Lo svolgimento dell'Opera che porta all'unione degli opposti
Estratti dall’opera: The Book of Thoth, London 2010. Trad. dall’inglese, adattamento e note di Daniele Duretto

L’influenza di Binah nella sfera della Terra mostra lo stabilirsi nella materia dell’idea di Universo, la determinazione della sua forma fondamentale.
La carta è governata da Marte in Capricorno; Marte è esaltato in quel segno, quindi è al suo meglio. La sua energia è edificante, come quella del costruttore o dell’ingegnere. Essa rappresenta una piramide vista da sopra il vertice. La base è formata da tre ruote – Mercurio, Solfo e Sale; Sattva, Rajas e Tamas nel sistema induista; Aleph, Shin e Mem – Aria, Fuoco e Acqua – le tre lettere madri dell’alfabeto ebraico [1].
Questa piramide è situata nel grande Mare di Binah nella Notte del Tempo, ma il mare è solidificato; per cui i colori dello sfondo sono screziati, un freddo e rado grigio scuro con un motivo di indaco e verde. I lati della piramide hanno una forte tonalità rossastra, che mostra l’influsso di Marte.
[1] In questa carta Crowley mette in relazione il numero 3, rappresentato dal tetraedro o piramide triangolare, con i tre costituenti dell’opera della creazione secondo i vari simbolismi tradizionali. Mercurio, Solfo e Sale sono i glifi alchemici che indicano rispettivamente l’elemento sottile o aereo, il principio igneo e la condizione di fissità o stasi che caratterizzano la sintesi costitutiva dell’essere umano. I tre guṇa o qualità della natura (sattva, rajas e tamas) sono le qualità dell’equilibrio, dell’attività e dell’inerzia presenti in ogni essere in proporzioni variabili. I tre elementi (Aria, Fuoco e Acqua), assieme alle lettere ebraiche associate, definiscono l’unione dei principi creativo e ricettivo (Fuoco e Acqua) compensati e armonizzati dall’elemento aereo. In tutti questi esempi viene finalizzata l’essenza simbolica del numero Tre, i Due che divengono Uno.
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