L'astrologia oraria come strumento per valutare i potenziali di realizzazione di un'idea

Pubblicato su: Osservatore Astrologico n. 6 marzo 1987

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Nell’astrologia oraria la scelta del momento significativo per la stesura del tema astrologico è stimolata dal presentarsi alla coscienza di un’idea che matura in un’intenzione selettiva nei confronti di un divenire ancora incerto e privo di direzioni.

Consideriamo l’essere umano come punto focale in grado di modulare la percezione – che gli giunge attraverso le porte dei sensi – di un mondo esterno a sé. La coscienza ordinaria è in grado di fornire degli orientamenti concreti – sulla base di quanto percepito – per muoversi nello spazio del quotidiano e per definire aspettative basate su proiezioni di circostanze attuali. Tuttavia vi sono casi in cui la coscienza ordinaria, limitata da una sorta di orizzonte degli eventi psicologico, non è in grado di dare anticipazioni sui risultati di una linea d’azione. È in tali circostanze che il modello astrologico, paradigma di un ordinamento cosmico su base ciclica, riesce a sincronizzare agli occhi dell’osservatore una realtà che spesso egli non riesce a interpretare nei suoi potenziali di sviluppo futuro.

Nell’astrologia genetliaca il momento della nascita diviene una sorgente di lettura mitica, ovvero una proiezione dell’intimo umano che si riflette nell’ordine del cosmo; il tema natale decifra i potenziali di sviluppo che l’individuo, in quanto portatore di una visione limitata nello spazio e nel tempo dalla sua natura contingente, è in grado di fare propri per adeguarsi al modello cosmico di riferimento. Notate che tale modello è unico, vale per tutti, ma ciò che cambia sono i tempi e le prospettive di osservazione offerte dai singoli individui, simboli di una molteplicità che si ritrova nell’ordinamento celeste. Qualunque tipo di procedura riconducibile a metodi natali afferma dunque un processo di contrazione dei valori universali verso quel singolo punto di autocoscienza che è l’essere umano. In altri termini l’individuo è l’espressione del suo cielo di nascita.


Nell’uso di una metodologia oraria ci si riaccosta a questo flusso cosmico dalle illimitate possibilità espressive, ma seguendo un processo di espansione in una prospettiva generalizzata.

Si immagini il decrescere di una spirale a rappresentare la progressiva densificazione del principio universale creativo che si incarna nell’individuo (yin); da essa si diparte una nuova spirale che segue il processo inverso di espansione (yang) e che raffigura la mente quale controparte ideativa del processo di identificazione umano.

La natura convenzionale della mente è vissuta come conoscenza, cioè come consapevolezza degli oggetti della percezione. Si può dire quindi che l’ideazione è la visione delle eventualità presenti nella personalità che percepisce gli oggetti. Se pure la mente è priva di sostanza, tuttavia essa è influenzata dagli oggetti e dalle esperienze con cui entra in contatto; infatti, la spirale in espansione altro non è che un’immagine speculare della spirale in contrazione: come la mente, essa è un riflesso dell’universo che specchia le sue potenzialità attraverso occhi umani.

Tra i vari assertori dell’astrologia oraria, Marc Edmund Jones colpisce per la profondità e la sistematizzazione analitica con cui sostiene la sua tesi. Astrologo americano, sin dai primi anni del nostro secolo egli ha intrapreso uno studio particolareggiato sulle implicazioni dell’arte oraria, basandosi soprattutto su di una revisione del pensiero e degli aforismi di William Lilly [1].

Ciò che ordina l’andamento di tale metodologia oraria è in primo luogo la preferenza data ad una configurazione opzionale della domanda; essa si presenta infatti nella forma generalizzata: “Quale sarà il risultato di…?”. È inteso che qui non si tratta di determinare profeticamente il risultato di un’azione; quello che viene enfatizzato è uno sguardo generalizzato sulle direttive future di un’azione nel caso in cui l’azione venga effettivamente intrapresa.  Quindi l’oroscopo orario è valido nel momento in cui l’enfasi è trasposta dal piano ideale a quello delle potenzialità espressive: è un uscire momentaneo dall’impasse della situazione esistenziale per valutare la propria aderenza all’evento, rientrandovi – o scegliendo di rientrarvi –  se tra il destino potenziale dell’individuo e l’eventualità stessa esiste una generale concordanza di tempo.

Il momento significante è dato naturalmente dall’istante in cui l’idea interagisce con la volontà del consultante, che decide a questo punto di chiedere lumi all’astrologo, il quale redige una carta astrologica per il momento in cui viene posta la domanda [2] : la visione esce dal campo delle probabilità per entrare nel regno delle possibilità. E il metodo per misurare l’aderenza tra l’idea e il suo potenziale di realizzazione è l’essenza della semplicità: se il pianeta signore della Casa che governa la questione e il pianeta governatore della Casa opposta formano un aspetto tolemaico positivo (congiunzione, sestile e trigono) la risposta è affermativa; se l’aspetto è negativo (quadratura e opposizione) la risposta invalida le aspettative. Nel caso in cui si formi un aspetto minore (semisestile o quinconce) si attua una progressiva regressione a metodi interpretativi natali  comprendenti l’analisi delle caratteristiche dei pianeti, degli aspetti, ecc.

Naturalmente questa semplicità è pura apparenza: la mole delle sottigliezze interpretative e metodologiche è tale che una loro esauriente trattazione uscirebbe dai limiti imposti al nostro lavoro. Tuttavia, l’aspetto fondamentale dell’astrologia oraria si rivela già nella considerazione data alla dialettica tra pianeti significatori di Case opposte. Qui una realtà planetaria geocentrica, cioè un rapporto relativo all’osservatorio Terra, va ad assegnare una pertinenza di ordine simbolico ad un’eventualità che si presenta in uno spazio e in un tempo specificati dalla domificazione oraria. Si tratta di una relazione che assume come base di giudizio un sistema di riferimento equatoriale in contrapposizione al moto eclittico, ovvero un rapporto tra diversi ordini di grandezza, dove il più rapido moto di rotazione terrestre è causa della specificità del momento pertinente, dell’adesione o meno al modello ordinativo del sistema solare. Considerare come base di interazione la Casa opposta a quella che governa la questione oraria è allora un veicolo simbolico atto a penetrare direttamente – faccia a faccia – le potenzialità della propria linea d’azione; il simbolismo opposizionale è infatti quello che meglio si presta a rappresentare la culminazione delle aspettative e delle speranze.

Del resto, la richiesta di un chiarimento è un confrontarsi con una possibilità, è il riconoscere apertamente il carattere di picco dell’esperienza che si sta vivendo. Pensare che l’astrologia oraria non serva i fini integrativi e umanistici che si propone l’analisi natale – o meglio che alcuni astrologi si propongono con l’uso della metodologia natale – non risponde pienamente a verità. L’astrologia oraria enfatizza il lato immaginativo della mente, cioè le indefinite potenzialità che ne costituiscono la natura assoluta, chiara e universale, per poi integrarlo nel suo aspetto convenzionale e relativo, il lato cognitivo – di rapporto – che è alla base dell’astrologia della personalità. Psicologicamente l’astrologia oraria sta a quella natale come l’inconscio sta alla coscienza: è un potenziale universale e pre-individuale in attesa di acquisire ordine e significato grazie all’apposizione della nostra consapevolezza.


[1] William Lilly (1602-1681) fu un astrologo londinese rimasto famoso per aver predetto con esattezza il grande incendio di Londra del 1666. La sua opera omnia sull’astrologia natale ed oraria, Christian Astrology, fu pubblicata nel 1647.

[2] In realtà la redazione dell’oroscopo può essere posposta al momento in cui l’astrologo decide di effettuare l’interpretazione, in base alla considerazione che quest’ultimo agisce su procura del consultante assumendosi la responsabilità dei suoi problemi.


Bibliografia

  • Marc Edmund Jones – Astrologia Oraria – Milano 1981
  • William Lilly – Grammatica Astrologica – Padova 1990