Sperimentare l'Altro come Sé

Gli esercizi mentali del Livello IV richiedono la padronanza avanzata delle tecniche dei primi tre Livelli, in particolare di quelle che andremo ad elencare:
- Bilanciamento animico. Alle soglie del quarto Livello si deve essere in grado di porre le pulsioni inconsce e i difetti caratteriali sotto il dominio cosciente. Questo significa non farsi sorprendere quando quelli che abbiamo identificato come i nostri tratti negativi cercano di prendere il sopravvento. Attraverso l’azione congiunta di introspezione, autosuggestione, meditazione e forza di volontà, abbiamo appreso come controllare gli aspetti critici delle nostre emozioni; quindi, è importante mantenere una presenza costante che permetta il riconoscimento degli stati negativi quando sorgono, e il modo di controbilanciarli per annullarne gli effetti. Questo non significa che tutti i tratti negativi siano stati estirpati o trasmutati; come già detto, il lavoro sugli aspetti del nostro essere progredisce nel corso della vita, e non è limitato alle sessioni di pratica. La cosa fondamentale è che i difetti caratteriali maggiori non siano più fonte di preoccupazione.
Da un punto di vista pratico, come si esprime l’equilibrio animico, come lo si può riconoscere? La sua manifestazione dipende strettamente dal singolo individuo, quindi non è possibile esprimere una regola generale. Diciamo che, di fronte a una situazione qualunque, la sensazione che se ne trae è di divenire parte della situazione stessa, senza più frapporre le resistenze e gli egoismi che normalmente fanno da scudo alla piena comprensione degli eventi. Ciò non significa diventare passivi, ma al contrario esercitare la forza necessaria per risolvere al meglio la circostanza o per trovare la condizione di minima resistenza – o adattabilità – a quanto la situazione richiede.
- Acquisizione degli Elementi. Con le pratiche di acquisizione degli Elementi del Livello III completiamo la preparazione sugli Elementi utilizzati per il bilanciamento animico. La differenza è che qui gli Elementi non sono più solamente un’etichetta sotto cui raggruppare i nostri pregi e difetti caratteriali; essi diventano qualcosa di reale, in grado di stimolare gli effetti corrispondenti alle loro caratteristiche fino al piano fisico. Questi esercizi completano i requisiti di preparazione sul piano animico o astrale richiesti per il Livello successivo.
- Concentrazione. È un aspetto fondamentale. Senza un’adeguata capacità di fissazione sugli elementi della pratica (pensieri, idee, persone, oggetti, ecc.) si perde la continuità che viene a crearsi tra il praticante e l’oggetto della pratica stessa.
- Vuoto mentale. Lo stato di vuoto mentale è essenziale non solo perché è alla base di molte pratiche, ma anche per l’esprimere uno stato non duale. Detto altrimenti, nello stato di vuoto mentale cessa il pensiero distintivo, e nel silenzio interiore che ne consegue si giunge alla fonte precognitiva dei fenomeni. Per i lavori del Livello IV è richiesta l’attitudine ad entrare nel vuoto mentale nel più breve tempo possibile.
- Immaginazione creativa. Tutte le pratiche relative alla concentrazione sensoriale, su un singolo senso o su più sensi alla volta, hanno lo scopo di plasmare la capacità creativa dell’immaginazione, la cui finalità, ricordiamolo, è di preparare la mente a formare immagini e a percepire gli effetti della percezione sensoriale senza lo stimolo offerto dalle porte dei sensi. Creare con la mente significa potenziare i metodi della natura attraverso la volontà cosciente.
- Formazione fisica. Sotto questa etichetta comprendiamo sia la capacità di dominare la postura e le tensioni corporee per il tempo necessario durante le pratiche, senza che la stabilità mentale ne venga turbata, sia il controllo del flusso dell’energia vitale nel corpo e nei singoli organi. Quest’ultimo punto è molto importante, perché richiede l’abilità di dislocare la coscienza in sedi diverse da quella abituale. E la formazione mentale del Livello IV introduce proprio al trasferimento di coscienza, questa volta verso l’esterno.
Per trasferimento di coscienza si intende la rilocazione del proprio corpo mentale in un oggetto o essere esterno; così espresso, pare vi debba essere una sorta di trasferimento spaziale da un corpo a un oggetto o a un altro corpo, ma non è questo che si intende realmente.
Per dare un esempio, riferiamoci a quella che è conosciuta con il nome di “magia simpatica”, come definita dall’antropologo James Frazer [1], una forma di magia basata sulla legge della similarità; essa presuppone l’azione a distanza di forme che sono in stretto legame analogico. La stessa dottrina delle segnature, come espressa dal greco Galeno [2], segue questo filone, svelando l’opera curativa di parti di piante, animali e minerali la cui forma o funzione è affine a quella dell’organo umano da curare; e così l’omeopatia di Hahnemann, dove il simile cura il simile (similia similibus curantur).
In tutti questi casi, si manifesta un legame che non è il prodotto dalla legge di causalità come intesa dalla fisica classica, secondo cui un effetto non può manifestarsi da una causa che non è nello spazio passato dell’evento, e una causa non può avere un effetto che non sia nello spazio futuro dell’evento: il legame causale implica una separazione che deve essere colmata attraverso lo spaziotempo.
Viceversa, nel trasferimento di coscienza, come nel legame simpatetico, la rilocazione, che sarebbe più corretto definire “trasmutazione”, avviene assumendo coscientemente la forma e la funzione dell’oggetto o dell’essere verso cui dirigiamo la nostra attenzione. Non siamo quindi in presenza di una relazione spaziale che richiede uno “spostamento”, bensì di stadi sempre più profondi di similitudine, sino a raggiungere un grado elevato di integrazione che ci consente di superare la barriera che ci separa dall’”altro”. Ciò si basa sull’espressione di una coscienza che non conosce limiti di spazio e di tempo, e che di fatto è universale ed eterna. Tutto è permeato di coscienza, tutto ne è espressione, anche gli oggetti inanimati. Noi sperimentiamo questa coscienza universale attraverso le limitazioni della condizione umana, i cui sensi circoscrivono l’estensione della nostra esperienza; ma attraverso le tecniche di trasferimento cosciente, possiamo “ammorbidire” e successivamente modellare la nostra struttura mentale sino a farla coincidere con una diversa espressione cosciente.
Bardon cita quattro stadi o fasi di trasferimento della coscienza:
- Il primo stadio si basa esclusivamente sui pensieri e i sentimenti che l’oggetto o l’essere suscita nello sperimentatore, e sulla percezione della sua forma e dimensione fisica; non vi è alcuna connessione alle sensazioni, ai sentimenti, ecc. dell’oggetto o dell’essere. È una fase superficiale e preparatoria di trasferimento, che serve più che altro a prendere confidenza con la pratica.
- Il secondo stadio crea una lieve connessione mentale; si percepiscono le sensazioni dell’oggetto o dell’essere, ma non la risultante emotiva o mentale delle sue percezioni; tuttalpiù, lo sperimentatore può supporre quello che il soggetto sperimenta, ma non ne ha un’esperienza diretta.
- Il terzo stadio completa la fase precedente, garantendo la percezione degli attributi fisici, animici e mentali del soggetto indagato. Si tratta di uno stadio in cui si diventa osservatori invisibili delle sensazioni e delle reazioni interiori mentali ed emotive dell’altro; quindi, a tutti gli effetti si acquisisce una comprensione abbastanza profonda dell’essere, tanto da associare questa fase alla “lettura della mente”. Non significa assumere il controllo di un individuo; tuttavia, la conoscenza della sua intimità ne rende possibile l’influenza dall’esterno, perché si sa in anticipo quali saranno le sue reazioni.
- Il quarto stadio realizza l’unione tra il corpo mentale dello sperimentatore e quello del soggetto. È lo stadio più avanzato, dove si diventa uno con l’essere dell’altra persona, avendo in tal modo un’influenza diretta sulle emozioni, i pensieri e le azioni dell’essere in cui si trasferisce la coscienza.
Nella formazione mentale del Livello IV è richiesta la pratica dei primi due stadi, anche se ci si dovrebbe impegnare con l’intenzione di completare il terzo, se pure non è un requisito. Il quarto stadio è un livello molto avanzato di pratica che per ora non viene preso in considerazione.
[1] Sir James George Frazer (1854-1941) fu un antropologo e folclorista scozzese, che ebbe una grande influenza sugli studi moderni riguardanti la mitologia e le religioni comparate. La sua opera principale, Il Ramo d’Oro (The Golden Bough), uno studio sui miti e riti dell’antichità e i loro paralleli nella prima cristianità, fu pubblicata nella sua interezza (dodici volumi) nel 1915.
[2] Claudius Galenus (129-c. 216) fu un medico e filosofo greco con la cittadinanza romana. Considerato uno dei maggiori ricercatori medici dell’antichità classica, concorse allo sviluppo di svariate discipline, quali l’anatomia, la fisiologia, la patologia e la farmacologia. La sua posizione filosofica era vicina al pensiero di Platone; sposando la tesi dell’immortalità dell’anima, Galeno sostiene che l’anima esiste prima della nascita, e che viene acquisita attraverso il respiro entrando a far parte della complessione individuale.
Rispondi