Sperimentare l'intensità dell'Elemento

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Il lavoro animico del Livello IV ci presenta un nuovo modello di interazione con gli Elementi, caratterizzato dalla loro condensazione nei singoli organi o parti del corpo.

Se analizziamo attentamente il metodo seguito da Bardon, vediamo all’opera un insegnamento contraddistinto da una progressione estremamente logica, dove le pratiche che precedono formano la base per lo sviluppo di quelle successive. Nel caso della formazione animica, abbiamo iniziato con l’esame serrato delle caratteristiche elementali della nostra natura (Livello I), per procedere quindi al loro bilanciamento (Livello II) e all’accumulo degli stessi nel corpo, percependone gli effetti quantitativi attraverso l’esperienza del calore, del freddo, della leggerezza e della pesantezza.

Le pratiche animiche del Livello IV presentano due sostanziali differenze rispetto a quelle del Livello precedente. La prima è che l’interazione con gli Elementi prende in considerazione la realtà sottile ma comunque oggettiva dell’Elemento stesso; mentre in precedenza si cercava di suscitare l’impressione sensoriale data dalla pratica sugli Elementi attraverso l’immaginazione, ora è il momento di considerare che l’Elemento è una sostanza astrale, la cui presenza nel nostro corpo è condizione sufficiente per sperimentarne l’effetto. Cercheremo quindi, in modo graduale, di verificare il sorgere della sensazione piuttosto che di suscitarla con il concorso dell’immaginazione.

Il secondo punto riguarda la condensazione dell’Elemento. La differenza rispetto all’accumulo degli esercizi precedenti risiede nella pressione che viene esercitata per comprimere l’Elemento in una parte del corpo attraverso l’immaginazione. L’accumulo è un riempire il corpo sino alla sua massima capienza; la condensazione è una compressione dell’accumulo in uno spazio più piccolo.


Questa pratica presenta delle controindicazioni. La pressione esercitata sull’organo attraverso la condensazione dell’Elemento può provocare dei fastidi quando si procede in modo frettoloso; se si accusano sensazioni di disagio, è consigliabile dare tempo all’organo di adattarsi procedendo lentamente; con la pratica, l’organo si rafforzerà naturalmente. Inoltre, il cuore ed il cervello, a causa della loro natura prevalentemente elettrica, vanno esclusi dagli esercizi di condensazione; gli Elementi sono dotati di una loro particolare carica elettromagnetica che, quando concentrata, disturberebbe l’equilibrio elettrico degli organi citati.

L’esercizio non dovrebbe presentare grandi difficoltà di esecuzione, visto che riprende le dinamiche di accumulazione dell’Energia Vitale.


  • Assumete una posizione rilassata o la vostra āsana preferita e chiudete gli occhi. Partendo dal Fuoco, inspirate l’Elemento nel corpo attraverso la respirazione totale. Iniziate accumulando l’Elemento con sette inspirazioni, percependone la qualità specifica (calore); espirate senza alcuna immaginazione.
  • Terminata l’accumulazione, dirigete la consapevolezza verso l’organo o la parte del corpo prescelta; con l’aiuto dell’immaginazione creativa, portate l’Elemento a condensarsi nella zona prescelta; sentite la presenza dell’Elemento che si accumula e incrementa lentamente la pressione nell’organo. Se vi sentite a disagio, interrompete l’accumulazione.
  • Mantenete la condensazione dell’Elemento nell’organo o parte del corpo prescelti sino a che non percepite che le parti si stanno adattando alla pressione. Quindi, rilasciate l’Elemento nuovamente nel corpo, sempre con l’aiuto dell’immaginazione; infine, con la respirazione totale, ritornate l’Elemento all’universo, scegliendo tra il rilascio graduale e quello esplosivo.
  • Ripetete i primi tre punti utilizzando gli Elementi rimasti (nell’ordine Aria, Acqua, Terra), sempre utilizzando sette inspirazioni. Nelle sedute successive, sperimentate con altri organi, prestando particolare attenzione alle mani (soprattutto alle dita) e ai piedi. Una volta familiarizzati con la pratica, potete aumentare il numero di inspirazioni.

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