La carta rappresenta l’energia creativa manifestata sul piano materiale.
Estratti dall’opera: The Book of Toth, York Beach, Maine 1969 – Trad. dall’inglese, adattamento e note di Daniele Duretto
Questa carta è attribuita alla lettera tzaddi, e nello Zodiaco si riferisce al segno dell’Ariete. Il segno è governato da Marte, e il Sole vi è esaltato. Il segno è quindi una combinazione di energia nella sua forma più materiale con l’idea dell’autorità. Il segno TZ o TS implica questo significato nella forma originale, onomatopeica. Esso deriva dalla radice sanscrita che significa Testa ed Età, e si trova oggigiorno in parole come Cesare, Zar, Sirdar [1], Senato, Senior, Signor, Seigneur.
La carta rappresenta una figura maschile incoronata, con vesti e paramenti imperiali. È seduto su un trono i cui capitelli sono le teste del montone selvaggio himalayano, poiché Ariete significa montone. Ai suoi piedi, accovacciato, vi è l’agnello con lo stendardo, a confermare questa attribuzione su un piano inferiore; perché il montone, per sua natura, è un animale selvaggio e coraggioso, solitario in luoghi solitari, mentre quando è addomesticato e fatto gironzolare in verdi pascoli, non rimane che la bestia docile, codarda, gregaria e succulenta. Questa è la teoria di governo.
L’Imperatore è anche una delle più importanti carte alchemiche; con i Trionfi II e III, costituisce la triade: Solfo, Mercurio, Sale. Le sue braccia e la testa formano un triangolo con la punta in alto; sotto, le gambe incrociate rappresentano la Croce. La figura è il simbolo alchemico del Solfo (vedi Trionfo X). Il Solfo è l’energia ignea maschile dell’Universo, il rajas della filosofia induista. È la repentina energia creativa, la volontà dell’Essere. Il potere dell’Imperatore è una generalizzazione dell’autorità paterna; da cui i simboli dell’Ape e del Giglio mostrati sulla carta [2]. In merito alla qualità di questo potere, si deve notare che esso rappresenta l’attività improvvisa, violenta, ma impermanente. Se persiste troppo a lungo, essa brucia e distrugge. Distinguetela dall’Energia Creativa di Alef e Bet: questa carta è sotto l’Abisso [3].
L’Imperatore tiene uno scettro (sormontato dalla testa di montone per le ragioni addotte sopra) e un globo sormontato da una croce maltese, che significa che con la sua energia ha raggiunto una posizione di successo, che la sua autorità si è consolidata.
Vi è ancora un simbolo importante. Il suo scudo raffigura un’aquila bipenne incoronata da un disco cremisi. Questo rappresenta la tintura rossa dell’alchimista, della natura dell’oro, poiché l’aquila bianca del Trionfo III appartiene alla sua consorte, l’Imperatrice, ed è lunare, argentata.
Infine si deve notare che la luce bianca che discende su di lui indica la posizione della carta nell’Albero della Vita. La sua autorità deriva da Chokmah, la Saggezza creativa, il Verbo, ed è esercitata su Tiphereth, l’uomo organizzato.
[1] Sirdar (o Sardar), comandante o direttore, è un titolo persiano di nobiltà, anticamente assegnato a principi, nobili e aristocratici. Nel subcontinente indiano e nella Turchia ottomana indicava a vario titolo le posizioni di leader.
[2] Per quanto riguarda il simbolismo dell’ape, probabilmente Crowley fa riferimento alle attribuzioni druidiche, che consideravano l’insetto come espressione del Sole e della sua energia datrice di vita. Il giglio è simbolo sia di purezza che di regalità; è l’emblema della Vergine Maria, ma fu anche associato per lungo tempo ai reali di Francia come rappresentazione della nobiltà e della perfezione.
[3] Nel sistema della Golden Dawn le lettere Alef e Bet sono associate al Matto e al Mago, le carte collegate alle prime due Sephiroth dell‘Albero della Vita cabalistico.al di sopra dell’Abisso. Quindi l’Energia dell’Imperatore è già rivolta alle realizzazioni materiali che possono implicare la distruzione di un ordine preesistente.
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