegliere i percorsi evolutivi. Nella parte mediana del pentacolo, le possibilità tra i due tipi di percorsi si eguagliano. Questa parte corrisponde alle regioni centrali etiche del grande binario di Bene e Male. L’influsso dei Principi Superni, rappresentati dal segno dello “Stauros”, diventa decisivo.
Dal livello CD, che corrisponde già al piano mentale, le possibilità cambiano nuovamente e improvvisamente ci troviamo a dover scegliere solo tra percorsi evolutivi. Oltre la linea CD, il campo si scelta tra percorsi evolutivi diventa sempre più limitato e, infine, passando ai sotto-piani spirituali più elevati, già prossimi al vertice, le possibilità di scelta scompaiono, perché la corrente che ci conduce inevitabilmente al Principio Primordiale esclude qualunque possibilità di scelta. A coloro che si dedicano a un’intensa meditazione su questo schema si possono svelare i grandi misteri del Binario.
Prendiamo ora in considerazione il terzo titolo: “Medium”, che corrisponde alle decostruzioni:
6 = 5 + 1 e 6 = 1 + 5
La decostruzione 5 + 1 (vita + volontà) corrisponde all’influenza della vita che modula l’individuo, il quale, in futuro, esprimerà la sua volontà. Questa decostruzione ci dà lo schema del Macroprosopo nella Natura.
La decostruzione 1 + 5 (volontà + vita) enfatizza il fatto che la volontà dell’Uno è sufficiente per creare la vita in tutte le sue fasi e a tutti i livelli. È lo schema delle emanazioni, il Macroprosopo che crea la Natura. Nel seguito del testo già menzionato dei Versi Smeraldini, troviamo la migliore raffigurazione complessiva dei processi della Natura [4]:
Sicut res omnes ab una fuerunt meditatione unius, et sic sunt nate res omnes ab hac re una aptatione.
Liber Hermetis de Alchimia (XII-XIII sec.)
La traduzione letterale è:
Come tutte le cose vennero da un riflesso dell’Uno, così tutte le cose sono nate da questo unico adattamento.
Una traduzione libera potrebbe essere:
Come tutti i principi furono emanati dal principio unico per sua stessa natura, così ogni cosa nata si formò dalla sostanza unica attraverso l’adattamento (coagulazione e rarefazione) da questa.

In ciò che precede abbiamo la sintesi dei principi che emanano e governano le forme, attraverso due processi i cui nomi sono scritti lungo i muscoli delle braccia dell’”Androgino” di Heinrich Khunrath (Amphiteatrum, 1602).
È uno dei dieci pentacoli più edificanti lasciatici da questo grande ermetista. Il pentacolo in questione simboleggia la sostanza astrale con le sue risorse, e i settori dove si possono applicare queste potenzialità. Nelle braccia dell’androgino vediamo le parole “Solve” e “Coagula”. È un catechismo lasciato dalla saggezza e dalla sua arte nell’esercitare il dominio sull’astrale.

Per terminare la nostra analisi del Sigillo di Salomone, aggiungeremo che i colori utilizzati di solito nel pentacolo sono: blu per lo sfondo, dorato (fuoco) per il triangolo ascendente, argentato (acqua) per il triangolo discendente; dorato (attività) per la barra verticale dello Stauros e argentato (passività) per la barra orizzontale.
Nei pentacoli più recenti, che simboleggiano qualcosa in più e nei quali è compreso il Sigillo di Salomone, troviamo alcune divergenze nello schema dei colori, che spiegheremo a tempo debito.
Per quanto riguarda Adaptatio, cioè adattamento e preparazione, diremo poche parole in merito all’omeopatia come adattamento all’Arcano VI.
I rimedi possono agire in tre modi: meccanico, chimico e dinamico. Come esempio di azione meccanica, menzioneremo l’uso del mercurio liquido in caso di anastrofe (volvolo intestinale [5]); di “ferrum oxidatum” per incrementare il movimento peristaltico dell’intestino; di lubrificanti, come l’olio di ricino, ecc.
L’azione chimica è espletata dalla maggior parte dei medicinali allopatici, dai disinfettanti, dai prodotti che ristabiliscono una reazione chimico-organica indebolita, ecc.
L’azione dinamica è espletata dai prodotti omeopatici, come la belladonna, l’aconito, l’arsenico, la stricnina, ecc., che non sono nemmeno disprezzati dai terapisti generici. La spiegazione dell’azione dinamica fu data in modo piuttosto nebuloso al profano, ma molto chiaramente all’iniziato da Paracelso nella sua opera Filosofia Occulta.
Le deduzioni di Paracelso sono caratterizzate dall’essere “a priori”. Sono basate sugli schemi planetari e zodiacali.
In seguito, il dott. Hahnemann, chiamato “il padre dell’omeopatia” [6], studiò lo stesso soggetto. Le sue conclusioni si possono trovare nelle sue opere: Organon, Fragmenta de Viribus (1805) e Reine Arzneimittellehre [7].
Il trattamento omeopatico è basato su tre concetti:
- Soggettivamente, la malattia è percepita attraverso la sintesi dei suoi sintomi.
- Un prodotto che, in certe condizioni, causa in un organismo la sintomatologia della malattia può, in condizioni differenti, aiutare ad eliminare gli stessi sintomi in un corpo malato (legge delle similitudini).
- Le dosi che eliminano il sintomo da un organismo malato sono molto più indebolite delle dosi che causano lo stesso sintomo in un organismo sano (legge delle microdosi).
Il primo punto suscitò la forte opposizione delle autorità mediche, che accusarono gli omeopati di eliminare i sintomi invece che combattere la malattia. Dopo tutto ciò che abbiamo detto sul piano fisico e il carattere illusorio delle sue manifestazioni, crediamo non sia necessario rispondere all’occultamento dei fatti da parte di queste accuse.
La seconda legge formulata da Hahnemann, “similia similibus curantur”, ci mostra chiaramente che l’azione dinamica del rimedio sull’organismo è basata sullo stabilirsi di una corrispondenza tra l’astrale del rimedio e l’astrosoma del paziente. L’azione del rimedio è diversa a seconda dei casi. Ciò non deve sorprendere se prendiamo in considerazione che anche sul piano mentale lo stesso cibo – lo studio, per esempio – agisce differentemente, in base alle dosi utilizzate e secondo il particolare stato mentale della persona. Ricordiamoci del famoso detto, forse unilaterale ma non per questo meno effettivo:
Un po’ di scienza ci allontana da Dio, una scienza profonda ci riporta a Lui [8].
La legge delle microdosi omeopatiche richiama il principio del punto di appoggio in magia. Dobbiamo aggiungere che Hahnemann raccomanda di scegliere tra tutti i prodotti il “simillimum” (il più simile), cioè quello che più corrisponde al numero dei sintomi principali della malattia. Dobbiamo anche considerare il fatto che la rappresentazione sintomatologica generica della malattia è sempre approssimata.
Dal punto di vista occulto è degno di nota che gli omeopati danno grande importanza al processo prolungato di mescola delle soluzioni e di frantumazione delle polveri, allo scopo di preparare la “dinamizzazione” dei medicinali. Ciò prova che essi considerano lo stato energetico (elettrico, calorico, ecc.) del prodotto come un suono che dev’essere introdotto nella scala fondamentale del prodotto omeopatico, al fine di creare l’armonia.
Note sul sesto Arcano
Veniamo a conoscenza da Tomberg che, mentre il quarto Arcano è associato al voto di obbedienza e il quinto a quello di povertà, il sesto Arcano è correlato alla pratica del voto di castità ed è, “allo stesso tempo, il riepilogo dei due Arcani precedenti – essendo la castità il frutto dell’obbedienza e della povertà. [9]” È qui che questi tre voti sacri e i metodi della disciplina spirituale si scontrano direttamente con le prove e le tentazioni del potere, della ricchezza e della dissolutezza che si oppongono a questi stessi voti.
La castità è possibile solo quando “si ama con la totalità del proprio essere”, un amore che è “forte come la morte e i cui lampi sono lampi di fuoco, la fiamma dell’Eterno”.
Questa unità vivente è triplice, incorporando spirito, anima e corpo in uno. Da due individui uniti in spirito, anima e corpo deriva il Sigillo di Salomone a sei punte, numero e simbolo dell’Arcano, Gli Amanti. Qui sono il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo uniti alla Madre, alla Figlia e all’Anima Santa, come fuoco e acqua combinati nel mistero alchemico dell’acqua ignea in unione sublime degli opposti. Questa sestupla beatitudine è la formula דםא – הוה (Adamo ed Eva) in cui continua a vivere la memoria eterna del Paradiso.
Se le anime umane vengono al mondo con la traccia di questa memoria, e anche con l’impressione di sapere che l’incontro con l’altro non avrà luogo per loro in questa vita terrena, allora vivranno questa vita come in vedovanza, nella misura in cui ricordano, e come in relazione, nella misura in cui sperano … sì, caro Amico Sconosciuto, la vita è profonda e la sua profondità è come un abisso impenetrabile.
Valentin Tomberg – L’Innamorato – Gli Amanti
Il Tetragrammaton, il sacro nome di Dio – י ה ו ה – Yahweh, pronunciato come Adonai in ebraico, in italiano diventa Geova. La radice di י ה ו ה è ה ו ה , che significa essere, vita o donna, un tempo concetti intercambiabili. In latino ה ו ה è compitato EVE e il significato esoterico di י ה ו ה è quindi Eva, madre di tutti i viventi [10].
Una seconda versione del Tetragrammaton è compitata EHIH ed è derivata da Hayya, un altro nome di Eva che esprime il suo legame con le donne durante il parto.
Un fondamento centrale della Cabala filosofica è che Dio Padre ha perduto la Grande Madre, il suo aspetto femminino, chiamato anche Shekinah. Affinché regnino la pace universale e l’armonia la Santa Madre, la Shekinah, dev’essere ricongiunta al Dio Padre. Possiamo sostenere questa missione cosmica – la generazione dell’acqua ignea – in quanto risoluzione suprema dei binari elementali.
[1] È sottinteso come a un mezzo per raggiungere la redenzione.
[2] Cioè il secondo He diviene l’elemento creativo di un ciclo successivo su un piano inferiore.
[3] Presumibilmente il periodo significa che l’unione o la separazione della natura dalle leggi dell’analogia dipende dall’atteggiamento umano, dal libero arbitrio appunto.
[4] Rispetto all’edizione scelta da Mebes (Nuremberg, 1541), è stata preferita un’edizione precedente, formulata in modo più scorrevole.
[5] Si tratta di una condizione poco comune, più frequente nei neonati e nei bambini, in cui si verifica la torsione anomala di un tratto intestinale su se stesso, che può degenerare in un blocco intestinale o in una riduzione dell’apporto di sangue nel tratto in questione. Il trattamento, a seconda della gravità, può essere conservativo (antibiotici a scopo profilattico) o chirurgico.
[6] Christian Friedrich Samuel Hahnemann (1775-1843) fu un medico tedesco, conosciuto per la formulazione del sistema di medicina omeopatica. Sviluppò la teoria omeopatica spinto dagli insuccessi della medicina dell’epoca nel curare vari tipi di affezioni. Sperimentando su se stesso alcuni estratti botanici e verificando che in un organismo sano essi provocavano gli stessi sintomi delle malattie, giunse alla conclusione che il simile cura il simile. Continuò a praticare e a tenere conferenze sino alla sua morte a Parigi. Ancora oggi i suoi discendenti proseguono i suoi studi sull’omeopatia.
[7] La Vera Farmacologia.
[8] Il detto parafrasa quello attribuito a Pasteur, che però cita: “Un po’ di scienza allontana gli uomini da Dio, ma più scienza li riconduce a Lui”. Il senso di una frase scritta da Francis Bacon nel suo saggio Sull’Ateismo sembra più conforme al pensiero di Mebes: “Sicuramente un po’ di filosofia inclina la mente dell’uomo all’ateismo, ma la profondità filosofica riporta la mente dell’uomo alla religione” (fonte: fauxtations.wordpress.com/2018/11/19/pasteur-religion-and-science).
[9] Vedi L’Innamorato – Gli Amanti (Valentin Tomberg).
[10] Nella Bibbia il nome originale di Eva è “Chava”, che si trasla in ebraico come חַוָּה, la forma causativa della parola che significa “vita” o “vivente”; quindi, il senso è: colei che dà la vita. Nella lingua italiana il nome è tradotto come Eva perché la prima lettera Chet è scambiata con He, che in ebraico è simile nella forma a Chet, da cui la E di Eva. In francese e in inglese la parola Eve vede scambiate entrambe le due e con He; Mebes, che si rifà a Papus, evidentemente fa la traduzione letterale in lettere ebraiche di Eve.
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