L’Amore come equilibrio tra le forze umane e universali
Estratti dall’opera: Le Tarot des Bohémiens, Paris 1889 – Trad. dal francese, adattamento e note di Daniele Duretto
La sesta lettera ebraica (Vau, ו)
Il segno geroglifico per la VAU è l’occhio, e tutto ciò che è in relazione con la luce e la brillantezza. L’occhio stabilisce la connessione tra noi e il mondo esterno, Le forme ci sono rivelate attraverso la luce. L’idea dominante espressa da questa lettera sarà quindi quella di collegamento, di legame tra antagonisti. Abbiamo già rimuginato per un po’ sulla VAU, ma pensiamo possa essere utile citare per esteso le osservazioni di Fabre d’Olivet su questa lettera:
Questo segno è l’immagine del mistero più profondo e inconcepibile, l’immagine del nodo che riunisce, o del punto che separa il nulla dall’essere. È il segno universale della commutazione, che forma il passaggio da una natura all’altra; comunicando da un lato con il segno della luce e del senso spirituale di וֹ (la VAU puntata), che non è altro che la forma più elevata di se stesso; dall’altro lato collegando se stesso e degenerandosi con Ayin (ע), la forma più bassa di se stesso.
La VAU è la seconda lettera semplice; astronomicamente rappresenta il secondo segno dello zodiaco, il Toro.
Significati della carta

Il simbolo rappresenta riunione e antagonismo con tutte le loro conseguenze.
La spiegazione della carta è la seguente:
- Un giovane sbarbato (il Magus del primo arcano), ma senza cappello è in piedi immobile all’angolo di due strade che si incontrano. Le sue braccia formano una croce diagonale sul petto.
La ripetizione del primo Arcano in altra forma. Qui l’uomo non è un iniziato. Egli non sa come dirigere le correnti magnetiche della Luce Astrale, è quindi preda dell’antagonismo di idee differenti che non può padroneggiare.
- Due donne, una alla sua destra e una alla sua sinistra, ciascuna con una mano sulla sua spalla [1], denotano le due strade. La donna alla sua destra ha un diadema dorato sulla testa, quella alla sinistra è tutta in disordine ed ha una corona di foglie di vite.
Le due braccia del Magus, che esprimono il positivo e il negativo, e le due colonne del tempio di Isis, che esprimono la necessità e la libertà, sono qui personificate dalle due donne, che rappresentano il Vizio e la Virtù. Il futuro del giovane uomo dipende dalla strada che sceglierà, se diventare un Iniziato, il Magus del primo Arcano (ו spirituale), o l’incauto personaggio colpito dal tuono del sedicesimo Arcano (ע).
- Lo spirito della Giustizia si libra sul gruppo in un radiante alone di luce; tende il suo arco e punta la freccia della Punizione sulla personificazione del Vizio [2].
Un simbolo profondo che indica che se l’uomo sceglie la via della Virtù non rimarrà senza aiuto, ma la Provvidenza si alleerà alla sua volontà assistendolo per vincere il vizio.
In breve, il geroglifico esprime la sfida tra passione e consapevolezza, l’antagonismo delle idee. Ma questo antagonismo è anche il costruttore più potente che esista al mondo, qualora esso si risolva in Amore, che attrae gli opposti unendoli per l’eternità.
La sesta carta del Tarocco deve essere considerata nei suoi due aspetti, che tendono verso lo stesso significato:
- Come rappresentante del quarto Arcano, o il riflesso di 1 considerato nella sua relazione all’unione [3].
- Come bilanciamento tra il 4 e il 5; ciò è mostrato nel triangolo formato dal secondo ternario [4] (fig. 1):

Ciascuna carta bilancia le altre due:
- Il 4 bilancia il 5 e il 6.
- Il 5 bilancia il 4 e il 6.
- Il 6 bilancia il 4 e il 5.
I suoi significati sono:
- Nel Divino: L’Equilibrio tra Volontà e Intelligenza. Bellezza (caratteristica dello Spirito Santo).
- Nell’Umano: L’Equilibrio tra Forza e Autorità. Amore (caratteristica dell’umanità). Carità.
- Nella Natura: L’Equilibrio tra l’Anima Universale e la Vita Universale. L’attrazione Universale. L’Amore Universale.
Riepilogo generale

[1] Nella maggior parte dei mazzi la donna alla sinistra appoggia la mano sui fianchi dell’uomo. Le due posture hanno in effetti un valore simbolico: la donna alla sua destra appoggia la mano sulla spalla, in un segno quasi di investitura per che decide di seguire la via elevata; mentre la mano sui fianchi dell’altra donna suggerisce l’approccio più fisico di chi induce alla via dei sensi.
[2] In alcuni mazzi la personificazione della Provvidenza, o il Genio, punta la freccia leggermente verso il Vizio, in altri la punta direttamente sul giovane. In quest’ultimo caso il significato simbolico vira verso la libertà dell’uomo di agire avendo la possibilità di scegliere tra gli opposti del Vizio e della Virtù. E la freccia della Provvidenza viene scoccata verso di lui solo nel momento in cui egli sceglie la via evolutiva.
[3] Con ciò Papus intende dire che il 5 e il 6 (Il Papa e Gli Amanti) sono la riflessione sul piano dualistico del 4 (L’Imperatore); come primo numero del secondo ternario, il 4 ha gli stessi attributi del numero 1 del primo ternario, e il 5 e il 6 corrispondono rispettivamente al 2 e al 3.
[4] Per “secondo ternario” Papus intende il triangolo con il vertice in basso che forma il Sigillo di Salomone.
Rispondi