L'impiego dell'energia vitale nell'essere umano

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Il biomagnetismo di cui parla Bardon non è da confondersi con l’impiego dei campi elettromagnetici nel trattamento terapeutico di varie condizioni, né con lo studio e la misurazione dei campi magnetici cerebrali. Si tratta invece dell’utilizzo consapevole dell’energia vitale, ovvero della base causale alla radice dei principi biochimici e ossidativi che sostengono il corpo fisico. Maggiori dettagli sono esposti nella lezione sulla respirazione dai pori.

In questa sezione si apprende a finalizzare l’energia vitale per l’utilizzo curativo verso gli esseri viventi. Nulla cambia rispetto alle tecniche di base esposte nell’appendice precedente: l’energia vitale viene attirata dall’universo e caricata con l’idea e il desiderio scelti, temporizzandola per stabilirne la durata. Anche in questo caso, si utilizza il metodo di irradiazione dal corpo o dall’universo, con alcune differenze.


Quando si ha a che fare con esseri viventi, nello specifico con esseri umani, appare superfluo ricordare che si devono rispettare delle norme etiche stringenti. Il terapeuta magico non è un medico – a meno che non sia anche un medico – non fa diagnosi e non si sostituisce in alcun modo allo specialista clinico. Non deve interferire con le terapie in atto, né tantomeno pensare di poter risolvere patologie che richiedono l’intervento chirurgico. Il suo unico scopo dev’essere quello di alleviare per quanto possibile la sofferenza e di accelerare i processi di guarigione attraverso l’apporto di energia vitale. Ciò non esclude che debba avere un certo grado di conoscenza nella letteratura medica – soprattutto in campo anatomico – per poter indirizzare al meglio il trattamento. E per finire, non opera per guadagno ma solo per il bene degli individui e dei propri cari. Passiamo ora alle pratiche.

Metodo 1. Irradiazione dal corpo

Fate almeno sette respiri attraverso i polmoni e i pori, inspirando l’energia vitale. Quindi avvicinatevi alla persona che necessita del trattamento ed iniziate ad accumulare energia vitale dall’universo, sempre con i polmoni e i pori. Continuate sino a che percepite che la forza radiante prodotta dalla respirazione si è espansa concentricamente per circa nove metri, che corrisponde all’energia vitale di circa dieci persone.

Ora trasferite l’energia radiante nella persona da trattare. Questo può essere fatto in due modi: con un contatto diretto, generalmente con l’imposizione delle mani, o senza contatto, esprimendo semplicemente la volontà che l’energia fluisca; tutto dipende dal grado di preparazione acquisita. Gli occhi possono essere chiusi o aperti, e si può guardare il paziente, ma non con troppa insistenza.

Sempre con l’immaginazione e la volontà, fate in modo che l’energia radiante venga spinta e compressa nel corpo della persona attraverso tutti i suoi pori. Pensate con convinzione al benessere della persona, che migliorerà costantemente di lì in avanti, giorno dopo giorno; ordinate all’energia vitale di portare il paziente alla guarigione, e di fare in modo che rimanga nel corpo sino al ristabilimento. Fissatela con l’immaginazione in modo che si estenda per circa un metro al di fuori del corpo, che è l’irraggiamento di energia vitale di una persona sana.

Dopo un po’ di tempo, ripetete l’intera operazione, in modo da rafforzare l’energia vitale già presente; avendola fissata nel corpo del paziente, questa non sfuggirà, rimanendo sino a quando serve.

Metodo 2. Irradiazione dall’universo

Con questo metodo l’energia vitale viene spinta dall’universo direttamente nel corpo del paziente o in un organo specifico da trattare, sempre attraverso i pori e con l’ausilio dell’immaginazione creativa; viene inoltre temporizzata affinché si rinnovi costantemente sino alla risoluzione del problema.

Il vantaggio di questo sistema è duplice: è molto efficace e isola il terapeuta dalla possibilità di esaurimenti energetici, oltre a impedire che si stabilisca con il paziente una connessione astrale o mentale potenzialmente  problematica. È il metodo preferenziale, ma bisogna sincerarsi che il paziente sia in grado di sopportare il carico energetico continuato dall’universo.

Metodo 3. Cooperazione

Bardon cita ancora un metodo particolare, basato sulla cooperazione terapeuta-paziente. La parte iniziale del trattamento si svolge nel modo consueto, con il terapeuta che emette la sua energia radiante per un raggio di nove metri sino a inglobare il paziente. A questo punto il malato, se è in grado di concentrarsi, intensifica la sua immaginazione con la ferma convinzione di inalare attraverso i pori l’energia radiante di guarigione in cui si trova immerso; la sensazione di ristabilimento deve permanere anche quando il terapeuta si sarà allontanato. Nel caso in cui la capacità di concentrazione sia mancante, sarà il terapeuta ad assumersi l’onere immaginativo, pensando che il paziente accetterà l’energia vitale trasportandola all’interno del corpo o negli organi e parti sofferenti. Anche in questo caso si dovrà fermamente desiderare che la forza vitale inalata dal paziente avrà effetti positivi.


Le pratiche del biomagnetismo includono anche il trattamento a distanza e la proiezione di elementi in luogo dell’energia vitale; quest’ultimo metodo richiede una padronanza sugli elementi che si raggiungerà solo nei Livelli successivi. L’efficacia dei risultati dipenderà naturalmente dall’aver padroneggiato le pratiche sin qui esposte, e dal possedere un equilibrio elementale di base conseguito attraverso le tecniche di introspezione del Livello I. Quest’appendice termina i lavori del Livello III.

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