L'alleanza tra l'essere umano e il suo Creatore
Estratti dall’opera: The Pictorial Key to the Tarot, London 1922 – Trad. dall’inglese, adattamento e note di Daniele Duretto

Il sole brilla allo zenith, e al di sotto vi è una grande figura alata con le braccia aperte, a dispensare i suoi influssi. In primo piano vi sono due figure umane, maschio e femmina, nudi uno di fronte all’altra, come Adamo ed Eva quando presero possesso del paradiso nel loro corpo terreno. Dietro all’uomo vi è l’Albero della Vita, carico di dodici frutti, e l’Albero della Conoscenza del Bene e del Male è dietro la donna; il serpente lo attornia.
Le figure suggeriscono la giovinezza, la verginità, l’innocenza e l’amore prima che siano contaminati dai desideri materiali grossolani. Nella sua semplicità è la carta dell’amore umano, qui mostrato come parte della via, della verità e della vita. Sostituisce, attraverso il ricorso al primo principio, la vecchia carta del matrimonio, che ho descritto in precedenza [1], a cui fa seguito l’arco matrimoniale che mostra l’uomo tra il vizio e la virtù. In senso elevato, la carta è il mistero dell’Alleanza e del Sabbath [2].
L’indizio riguardo alla donna è che ella rappresenta l’attrazione verso la vita sensibile che porta in sé l’idea della Caduta dell’Uomo, ma è più l’operatrice di una Legge Occulta della Provvidenza piuttosto che una tentatrice disponibile e consapevole. È attraverso i passi falsi che le sono attribuiti che l’uomo infine si risolleverà, e solo per il suo tramite egli potrà completarsi. La carta è quindi a suo modo un accenno ulteriore al grande mistero dell’essere femminile. I vecchi significati sono ridotti necessariamente in frantumi assieme alle vecchie immagini e alle loro interpretazioni; alcune erano simili a luoghi comuni, ed altre erano falsate nel loro simbolismo.
[1] L’Autore nota, nell’introduzione agli Arcani Maggiori, che: “nella forma del XVIII secolo, attraverso cui divenne conosciuta nel mondo della ricerca archeologica (sic), è propriamente la carta della vita matrimoniale, che mostra il padre e la madre, con i figli in mezzo ad essi; il Cupido pagano che sta in alto, nell’atto di scoccare la freccia, è certamente un emblema applicato erroneamente.” (op. cit. p. 10).
[2] Nelle religione abraminiche il Sabbath (ebr. שַׁבָּת) è il giorno del riposo comandato da Dio per commemorare il termine dalla creazione (Genesi 2:3). Nell’ebraismo è anche il giorno in cui si celebra l’alleanza tra Dio e il suo popolo; nel cattolicesimo il Sabbath (sabato) cade di domenica (il giorno del Signore).
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