Introduzione alle tecniche di accumulazione dell'energia

Con questo esercizio introduciamo un nuovo modo – che potremmo definire quantitativo – di interagire con l’energia vitale. Sino ad ora, infatti, ci siamo limitati ad operare come un canale energetico, inspirando ed espirando la forza vitale per il tramite della respirazione totale. Ora vedremo come accumulare l’energia senza rilasciarla immediatamente assieme al flusso del respiro, ma imparando a trattenerla nel corpo come allenamento per specifici usi futuri.
Bardon, a questo proposito, consiglia l’utilizzo dell’energia vitale radiante quando si vuole impregnare un luogo con un desiderio, o per accelerare il processo di guarigione nei pazienti malati. Queste applicazioni saranno spiegate in dettaglio nel capitolo dedicato al biomagnetismo.
Ora passiamo alla pratica:
- Utilizzate la vostra āsana abituale. Come nell’esercizio precedente, iniziate ad inspirare l’energia vitale attraverso i polmoni e i pori, questa volta senza dirigerla verso un organo o una parte specifica del corpo, ma diffondendola in tutto l’organismo.
- Durante l’espirazione, non pensate a nulla; in questo modo, l’energia inspirata rimane nel corpo.
- Nel corso della prima seduta di pratica, ripetete il processo per sette volte, incrementando di uno il numero di accumulazioni ad ogni seduta. Con ogni inspirazione, sentite l’energia crescere dentro di voi; con la pratica e un numero sufficiente di accumulazioni, dovreste percepire che la forza vitale inizia ad irradiarsi per alcuni metri all’esterno del corpo, espandendosi a guisa di sfere concentriche o come un’onda. L’uso dell’immaginazione creativa, specie nelle fasi iniziali dell’addestramento, aumenta l’effetto radiante.
- Terminata l’accumulazione, rimanete per un po’ di tempo con la percezione della radiosità dell’energia accumulata. Respirate normalmente.
- Quando siete pronti, immaginate che con l’espirazione l’energia accumulata ritorni all’universo. Il numero di espirazioni dev’essere pari al numero di inspirazioni effettuate, di modo che la quantità di energia rilasciata equivalga a quella accumulata. In questa fase le inspirazioni devono essere a vuoto, senza pensieri. Come raccomandato da Bardon, occorre riportare il corpo alla sua tensione originale, onde evitare un sovraccarico che può causare nervosismo o spossatezza.
- La durata dell’esercizio è variabile, ma non dovrebbe superare le trenta respirazioni. Bardon suggerisce un limite massimo di venti minuti; indipendentemente dalla durata e dal numero di ripetizioni, con la pratica dovreste capire quali sono i vostri limiti fisiologici e regolarvi di conseguenza.
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