L’impronta del fato

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L’aspetto di settile è generato da una divisione del cerchio zodiacale per sette, da cui deriva un’ampiezza angolare di circa 51° 26’ (51° 25’ 42.8556”). Espresso in numeri decimali, il risultato della divisione è sì un numero razionale, ma periodico (51, 428571 …, le sei cifre dopo la virgola si ripetono all’infinito); di conseguenza, la figura dell’ettagono che viene generato non può essere inscritta esattamente nel cerchio.

Pensiamo al dato matematico in chiave simbolica. Il numero periodico, da questo punto di vista, rappresenta una frequenza vibratoria che prova a stabilizzarsi in una forma o in uno stato di realtà, ma senza riuscirvi pienamente, come è invece il caso degli aspetti finora esaminati. Non facciamo tuttavia l’errore di confondere il numero periodico con quello irrazionale, come è il caso di pi greco o della radice quadrata di 2, dove non esiste una sequenza ripetuta dopo la virgola; periodicità qui significa che vi è il tentativo di assumere un assetto stabile, ma su un piano diverso da quello di partenza.


Nella lista degli aspetti, possiamo considerare le suddivisioni numeriche sino al sestile come simboli dei rapporti che nell’individuo hanno a che fare con l’espressione vitale e sociale, con la manifestazione creativa e l’equilibrio tra le dinamiche interne ed esterne. Con il settile – che ha lo stesso significato del numero 7 e del settenario – siamo motivati a scegliere un diverso ordine di rappresentazione che, pur mantenendo la matrice precedente, raffigura un nuovo inizio su un diverso piano evolutivo, o la sottile percezione di un livello nascosto della realtà. Fino a che rimaniamo bloccati nella visione ordinaria, l’aspetto di settile non si risolve, e la periodicità numerica che lo rappresenta si ripete all’infinito; ma nel momento in cui accettiamo di compiere un salto, di andare oltre il velo delle apparenze, si realizza come un cambiamento di fase, e la vibrazione si stabilizza in un nuovo scenario.

Questo è il motivo per cui il settile ha la nomea di aspetto mistico in grado di attivare la visione spirituale; ma come per tutti gli aspetti, anche in questo caso è necessario affrontare l’insegnamento del settile in modo consapevole. In senso positivo, esso ripropone il mito della fenice che rinasce dalle proprie ceneri; è l’accesso all’immortalità dell’anima, la capacità di rigenerarsi per accedere alla vita come a un tutto, venendo a meno l’idea che l’essenza della propria natura sia circoscritta alla forma individuale. Quando prevale la fase negativa, il rischio è di rimanere bloccati o vincolati all’opera di smantellamento della vecchia personalità; in questo caso, gli effetti possono variare dal semplice rimpianto per l’occasione perduta alla disintegrazione di alcune istanze psichiche, qualora il processo di trasformazione sia già in stato avanzato.


A livello interpretativo, e osservando le cose da un punto di vista più “mondano”, la definizione migliore che possiamo dare di questo aspetto è connessa al concetto di “fato”. Il fatum, la sorte inesorabile era, per i Latini, la parola irrevocabile della divinità, alla quale nessuno poteva opporsi. In una prospettiva astrologica, il fato rappresenta la realizzazione verso cui ci sentiamo “chiamati”, al di là di qualsiasi ragionamento logico o impedimento personale o sociale si possa frapporre fra noi e il destino che ci appare assegnato. Esso può palesarsi come conquista terrena o spirituale, come accordo di circostanze particolari che ci conduce inesorabilmente a una meta; e ciò può includere pure eventi avversi, necessari per eliminare le scorie che sarebbero d’ostacolo all’evoluzione.

Per fare un esempio, un settile Marte-Nettuno guida la volontà verso l’ampliamento dei propri orizzonti mondani o spirituali, ma a prezzo di sacrifici, nello stile di Giovanna d’Arco; Mercurio e Urano in settile tra le Case ottava e decima fanno l’intelletto indagatore che mira a scoperte straordinarie o che, nei casi avversi, porta alla consunzione delle risorse mentali.