L’Imperatore rappresenta il Quaternario, lo schema generale della creazione come processo dinamico

Estratti dall’opera: Tarot Majors – London 2020. Trad. dall’inglese, adattamento e note di Daniele Duretto

Il sentiero da tra Chokmah e Binah

L’Imperatore trasuda Maestà.

La lettera dell’alfabeto ebraico che corrisponde all’Arcano IV è ד (Dalet). Il valore numerico: 4. Il geroglifo dell’Arcano è il Petto; da cui l’idea di nutrimento e dell’essere nutriti. Il cibo fortifica le creature consentendo di agire e di conseguire l’autorità nel proprio ambito.

La carta dell’Arcano raffigura un uomo incoronato con una tripla tiara [1]. Ciò significa che il principio esiste su tutti e tre i piani e che questa autorità, per essere autentica in ogni ambito, deve estendersi sui tre piani di questo ambito.

Nella mano sinistra [2], l’uomo tiene uno scettro sormontato dal segno di Venere [3], o dal segno di Giove. La prima attribuzione significa che è indispensabile sapere come creare entità finite, complesse e individualizzate. La seconda attribuzione indica semplicemente la corrispondenza astrologica dell’Arcano – il pianeta Giove – con tutte le caratteristiche del Giove mitologico.

La posizione delle braccia e delle spalle dell’uomo dovrebbe formare un triangolo ascendente. In molti mazzi del Tarocco questo particolare è stato omesso. La gamba sinistra è incrociata con la destra così da formare una croce a bracci uguali.

Dietro la figura c’è una pietra cubica [4] su cui è rappresentata un’aquila con attorno al collo un emblema chiamato “Croce del Gran Gerofante [5]” (fig. 1). La mano destra dell’uomo è adagiata sulla faccia superiore del cubo.

Andiamo alla spiegazione dei simboli: La pietra cubica, tagliata e levigata uniformemente, è il simbolo di tutto ciò che è stato lavorato e finito, ricevendo una forma definitiva. Indica che l’autorità si manifesta attraverso le forme precedentemente elaborate. Ciascun lato del cubo è naturalmente un quadrato – uno dei simboli geometrici del nostro Arcano. L’immagine dell’aquila sulla pietra dimostra la necessità di una grande elevazione del pensiero per colui che intende dare una forma finita alle cose. Dev’essere, diciamo, un ingegnere e non solo un operaio al lavoro. Quest’idea è confermata dalla presenza, nell’Arcano della Croce del Gran Ierofante. La linea della croce simboleggia un canale che porta verso il basso l’influenza dei tre piani dell’Universo, rappresentati dalle tre traverse orizzontali. Per completare la forma, per levigare la pietra, è necessario non solo afferrare l’idea della cosa nel suo aspetto più elevato, ma anche passare attraverso le fasi mentale, astrale e fisica e i loro aspetti realizzativi.

È ancora necessario spiegare la croce formata dalle gambe dell’uomo. La croce a bracci uguali è il secondo simbolo di questo Arcano, il primo essendo la pietra cubica, uno dei nomi dell’Arcano. Nel linguaggio comune il nome dell’Arcano è “L’Imperatore” per via dello scettro e della corona. Nella sfera del ternario teosofico, i titoli dell’Arcano saranno i seguenti:

  • Forma – sul piano dell’Archetipo.
  • Auctoritas – sul piano dell’Uomo.
  • Adaptatio – sul piano della natura.

Passiamo ora all’interpretazione del quaternario, rappresentato dai quattro bracci della croce. Questo quaternario simboleggia, prima di tutto, lo schema generale di ogni processo dinamico completo nell’Universo.

Il principio attivo, maschile, espansivo י‎ (Yod) feconda il principio passivo, femminile, attrattivo ה (He). Da questa unione nasce il principio neutrale androginico ו‎ (Vau), che trasmette al piano inferiore tutto ciò che ha ricevuto da quello superiore. Non appena lo schema è realizzato, appare l’idea di famiglia, cioè l’idea di un ciclo completo di manifestazione.

Una constatazione dell’esistenza di quest’idea è, per così dire, il fatto che tracciando una linea perimetrale attorno alla vita privata di una famiglia si nota che, nella vita pubblica, il nucleo familiare, per quanto formato da più individui, agisce come un’unità composita indipendente.

Quando attestiamo la presenza del ciclo י ה ו (Yod-He-Vau) e mettiamo la quarta lettera ה (He) dopo le tre lettere, il ciclo è terminato, la famiglia è completamente formata; da cui la sua designazione con la lettera passiva ה (He) (è stato fatto, è concluso). In questa forma, il quaternario del ciclo elementare sarà simboleggiato dal Terzo Grande Nome di Dio י ה ו ה. La Cabala attribuisce a questo nome, quando pronunciato correttamente, una potenza miracolosa.

Molto probabilmente, il Gran Sacerdote lo pronunciava, nelle speciali occasioni solenni, tre volte. La prima volta lo compitava י ה ו ה; la seconda volta dividendolo in due parti e leggendo il primo nome della lettera י come Yod (maschile) e il secondo etimologicamente – Heva (femminile); ne risultava Yodheva o Yodhava. La terza volta la parola intera veniva letta etimologicamente. Con tutta probabilità, la sua pronuncia era Jove o Jave, ma in ogni caso non Jehova, come pensavano alcuni autori del XVIII sec., basandosi sulla punteggiatura condizionale del testo ebraico, che non si riferiva a questo nome, ma a un altro, sostituendolo durante la lettura a voce alta.

In questo modo lo Ierofante prima indicava lo schema completo del ciclo elementare; poi l’androginia dell’umanità, e infine l’accordo e la Legge Unitaria in generale. Affinché il profano non potesse ascoltare il sacro nome, le parole dello Ierofante erano smorzate dal suono di qualche strumento musicale a percussione.

Il ciclo י ה ו ה è distribuito nella croce del quaternario secondo la fig. 2, leggendolo allo stesso modo in entrambe le direzioni del movimento rotatorio. Le frecce indicano la direzione corretta. Il terzo Nome Divino, letto al contrario, risulta nella parola “Havaioth”, considerata un simbolo di anarchia (il regno del diavolo). Questa parola è ottenuta quando il movimento rotatorio parte da un’estremità della linea orizzontale, piuttosto che dalla cima della linea verticale.

Figura 2 – La ruota del Quaternario

Immaginiamo ora che la nostra componente unitaria, la nostra famiglia, rappresentata nella seconda He del Nome Sacro, si sforzi di influenzare attivamente qualche elemento del mondo esterno, ovvero che il nostro ciclo primario, al fine di completarsi, determini l’inizio di un nuovo ciclo. Allora il simbolo passivo He non sarebbe più adatto a rappresentare il quarto elemento; questa ה (He), in base a un processo misterioso ma naturale si esprimerà nello י (Yod) del ciclo successivo. La nostra croce, per così dire, ruota di 90°, diventa un cerchio, nella

cosiddetta rotazione quaternaria del cerchio ermetico

Non è questo il luogo per descrivere l’essenza del processo. Ci limiteremo ad attestare la transizione della seconda ה (He) nel nuovo י (Yod). Questo nuovo י (Yod) cerca o forma per se stesso una ה (He) da fertilizzare; nasce la ו (Vau), che conduce a un secondo ciclo. Il secondo ciclo, se delineato dal simbolo ה (He), è definitivo; se dal segno י (Yod), il ciclo diventa attivo e si estende all’infinito.

Se compariamo le serie di elementi ottenute nei processi ciclici successivi alla serie dei numeri naturali, possiamo verificare che in queste serie tutti i multipli di tre corrisponderanno a ו (Vau); i numeri che, secondo lo schema di tre, prendono il posto del numero uno corrisponderanno a י (Yod) e tutti quelli che occupano il posto del due corrisponderanno a ה (He).

Quindi, per esempio, il 58mo elemento della serie sarà uno י (Yod), il 62mo una ה (He) e il 75mo una ו (Vau). Se la serie terminasse con il 58mo elemento, allora chiameremmo questo elemento la seconda ה (He).

Esempi di questa serie: Il primo elemento è il padre, il secondo la madre, il terzo il figlio, il quarto l’influenza dell’intera famiglia su, almeno, un’altra famiglia, che sarà il quinto elemento; questa influenza darà origine agli interessi comuni delle due famiglie (sesto elemento); il gruppo di due famiglie collegate da questi interessi (settimo elemento) agisce efficacemente con almeno un altro gruppo di famiglie (ottavo elemento), creando solidarietà tra entrambi i gruppi (nono elemento).

Otteniamo un diagramma generale della formazione di gruppi e uno particolare sullo stato delle relazioni tra gruppi.

Facciamo un altro esempio: Un genio (1) feconda la mente di un saggio (2) che vive in un mondo di astrazioni. L’uomo saggio, generando e trasmettendo l’idea, crea la possibilità di formazione dell’elemento androgino (3), un essere umano. Questo, da una parte, riceve passivamente il cibo fornito dal saggio e, dall’altra, agisce nel mondo secondo gli insegnamenti ricevuti. Se il suo comportamento è più passivo ה (He), l’intero ciclo sarà caratterizzato come intelligenza passiva. Se è attivo e diventa lo י (Yod) del ciclo successivo (4), fertilizzando l’ambiente in grado di assimilare il nuovo impulso culturale (5), il ciclo sarà chiamato intelligenza attiva.

Terzo esempio: Il mattino (1) prepara e organizza l’attività del giorno (2); il frutto di questa attività appare la sera (3) e, attraverso misteriosi passaggi notturni, diventa il punto di partenza per i piani del mattino successivo (4).

Quarto esempio: La semina primaverile (1), incubata dalle condizioni estive (2), fornisce il raccolto autunnale (3) e il periodo invernale definisce il grado di attività della primavera successiva (4).

Applicando tutto questo allo schema del quaternario rotante dentro il cerchio, otterremo i seguenti dati: la traiettoria dello spostamento del primo quadrante י (1 – Yod); la traiettoria del secondo quadrante ה (2 – prima He); la traiettoria del terzo quadrante ו (3 – Vau) e la determinazione del centro. Con quest’ultimo, avremo la determinazione della circonferenza, senza la quale non potremmo essere sicuri che il quarto elemento ה (la seconda He), dopo aver ruotato di 90°, cada nel sito dello י (Yod) del ciclo successivo.

Ciascun ciclo di Iniziazione ha tre fasi, corrispondenti ai tre quadranti del cerchio ermetico.

Nei tre gradi simbolici della legittima Massoneria etica di Ashmole [6] e Fludd, lo י (Yod) è rappresentato dal grado di apprendista. In questo grado, il Massone si impegna quanto più possibile per giungere alla perfezione, e solo allora realizza l’oscurità dell’ignoranza etica in cui vive l’uomo comune. Questo grado, essendo attivo, richiede un impegno duro e faticoso. Il vero rituale del grado di Apprendista è ricco di allusioni simboliche agli errori, alle deviazioni della condotta e alle difficili prove dell’esistenza.

La ה (He) corrisponde nell’iniziazione massonica al secondo grado di Compagno, il cui campo di applicazione è più esteso. Il Compagno gode dei piacevoli aspetti delle relazioni con il suo “fratello in armi” che, come lui, ha superato il difficile stadio dell’Apprendista. Il rituale del grado simboleggia in generale il piacere della conoscenza, e in particolare tutta l’amicizia, l’aiuto reciproco e la protezione da parte di istruttori esperti.

La ו (Vau) corrisponde al terzo grado, quello di Maestro, già abituato alla vita nell’ambiente massonico, che richiede all’iniziato la familiarità con l’idea della morte e di tutte le sue implicazioni. La Loggia dei Maestri rappresenta una sintesi dell’intera famiglia massonica. Se la consideriamo un’unità chiusa, corrisponderà alla seconda ה (He). Se la consideriamo dal punto di vista dell’influenza sull’ambiente, corrisponderà a una nuova י (Yod).

Tornando alla numerazione degli elementi del ciclo dinamico, attiriamo l’attenzione sulla possibilità di analizzare i cicli di nove elementi in luogo dei tre come fatto finora.

Il posto di un elemento nel ciclo di nove è determinato dalla sottrazione positiva più piccola ottenuta attraverso moduli di nove. Quindi il 58mo elemento della serie sarà il quarto elemento del suo ciclo di nove, cioè lo י (Yod) della seconda famiglia di quel ciclo di nove; il 78mo elemento della serie sarà il sesto elemento del suo ciclo di nove, cioè la seconda famiglia dello stesso ciclo. Possiamo ottenere questi risultati in modo più rapido sommando le cifre del numero, secondo un noto metodo aritmetico:

58 = 5 + 8 = 13; 1 + 3 = 4

78 = 7 + 8 = 15; 1 + 5 = 6

Questo calcolo, chiamato “estrazione della radice teosofica del numero”, sarà molto utile in futuro. Per completare la nostra presentazione, aggiungeremo che se applichiamo a ciascun numero del ciclo di tre l’addizione teosofica, cioè l’addizione di tutti i numeri naturali incluso il numero stesso, otterremo i risultati seguenti:

  • Se il numero corrisponde a 0 (o a 3, il che è lo stesso) nel modulo 3, anche la somma teosofica corrisponde a 0 nel modulo 3. Il programma rimane ternario.
  • Se il numero corrisponde a 1 nel modulo 3, la sua somma teosofica corrisponde a 1. L’unità rimane unità.
  • Se il numero corrisponde a 2 nel modulo 3, la sua somma teosofica corrisponde a 3 (o a 0, il che è lo stesso). Il binario, dopo la sintesi, non rimane più binario ma si neutralizza nel ternario.

Questi teoremi possono essere facilmente dimostrati in generale. Qui ci limiteremo a tre esempi particolari, secondo la formula Sn = n(a1 + an) / 2 sulla somma dei termini in una progressione aritmetica [7]:

6 x (1 + 6) / 2 = 21 = 3

16 x (1 + 16) / 2 = 136 = 10 = 1

20 x (1 + 20) / 2 = 210 = 3

Il 6 è Ternario; il 16 è Monade; il 20 è Binario.

Avendo analizzato il Quaternario come schema generale dei processi dinamici elementari, passeremo ora al simbolismo della croce a bracci eguali, come schema di manifestazione attiva e passiva dell’uomo sul piano astrale.

La barra verticale della croce, che connette lo י (Yod) e la ו (Vau), è divisa in due parti dal punto centrale. La parte superiore – י (Yod) – predomina su quella inferiore – ו (Vau) – quindi lo י (Yod) è più attivo della ו (Vau).

La parte superiore è considerata come il campo delle azioni positive dell’essere umano – il campo del bene – e la parte inferiore come il campo delle azioni negative, la regione del male. Un Iniziato, in qualunque momento della vita, deve distinguere tra questi due campi, rimanendo sempre in una posizione neutrale. Questa è la conoscenza del bene e del male nelle azioni.

La barra orizzontale della croce è anche divisa in due parti, entrambe corrispondenti alla ricettività, alla sfera passiva dell’uomo. Il braccio destro appartiene alla seconda ה (He) che si può trasformare in י (Yod); questa è quindi più attiva, domina il braccio sinistro e corrisponde alla sfera della ricettività favorevole. Il braccio sinistro rappresenta la sfera della ricettività sfavorevole. Un Iniziato ha la possibilità di delimitare con chiarezza, in qualunque momento della vita, queste due regioni, ovvero egli possiede la conoscenza del punto neutrale

Riassumendo, sulla base di questa nuova analisi della croce, possiamo dire che al fine di controllare l’autorità, l’uomo deve non solo considerare il buono e il cattivo delle sue azioni, ma anche sapere come utilizzare tutte le influenze esterne, sia buone che cattive. Egli saprà come usare sia la rabbia che il sentimento di gratitudine come stimolo all’azione; sia la tenerezza che il disappunto come mezzo per placare gli animi.

Il fondamento dell’autorità dell’uomo sta nella sua capacità di stare al centro della croce ermetica, in sintonia con tutti i suoi elementi, ma rimanendo maestro di tutte le sue sfere.

Dopo questa analisi passiamo ora alle analogie tradizionali degli elementi del Quaternario:

Associamo l’elemento י (Yod) con ciò che la tradizione chiama Aria; la prima ה (He) è con la Terra; ו (Vau) con l’Acqua; la seconda ה (He) è con il Fuoco. Nei tempi antichi, questi quattro termini erano chiamati “Elementi del Quaternario”.

Sul piano metafisico, l’Aria significa tempo; l’Acqua spazio, la Terra il principio di inerzia, l’inerzia della materia, e il Fuoco lo stato cinetico della materia. Qui siamo nel campo della meccanica teorica.

Dal punto di vista morale, l’Aria indica il bisogno di osare (oser) che ha ogni iniziato; l’Acqua il bisogno di conoscere (savoir); la Terra, l’obbligo di rimanere in silenzio (setaire); il Fuoco, saper desiderare (vouloir) [8].

La nozione degli animali simbolici è associata nel quaternario a queste designazioni: l’Aquila è audace; l’Uomo è sapiente; il Toro è silente; il Leone è ardente nei suoi desideri.

Gli ermetisti odierni simboleggiano queste quattro manifestazioni attraverso gli emblemi a forma di croce formati da linee parallele (fig. 3), dove quelle orizzontali corrispondono nello specifico alla ricettività e quelle verticali allo slancio dell’azione.

Figura 3 – Emblemi cruciformi

Chi osa, è immerso nella consapevolezza del pericolo (il tratto pieno orizzontale) e sorge all’attività (tratto vuoto verticale). Chi è soddisfatto della sua conoscenza non studia e non denota attività (due tratti pieni). Chi tace non si mostra (tratto pieno verticale), ma tiene conto di ogni cosa (tratto vuoto orizzontale). Chi desidera è attivo e ricettivo – deve sapere quello che vuole – entrambi i tratti sono vuoti).

Tornando al piano fisico, interpreteremo gli elementi come quattro stati della materia: la Terra è solida; l’Acqua è liquida: l’Aria è gassosa; il Fuoco è radiazione.

Accostando questa spiegazione all’analisi del quaternario delle azioni e percezioni umane, vediamo distintamente la formulazione delle tesi dell’occultismo classico sui cosiddetti elementali.

L’Uomo ha un corpo costituito da tutti e quattro gli elementi; è sintetico, conosce tutti e quattro i lati della croce. Gli elementali sono subordinati all’autorità di una persona equilibrata; non sono consapevoli del bene e del male; non sono al centro della croce, ma vivono solo ai suoi lati. Le silfidi sono nell’Aria; le ondine nell’Acqua; gli gnomi nella terra; le salamandre nel Fuoco. I loro corpi sono costituiti dei materiali dell’elemento in cui lui/lei vivono; si fondono con l’elemento e di conseguenza non sono visibili all’occhio fisico, non sono uditi dall’orecchio fisico, ecc., a meno che non si manifestino per il tramite di un prestito medianico di elementi per mezzo di altri elementi; allora possono essere percepiti dai sensi fisici.

Questi elementali controllano i dettagli di quelli che chiamiamo fenomeni fisici e chimici.

Potrebbe essere utile fornire alcune brevi istruzioni sulla distribuzione dei cosiddetti elementi alchemici nei termini del Quaternario י ה ו ה.

Il termine Aria corrisponde in alchimia al solvente universale Azoth, il cui segno è un triplo caduceo coronato dalle ali di un’aquila.

Il termine Acqua corrisponde al Mercurio metallogenico [9], che può essere estratto dal mercurio e quindi il suo segno è Mercurio. Azoth è spesso chiamato il Mercurio dei Saggi o il Mercurio dei Filosofi, ma dev’essere fermamente ricordato che esso non può essere estratto dal Mercurio metallico [10].

Il termine Terra corrisponde all’elemento del Sale è il suo segno è il sale.

Il termine Fuoco è elemento del Solfo con il segno dello zolfo.

Solfo e Sale alchemico non devono essere confusi con le sostanza dallo stesso nome utilizzate in chimica. Nell’alchimia questi due nomi indicano due principi attributivi dei corpi che possono essere neutralizzati sia dal mercurio metallogenico (nel processo involutivo) o dal Mercurio dei Saggi (nel processo evolutivo).

Nell’Ermetismo Etico, che è l’analogia dell’alchimia sul piano astrale, all’elemento “Sale” corrisponde la perseveranza nel conseguimento di un miglioramento; all’elemento “Solfo” l’ardore nella preghiera o nella concentrazione; all’elemento “Mercurio” lo stato dell’essere consapevoli; e all’elemento “Azoth” una sottile sensibilità e una comprensione innata nello svolgimento del proprio lavoro.

L’Ermetismo Etico e l’alchimia sono aspetti particolari di un insieme conosciuto come la “Grande Opera”, simboleggiata dall’Arcano XIX. Si può definire quest’impresa come il processo di trasmutazione di un dato ambiente o materia nello stato più sottile che si possa conseguire senza, tuttavia, eccedere i limiti intrinseci, ritenendo cioè le stesse qualificazioni generali del piano a cui esso appartiene.

L’alchimia riguarda la grande opera di trasmutazione dei metalli comuni o anche di una qualsiasi sostanza vile nel più nobile dei metalli, l’oro. Lo scopo dell’Ermetismo Etico consiste nel trasformare l’uomo comune eticamente inferiore in un altro essere, diverso, perfezionato, che, pur conservando le caratteristiche generali di un essere umano incarnato, realizza in sé la sintesi delle qualità di un’anima evoluta [11].

È evidente che qualunque trasmutazione di questo tipo è basata sul principio di una Sostanza prima in cui si porta a termine la trasmutazione stessa. In altre parole, se ogni sostanza vile può essere trasformata in oro, è perché tutti i corpi materiali sono modi diversi di coagulazione della singola sostanza base. Nella trasformazione da uomo inferiore a superiore, la composizione di base rimane la stessa, la differenza è solo nel raggruppamento dei suoi elementi astrali, che per ognuno è diverso e varia all’infinito. Ciò che in un uomo inferiore è disordine, in un essere evoluto è perfettamente ordinato.

Vi è ancora l’importante questione della distribuzione dei punti cardinali tra gli elementi di י ה ו ה. L’est corrisponde a י (Yod); il sud alla seconda ה (He); l’ovest a ו (Vau) e il nord alla prima ה (He).

Figura 4 – Quaternario di Ezechiele
  • Est; Aria; Tempo; Osare; Aquila
  • Sud; Fuoco; stato cinetico della materia; Volontà; Leone
  • Ovest; Acqua; Spazio; Sapere; Uomo
  • Nord; Terra; Inerzia; Silenzio; Toro

Questo schema è basato sul moto apparente del sole nelle 24 ore, che avviene nel senso che noi definiamo “contrario”. Se posizioniamo gli animali sacri come abbiamo fatto finora, cioè:

  • Aquila – Est – Aria
  • Toro – Nord – Terra
  • Uomo – Ovest – Acqua
  • Leone – Sud – Fuoco

avremo, come se fossimo di fronte a uno specchio, il riflesso dello schema dato nel primo e decimo capitolo del libro del profeta Ezechiele. L’applicazione del quaternario di Ezechiele (fig. 4) gioca un ruolo importante nelle operazioni di invocazione (con un movimento rotatorio che chiamiamo “diretto” cioè in senso antiorario) e di evocazione (movimento orario) [12].

Figura 5 – Quaternario di Giovanni apostolo

Un altro schema dato da Giovanni Apostolo (fig. 5) nel quarto capitolo dell’Apocalisse presenta il riflesso di un’immagine simile che, tuttavia, differisce dalla prima per l’inversione di due elementi. In essa il Toro – Terra corrisponde all’Ovest; e l’Uomo – Acqua al Nord.

Questo secondo schema rende possibile l’introduzione di certi termini estranei relativi a qualificazioni ed attribuzioni: “Umido”, “Secco”, “Caldo” e “Freddo”. Quindi l’Aria è umida e calda; l’Acqua, umida e fredda; la Terra, fredda e secca; il Fuoco, secco e caldo. Queste qualificazioni sono ampiamente utilizzate in astrologia e in alchimia.


[1] In realtà l’Imperatore non indossa una tiara – che troviamo assegnata nella carta successiva al Papa – bensì un copricapo che nella maggior parte dei mazzi è una corona di foggia variabile.

[2] Sull’inversione dei simboli nelle figure del Tarocco si veda questa nota.

[3] Vedi la nota precedente.

[4] La pietra cubica è un attributo tradizionale del quarto Arcano, ma si trova solo in alcuni mazzi. In generale troviamo l’Imperatore seduto o appoggiato al trono.

[5] Questo simbolo si trova solo in alcuni dei mazzi che si ispirano al Tarocco di Papus, dove l’Imperatore ha le fattezze di un faraone. E in effetti il simbolo riportato sulla pietra cubica sembra più una via di mezzo tra un ankh egizio e una croce papale, a rappresentare la vita universale che attraversa i tre mondi.

[6] Elias Ashmole (1617-1692), fu uno studioso di storia delle antichità, politico, ufficiale dell’esercito, astrologo e alchimista inglese. Fu anche massone, se pure la portata del suo impegno non fu mai chiarita.

[7] Ho sostituito la notazione lineare originale, errata per un refuso di stampa.

[8] I termini tra parentesi sono in francese nel testo.

[9] Metallogenica è un termine coniato nel 1913 in Francia per indicare la genesi e la distribuzione globale dei depositi metalliferi. Probabilmente GOM usa metallogenico come sinonimo di metallico.

[10] Nella letteratura alchemica Azoth è un termine alternativo per il Mercurio, inteso non nella sua veste fisica o metallica, ma come Solvente Universale che rivela la Materia Prima della Grande Opera alchemica, l’essenza spirituale che giace sepolta nella materia. In quanto agente di trasformazione viene simboleggiato dalla fluidità del mercurio metallico, ma non è il metallo stesso.

[11] Il paragone così espresso tra alchimia ed ermetismo lascia adito a qualche dubbio, essendovi tra i due indirizzi una finalità unica. Si veda al proposito il post sull’Opera alchemica.

[12] Per invocazione si intende una richiesta d’aiuto indirizzata a un’entità superiore, non necessariamente con un tono di preghiera; l’evocazione (da ex-vocare, chiamare fuori) è al contrario è una sorta di ordine a comparire rivolto a un’entità di qualche tipo.

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