Per trentadue vie misteriose, il Signore, l’Eterno degli Eserciti, il Dio supremo d’Israele, incise e fissò il Suo Nome e creò il Suo Mondo
Sepher Yetzirah

Il termine Sephira (pl. Sephirot) viene generalmente tradotto come “emanazione numerica”. Vi sono dieci Sephiroth, che sono le forme più astratte dei dieci numeri della scala decimale, cioè i numeri 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10. Così, come nella matematica superiore ragioniamo sui numeri in senso astratto, nella Cabala ragioniamo sulla Divinità attraverso le forme astratte dei numeri; in altre parole, attraverso le Sephirot.
Con le Sephirot troviamo lo sviluppo dei corpi e degli attributi di Dio. Di questi alcuni sono maschili ed altri femminili. Ora, prima che la Divinità conformasse se stessa in questo modo – cioè come maschio e femmina – i mondi dell’universo non potevano sussistere o, come nelle parole di Genesi, “La terra era informe e vuota.” [1]. Le parole che precedono sono considerate essere il simbolo dei “re che regnavano in Edom prima che un re regnasse su Israele,” di cui si parla nella Cabala come dei “re Edomiti” [2].
Kether
Veniamo ora a considerare la prima Sephira, o il Numero Uno, la Monade dei Pitagorici. In questo numero sono nascosti gli altri nove. Esso è indivisibile, ed anche non è moltiplicabile: se si divide 1 per se stesso ancora rimane 1; moltiplicando 1 per se stesso ancora esso non muta. Questa è una appropriata rappresentazione del grande e immodificabile Padre di tutto. Ora tale unità numerica ha una natura duplice, e quindi forma, per così dire, il legame tra il positivo e il negativo. Nella sua unicità immodificabile è a malapena un numero; ma nella sua proprietà additiva si può considerare il primo numero delle serie numeriche. Ora lo zero, 0, non è mai passibile di addizione, siccome è esistenza negativa. Come allora, se 1 non può essere né moltiplicato né diviso, si può ottenere un altro 1 da aggiungere ad esso; in altre parole, come si trova il numero 2? Per autoriflessione. Perché sebbene 0 sia indefinibile, 1 è definibile. E l’effetto di una definizione è quello di formare un eidolon, duplicato o immagine della cosa definita. Così, quindi, otteniamo una diade composta da 1 e dal suo riflesso. Ora abbiamo anche l’inizio di una vibrazione stabilizzata, perché il numero 1 vibra alternativamente dall’immodificabilità alla definizione e di nuovo all’immodificabilità. Così esso è il padre di tutti i numeri, nonché un’adeguata rappresentazione del Padre di tutte le cose.
Il nome della prima Sephira è Kether, la Corona. Il Nome Divino attribuitogli è il Nome del Padre come dato in Es. 3:14: AHIH, Eheieh, Io sono. Esso significa Esistenza [3]. Tra gli epiteti applicatigli, in quanto contenente in se stesso l’idea di esistenza negativa da cui deriva, abbiamo:
- Temira d’chol temirin, l’Occulto degli Occulti.
- Authiqa De-Authiqin, l’Antico degli Antichi.
- Authiqa Qadisha, l’Antico dei Santi.
- Authiqa, l’Antico.
- Authiq Iomin, l’Antico dei Giorni.
Esso è anche chiamato:
- Risha Havurah, la Testa Canuta.
- Rom Meolah, l’Altezza Imperscrutabile.
Oltre a tutti questi vi è un altro importante nome applicato a questa Sephira in quanto rappresentante il Padre di tutte le cose. Esso è Arikh Anpin, il Grande Volto, o Macroprosopo. Di Lui è detto essere parzialmente occulto (nel senso del suo legame con l’esistenza negativa) e parzialmente manifesto (come Sephira positiva). Per cui il simbolismo del Grande Volto è quello di un profilo dove è visibile solo un lato del volto; o, come è detto nella Cabala, “in Lui tutto è lato destro.” [4]
Sotto questa Sephira va classificato l’ordine angelico dei Chioth Ha-Qadesh, le Sante Creature Viventi, i cherubini o le sfingi della visione di Ezechiele e dell’Apocalisse di Giovanni. Questi sono rappresentati nello Zodiaco dai quattro segni fissi, Toro, Leone, Scorpione e Acquario (Uomo): lo Scorpione, nel suo aspetto benevolo, simboleggiato come aquila, nel suo aspetto malefico come scorpione, e nella sua natura composita come serpente.
Chokmah
Il numero 2, o la Diade. Il nome della seconda Sephira è Chokmah, Saggezza, una potenza attiva maschile riflessa da Kether. Questa Sephira è il Padre attivo e manifesto, a cui la Madre, che è il numero 3, è unita. La seconda Sephira è rappresentata dai Nomi Divini Yah e Jehovah; e tra le corti angeliche dagli Auphanim, le Ruote (Ezec. 1) [5]. È anche chiamata Ab, il Padre.
Binah
La terza Sephira, o Triade, è una potenza passiva femminile, chiamata Binah, la Comprensione, che è sullo stesso piano di Chokmah, perché Chokmah, il numero 2, è come due linee parallele che non possono mai racchiudere uno spazio, quindi esso è senza potere finché il numero 3 non forma un triangolo. Così questa Sephira completa e manifesta la Trinità superna. È anche chiamata Ama, Madre, e Aima, la grande Madre fertile, eternamente congiunta con Ab, il Padre, per il mantenimento dell’ordine universale. Quindi ella è la forma più evidente in cui possiamo conoscere il Padre, e quindi è meritevole di tutti gli onori. È la Madre superna, pari a Chokmah, e la grande forma femminile di Dio, Elohim, nella cui immagine sono creati l’uomo e la donna, secondo gli insegnamenti della Cabala, pari davanti a Dio. Aima è la donna descritta in Apocalisse 12 [6]. La terza Sephira è anche chiamata a volte il grande mare. Le sono attribuiti i Nomi Divini Elohim, e Jehovah Elohim; e l’ordine angelico degli Aralim, i Troni. È detta Madre superna per distinguerla da Malkuth, la Madre inferiore, Sposa e Regina.
Chesed
Il numero 4. L’unione della seconda e terza Sephira ha prodotto Chesed, Grazia o Amore, anche detto Gedulah, Grandezza o Magnificenza; una potenza maschile rappresentata dal Nome Divino El, il Possente, e dal nome angelico Chashmalim, Fiamme Scintillanti (Ezec. 1:4) [7].
Geburah
Il numero 5. Da esso emana la potenza passiva femminile Geburah, forza; o Din, giustizia; è rappresentato dai Nomi Divini Elohim GBVR e Eloh, e dal nome angelico Seraphim (Isaia. 6:6) [8]. Questa Sephira è anche chiamata Pachad, Paura.
Tiphereth
Il numero 6. E dagli ultimi due scaturisce la risultante Sephira, Tiphereth, Bellezza o Gentilezza, rappresentata dal Nome Divino Eloah Va-Daath, e dai nomi angelici Shinanim, Le Migliaia (Salmi. 68: 17) [9] o Melakim, re. Così dall’unione della giustizia e della grazia otteniamo bellezza o clemenza, e la seconda trinità delle Sephirot è completa. Questa Sephira, o “Sentiero” o “Numerazione” – le emanazioni sono nominate a volta con questi appellativi – assieme alla quarta, quinta, settima, ottava e nona Sephirot, sono dette Zauir Anpin, il Volto Minore o Microprosopo, in contrapposizione al Macroprosopo, o Grande Volto, che è uno dei nomi di Kether, la prima Sephira. Le sei Sephirot che compongono Zauir Anpin sono così dette le Sue sei membra. È anche chiamata Melekh, il Re.
Netzach
Il numero 7. La settima Sephira è Netzach, o Fermezza e Vittoria, corrispondente al Nome Divino Jehovah Tzabaoth, il Signore degli Eserciti, e ai nomi angelici Elohim, dei, e Tharshisim, i Brillanti (Dan. 10:6) [10].
Hod
Il numero 8. Segue quindi la potenza femminile passiva Hod, Splendore, che risponde al Nome Divino Elohim Tzabaoth, Gli Dei degli Eserciti, e tra gli angeli ai Beni Elohim, i figli di Dio (Gen. 6:4) [11]
Yesod
Il numero 9. Questi ultimi due producono ISVD, Yesod, la Fondazione o Base, rappresentato da AL ChI, El Chai, il Grande Vivente, e ShDI, Shaddai; e tra gli angeli dagli AShIM, Aishim, le Fiamme (Salmi 104:4) [12], producendo la terza Trinità delle Sephirot.
Malkhut
Il numero 10. Dalla nona Sephira deriva la decima e l’ultima, completando così la decade dei numeri. Essa è chiamata Malkuth, il Regno, ed anche la Regina, la Matrona, la Madre inferiore, la Sposa del Microprosopo; e Shekinah, la presenza immanente di Dio nel mondo. È rappresentata dal nome divino Adonai, e tra gli ordini angelici dai Cherubim. Cherubini.
Ora, ciascuno di queste Sephirot è in un certo grado androgino, perché sarà femminile o ricettiva in relazione alla Sephirah immediatamente precedente nella scala sephirotica, e maschile o trasmittente nei confronti della Sephira che la segue. Ma non c’è una Sephira anteriore a Kether, né vi è una Sephira che succede a Malkuth. Da tali considerazioni si comprende come Chokmah è un nome femminile, sebbene contrassegni una Sephira maschile.
In ciascuna delle tre trinità o triadi delle Sephirot vi è una diade di opposte polarità, ed un’intelligenza unitaria che ne è la risultante. In tale contesto, le potenze maschili e femminili sono viste come le due scale della bilancia (Metheqela), e la Sephira unitaria come l’asta che le unisce. Così, quindi, il termine bilancia si può ben dire che simboleggi il Trino, la Trinità nell’Unità e l’Unità rappresentata dal punto centrale dell’asta. Ma, di nuovo, nelle Sephirot vi è una tripla Trinità, la superiore, l’inferiore e la mediana. Ora, queste tre sono così rappresentate: la superna, la più elevata, dalla Corona, Kether; la mediana dal Re e l’inferiore dalla Regina; che sono le grandi trinità. E i loro corrispettivi terreni sono il primum mobile, il Sole e la Luna. Qui troviamo subito un simbolismo alchemico.
A livello mondano le Sephirot sono rappresentate da:
- Rashith Ha-Galgalim, l’inizio dei moti vorticosi, il primum mobile.
- Masloth, la sfera dello Zodiaco.
- Shabbathai, riposo, Saturno.
- Tzedeq, giustizia, Giove.
- Madim, forza impetuosa, Marte.
- Shemesh, la luce solare, il Sole.
- Nogah, splendore scintillante, Venere.
- Kokab, la luce stellare, Mercurio.
- Levanah, la fiamma lunare, la Luna.
- Cholom Yesodoth, colui che interrompe il fondamento, gli Elementi.
Le Sephirot sono ulteriormente suddivise in tre pilastri – a destra il Pilastro della Grazia, comprendente la seconda, quarta e settima emanazione; a sinistra il Pilastro del Giudizio, comprendente la terza, quinta e ottava emanazione; e nel mezzo il Pilastro della Mitezza, comprendente la prima, sesta, nona e decima emanazione.
Nella loro totalità ed unità le dieci Sephirot rappresentano l’uomo archetipico, Adam Qadmon, il Protogono [13]. Osservando le Sephirot che costituiscono la prima triade, è evidente che esse rappresentano l’intelletto; quindi la triade è detta mondo intellettuale, Olahm Mevshekal. La seconda triade corrisponde al mondo etico, Olahm Morgash. La terza rappresenta potere e stabilità, ed è quindi chiamata mondo materiale, Olahm Ha-Mevetbau. Questi tre aspetti sono chiamati i volti, Anpin. Così è formato l’albero della vita,Otz Chaiim; la prima triade è messa sopra, la seconda e la terza sotto, in modo che le tre Sephirot maschili sono sulla destra, le tre femminili alla sinistra, mentre le quattro Sephirot unitarie occupano il centro. Questo à “l’albero della vita” cabalistico, da cui dipendono tutte le cose. Esiste una considerevole analogia tra quest’ultimo e Yggdrasill, il frassino sacro della mitologia Scandinava [14].
Si è già rilevato che vi è una trinità che comprende tutte le Sephiroth, e che è formata dalla Corona, dal Re e dalla Regina (in un certo senso questa è la trinità Cristiana di Padre, Figlio e Spirito Santo, che nella loro natura divina più elevata sono simboleggiati dalle prime tre Sephirot, Kether, Chokmah e Binah). È la Trinità che creò il mondo o, in linguaggio cabalistico, l’universo nacque dall’unione del re incoronato con la regina. Ma secondo la Cabala, prima che si mostrasse la forma completa dell’uomo celeste (le dieci Sephirot), furono creati dei mondi primordiali, ma questi non sussistettero, perché l’equilibrio degli opposti non era ancora perfetto, sconvolti di conseguenza dalla forza sbilanciata e distrutti. Questi mondi primordiali sono chiamati “i re del tempo antico”, e i “re di Edom che regnarono prima dei monarchi di Israele.” In questo senso Edom è il mondo della forza sbilanciata, e Israele è le Sephirot equilibrate (Gen. 36:31) [15]. Questa importante considerazione, che prima della presente creazione furono creati e distrutti dei mondi, è reiterata più volte nello Zohar.

[1] Si può notare un interessante parallelismo nel Tao Te Ching (Tao Te Ching, a cura di J. J. L. Duyvendak, Milano 1973, cap. IV): “La Via è vuota… generata da non so chi, essa è l’immagine di ciò che fu prima degli Im-peratori”. Il ruolo simbolico dell’imperatore cinese è quello di “ordinare” la vita dei sudditi secondo le prescri-zioni celesti. Ma prima che s’imponesse la necessità di una mediazione tra Cielo e Terra persisteva uno stato potenziale, insondabile e indefinibile, che va sotto il nome di Tao (cfr. il paragrafo sui tre veli dell’esistenza negativa).
[2] Gli Edomiti erano un popolo nomade di origine semitica stabilitosi nei pressi della penisola del Sinai intorno al 1300 a.C. Nella Bibbia e nella letteratura Cabalistica i re di Edom, in quanto antecedenti al regno israelita, sono interpretati come apportatori di caos perché non illuminati dalla visione del dio d’Israele. La divinità nazionale di Edom era Qos, rivale di Geova.
[3] ”E Dio disse a Mosè: IO SONO COLUI CHE SONO; poi disse: così dirai ai figli d’Israele: colui che si chiama IO SONO mi ha mandato a voi.” Il versetto 14 è la risposta alla domanda posta da Mosè a Dio sul modo in cui doveva presentarlo agli Ebrei.
[4] Il simbolismo iconografico del “Grande Volto” segue strettamente i parametri figurativi espressi nella cultura egizia dalla cosiddetta “legge di frontalità”: il volto del faraone è rappresentato di profilo perché in lui esiste un lato sia umano sia divino (non visibile).
[5] Si tratta del capitolo sulla prima visione dei Cherubini da parte di Ezechiele, uno tra i più variamente interpretati (1:15–21): “Io guardavo quegli esseri (i quattro esseri con fattezze umane e animali apparsi alla visione di Ezechiele) ed ecco sul terreno una ruota al loro fianco, di tutti e quattro. Le ruote avevano l’aspetto e la struttura come di topazio e tutte e quattro la medesima forma, il loro aspetto e la loro struttura erano come di ruota in mezzo a un’altra ruota. Potevano muoversi in quattro direzioni, senza aver bisogno di voltare nel muoversi. La loro circonferenza era assai grande e i cerchi di tutte e quattro erano pieni di occhi tutt’intorno. Quando quegli esseri si muovevano anche le ruote si muovevano accanto a loro e, quando gli esseri si alzavano da terra, anche le ruote si alzavano. Dovunque lo spirito le avesse spinte, le ruote andavano e ugualmente si alzavano, perché lo spirito dell’essere vivente era nelle ruote. Quando essi si muovevano, esse si muovevano; quando essi si fermavano, esse si fermavano e, quando essi si alzavano da terra, anche le ruote ugualmente si alzavano, perché lo spirito dell’essere vivente era nelle ruote.”
[6] Anche questo capitolo è suscettibile di numerose interpretazioni, dove la donna è vista come Maria o come la Madre Chiesa e anche come Israele, la sposa di Dio (1-5): “Nel cielo poi apparve un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono.”
[7] “E vedevo, ed ecco, c’era un fuoco tempestoso che veniva dal nord, una gran massa di nuvole e fuoco guiz-zante, e aveva fulgore tutt’intorno, e di mezzo a quel fuoco c’era qualcosa di simile all’aspetto dell’elettro.” E 1:13: “E in quanto alla somiglianza delle creature viventi, il loro aspetto era come carboni di fuoco ardenti. Qualcosa come l’aspetto delle torce si muoveva da una parte all’altra fra le creature viventi, e il fuoco era lumi-noso, e dal fuoco usciva il lampo.” In Ebraico moderno chashmal significa elettricità.
[8] “E uno dei Serafini volò verso di me, con un carbone acceso in mano preso dall’Altare con le molle.”
[9] “La cavalleria di Dio cammina a doppie decine di migliaia; a doppie migliaia; il Signore è fra loro; Sinai è nel santuario.”
[10] Un Angelo appare a Daniele per annunciare gli eventi degli ultimi tempi: “Il suo corpo somigliava a topazio, la sua faccia aveva l’aspetto della folgore, i suoi occhi erano come fiamme di fuoco, le sue gambe e le braccia somigliavano a bronzo lucente e il suono delle sue parole pareva il clamore di una moltitudine.”
[11] Figli di Dio e figlie degli uomini: “C’erano sulla terra i giganti a quei tempi – e anche dopo – quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi.”
[12] La gloria di Dio manifestata nella creazione e nella conservazione di tutte le cose: “Egli fa i venti suoi Angeli, e il fuoco divampante suoi ministri.”
[13] Dal gr. “protos”, primo, e “gonos”, seme.
[14] Nella mitologia norrena Yggdrasill è l’albero del mondo, rappresentante lo spirito divino che pervade il mondo con le sue ramificazioni.
[15] “Questi sono i re che regnarono nel paese di Edom, prima che regnasse un re degli Israeliti.”
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