Il Trionfo che segue la Vittoria

Estratti dall’opera: The Pictorial Key to the Tarot, London 1922 – Trad. dall’inglese, adattamento e note di Daniele Duretto


Descrizione tradizionale

In qualche codice è rappresentato come condotto da due sfingi, e l’espediente è in consonanza con il simbolismo, ma non si deve supporre che questa fosse la forma originale; la variazione fu inventata per sostenere una specifica ipotesi storica. Nel diciottesimo secolo erano aggiogati al carro dei cavalli bianchi. Con riferimento al suo nome abituale, il meno importante rappresenta il più importante [1]; è davvero il Re trionfante, che caratterizza, peraltro, la vittoria che crea la regalità come naturale conseguenza e non la regalità conferita della quarta carta. M. Court de Gébelin ha detto che esso è Osiride Trionfante, il sole conquistatore della primavera che ha sconfitto gli ostacoli dell’inverno. Ora sappiamo che Osiride che risorge dalla morte non è rappresentato da tale evidente simbolismo ita [2]. Oltre ai cavalli, sono stati utilizzati altri animali nel condurre il Currus Triumphalis, come, ad esempio, il leone e il leopardo.

L’Arcano

Una figura eretta e principesca che impugna una spada sguainata e che corrisponde, in generale, alla descrizione tradizionale che ho dato nella prima parte. Sulle spalle dell’eroe vittorioso si suppone si trovino Urim e Thummim. Ha dominato la schiavitù; egli è la conquista su tutti i piani – della mente, della scienza, del progresso, di certe prove iniziatorie.

Ha quindi risposto alla sfinge, ed è su questo punto che ho accettato la variazione di Éliphas Lévi; quindi, due sfingi trainano il suo cocchio. È sopra tutto il trionfo della mente.

Per tale ragione si deve comprendere che (a) la domanda della sfinge riguarda un Mistero della Natura e non il mondo della Grazia, a cui il cocchiere non potrebbe dare una risposta [3]; (b) che i piani della sua conquista sono manifesti o esteriori e non nella sua interiorità; (c) che la liberazione che egli attua può lasciarlo schiavo della comprensione logica; (d) che le prove iniziatorie attraverso le quali è giunto a trionfare si devono intendere da un punto di vista fisico e razionale; e (e) se egli fosse venuto ai pilastri di quel Tempio dove siede la Papessa, non avrebbe potuto aprire il rotolo chiamato Tora né, se ella l’avesse interrogato, avrebbe saputo rispondere. La sua non è una regalità ereditaria e non ha preso i voti.

Significati divinatori

Soccorso, provvidenza, trionfo, presunzione, vendetta, disordini, guerra. Rovesciato: sommossa, litigio, disputa, causa giudiziaria, sconfitta.


[1] Si intende che il nome della carta, Il Carro, funge da etichetta per la figura regale che lo guida.

[2] Waite si riferisce al fatto che nell’Antico Regno egizio (2686-2181 a.C.), al nascere del culto di Osiride, i faraoni erano associati al dio al momento della dipartita, perché, al risorgere di Osiride dalla morte, essi si sarebbero uniti a lui ereditando la vita eterna. Di conseguenza Osiride iniziò ad essere associato ai cicli della natura, che fornivano l’immagine di una nuova vita dopo la morte.

[3] È il famoso indovinello proposto dalla sfinge di Tebe ai passanti, la cui mancata risposta comportava un destino di morte. Poiché la risposta è “l’uomo”, un prodotto della Natura che è il dominio su cui agisce il cocchiere, egli può rispondere; il mondo della Grazia è il mondo divino, al di là della sua portata.

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