Estratti dall’opera: Tarot Minors, London 2020. Trad. dall’inglese, adattamento e note di Daniele Duretto
L’“1” esprime sempre l’idea di una qualche totalità

Corrispondenza: Sephirah Kether
Arcani Maggiori: 1, 10 e 19
In senso esoterico, l’”1” contiene il punto di partenza del processo creativo (l’inizio della deduzione) e il punto di arrivo dell’unità (l’inizio dell’induzione).
Tutto ciò che esiste, su tutti i piani, è un riflesso dell’UNO: ogni cosa emana dall’Unità e vi ritorna.
Questi movimenti – l’emanazione e il ritorno – sono le basi dell’insegnamento esoterico sullo sviluppo ciclico di tutto ciò che si evolve. Questa evoluzione si realizza attraverso la divisione multipla dell’unità primordiale, il successivo ritorno a uno stato più perfetto di singolarità e una nuova divisione e moltiplicazione della stessa.
Il primo Arcano di Denari dà inizio non solo al suo proprio seme, ma anche all’intero sistema degli Arcani Minori, contenendolo potenzialmente in se stesso. È il più astratto di tutti gli Arcani e rappresenta l’IDEA che permette l’acquisizione dei Denari, il beneficio e la sofferenza delle Spade, la beatitudine delle Coppe e la realizzazione dei Bastoni. L’Asso di Denari è anche analogo al primo Arcano Maggiore e, sul sentiero iniziatico, corrisponde alla consapevolezza; per lo studente, c’è qualcosa in esso che è in grado di governare e di valutare tutte le manifestazioni psico-animiche da un punto di vista etico, di essere la “voce della coscienza”. Questo qualcosa è la “Divina Essentia” (il titolo del primo Arcano Maggiore) che unisce tutti gli elementi che la compongono, facendone una totalità che è espressa dalla formula iniziatica della via: “IO SONO”.
Per via di tutto ciò, il soggetto dell’Arcano è così vasto che in uno studio generale come questo dobbiamo limitarci ai principi generali e, in modo particolare, all’idea dell’unità. L’aspirazione all’unità accompagna il corso intero dell’Ermetismo Etico. È la ragione per cui nello studio dell’Asso di Denari includiamo uno schema del sentiero nella sua forma più intensa, l’ascensione diretta dalla colonna centrale dell’Albero Sephirotico, con le sue quattro fasi che formano le basi dell’intero processo iniziatico.
Iniziamo con il compito che attende lo studente in vista del sentiero iniziatico.
Siate pienamente consapevoli del fatto che tutto ciò che esiste, su tutti i piani, è il riflesso dell’UNO. Questa consapevolezza è indispensabile per entrare nel sentiero; comunque, le convinzioni teoriche, per quanto possano essere elevate, non sono abbastanza. Il candidato all’Iniziazione dev’essere attivo, e la sua attività deve iniziare entro il proprio sé. Deve realizzare la sua unicità su tutti i piani. Come si dovrebbe preparare lo studente?
Nella sua mente, l’aspirante ha bisogno di definire per se stesso un obiettivo che può conseguire in un lontano futuro e rimanere fermo nella sua determinazione a raggiungere il successo. Nell’astrale, deve utilizzare tutte le sue emozioni per aiutarsi a raggiungere l’obiettivo scelto. Sul piano fisico deve coordinare il tutto, cosicché le sue decisioni mentali si manifestino.
In ciascuna di queste azioni, lo studente deve rimanere pienamente consapevole di quello che sta facendo, di quello che vuole e di dove sta andando.
Uno dei più grandi ostacoli sul sentiero dell’iniziazione è lo stato di semi-consapevolezza dello studente durante la maggior parte delle sue attività. Ci si riferisce specialmente alle azioni quotidiane, che sono eseguite per abitudine senza riflettere, quasi automaticamente. È a causa di questa semi-sonnolenza che alcune scuole occulte (quella di Gurdjieff e di Ouspensky, ad esempio) richiedono allo studente di praticare esercizi che sviluppino uno stato di consapevolezza continua, anche negli atti più insignificanti, nelle reazioni all’ambiente e pure nella gestualità. Così, lo studente si abitua ad essere sempre ‘sveglio’ e responsabile di sé, delle proprie reazioni, parole e attitudini.
Una delle raccomandazioni fatte agli studenti che iniziano lo stadio dei Denari, e che a un primo sguardo potrebbe sembrare molto strana, è di non abbandonare la strada scelta, nemmeno per svolgere attività meritevoli. Oltre alle tentazioni involutive, vi sono anche quelle evolutive, e l’iniziando studente non dovrebbe farcisi trasportare. Non vogliamo suggerire che ciò significhi che le attività meritevoli siano vietate, né che si debba diventare egoisti, bensì che gli studenti debbano mettere da parte tutto quello che non si accompagna agli scopi prefissi. Nulla dovrebbe dipendere dal caso, dall’altrui influenza o dalla mancanza di autocontrollo. In qualunque modo, ed in ogni circostanza, il primo dovere dell’aspirante è quello di adempiere ai suoi obblighi.
Ovviamente, percorrendo il sentiero iniziatico, l’aspirante rigetta consciamente i piaceri egoistici e sceglie l’altruismo, ma questo altruismo dev’essere anche consapevole e d’intesa con la propria volontà, non governato dalle emozioni. Dev’essere orientato e non disperso dalle circostanze.
Passiamo ora a un’altra questione: come conseguire l’unità in se stessi.
La risposta ci è data dalla carta di uno degli Arcani Maggiori, la decima (La Ruota di Fortuna). Essa ci mostra che è necessario sollevarsi dalle acque torbide del caos mondano, scalando l’asse del Caduceo che sostiene la piattaforma della sfinge. Il Caduceo non è nient’altro che la ‘stilizzazione’ dell’Albero Sephirotico.
La Tradizione insegna che per conseguire l’Unità originaria, l’essere umano deve “sollevare l’asse”, cioè alzare la colonna centrale dell’Albero Sephirotico.
Il sentiero dei Denari, che inizia con il sentimento dell’Unità (Sephira Kether) e che conduce alla completa iniziazione magica, corrisponde, entro i confini del seme, a una discesa attraverso tutti i Sephiroth, sviluppando gradualmente l’autoconsapevolezza e i poteri realizzativi.
Tuttavia, per il fatto di far parte di un TUTTO, questo primo barlume di coscienza UNIFICATA non è limitata né al primo Arcano né al seme di Denari, ma, viaggiando attraverso tutti i semi, diventa sempre più profonda, sino alla Reintegrazione finale, poiché l’obiettivo di qualunque sentiero iniziatico, a tutti i gradi e stadi, è la realizzazione dell’unione con il Divino. Quindi, la via all’Unità, indipendentemente dal senso simbolico con cui il discepolo tratta ciascun seme, è sempre considerata essere ASCENDENTE.
Nell’Albero Sephirotico, l’ascesa diretta all’Unità è simboleggiata dai quattro Sephiroth centrali – Malkuth, Yesod, Tiphereth e Kether – e dai canali che li uniscono: il 22mo, il 15mo e il 3o. Questa ascesa comprende quattro stadi principali:
- Dominio sul 22mo Arcano, cioè la vittoria sul mondo materiale. In altre parole, il discepolo deve diventare intimamente indipendente dalle limitazioni del mondo materiale.
- Vittoria sul 15mo Arcano, cioè su tutte le tentazioni, le tendenze involutive e le correnti astrali, oltre alla realizzazione del dominio sulle forme del mondo astrale.
- Liberazione dalle illusioni mentali, realizzazione dell’armonia e di un’armoniosa visione cosmica, oltre alla consapevolezza che ogni vita particolare è parte della Vita Una.
- Realizzazione di quanto è simboleggiato dal 10mo Arcano, attraverso la piattaforma della sfinge. Superatala, l’essere umano passa al Mondo Superiore, entrando nella comunione con il Divino. È l’ultimo passo sulla via dell’Unità.
Per seguire il sentiero dell’Unione, il discepolo ha bisogno di riflettere in se stesso i quattro Aspetti di Dio, detti anche “Nomi Divini”, che corrispondono ai quattro Sephiroth della colonna centrale. Vediamo questa corrispondenza nella direzione ascendente.
Sephira | Nome Divino | Principi simbolici |
Malkuth | Adonai | Karma, Grazia, Giustizia |
Yesod | El Chai / Shaddai | Miracoli, Magia della Vita e della Morte |
Tiphereth | Eloah | Bellezza e Armonia |
Kether | Eheieh | Io sono Colui che è |
Per riflettere l’aspetto Adonai, il discepolo ha bisogno di “incarnarlo” nel proprio karma, cioè di comprendere e accettare la piena responsabilità del proprio karma; si potrebbe dire fondersi in esso, sapendo che nulla accade per caso, che ogni cosa è interrelata e ha la sua ragione di essere.
Il secondo riflesso – quello di Shaddai – consiste nel sapere come lasciar andare, come liberarsi dal superfluo che intralcia il progresso spirituale, sviluppando in se stessi la capacità di sacrificarsi escludendo, tuttavia, ogni elemento emotivo. Il discepolo deve sempre essere consapevole del perché e “in nome di chi” compie un sacrificio, cosa “compra” con il sacrificio. Così, secondo l’espressione di una saggezza antica, “colui che beneficia dal sacrificio si incarna nella persona che sacrifica”. Nella vita del discepolo, la sua volontà e il suo karma devono essere strettamente uniti; egli dev’essere preparato e pronto ad accettare il karma in tutti i suoi aspetti, interiori ed esteriori, positivi e negativi, buoni e cattivi. Deve considerare la sua “felicità” come prova di grazia, la sofferenza come strumenti di redenzione e le difficoltà come opportunità per esercitare la forza di volontà.
Il terzo riflesso – Eloah – Bellezza e Armonia, è chiamato Personalità del Cosmo, o Īśvara [1] dagli induisti. Corrisponde alla consapevolezza dell’esistenza permanente del Sé Superiore attraverso tutte le incarnazioni. In contemporanea alla propria consapevolezza, il discepolo deve anche essere consapevole dell’esistenza dell’Essere Superiore di ciascuno dei suoi compagni. Ciò gli consentirà di identificarsi con gli altri, a – diciamo – “incarnarsi” in loro, comprenderli e sentirli nell’interiorità, anche in caso di grandi differenze nel livello evolutivo, nel carattere, ecc. Tale capacità origina da una sorgente più profonda che non la semplice comprensione o compassione. Sta non solo alla loro base, ma è molto di più.
Il quarto riflesso, Eheieh, è la piena consapevolezza di essere “nato dello Spirito”. Esso rivela l’origine spirituale di tutto ciò che esiste, il dato di fatto che ogni cosa è una rete coordinata di cause ed effetti con uno scopo elevato. Il mondo è il tempio dello Spirito. Il male deriva dall’oblio della verità. La sua comprensione e realizzazione nella vita rende possibile attraversare la “piattaforma della sfinge”. Ovviamente, per superarla, è indispensabile uno sforzo di volontà, perché questa “piattaforma” ci separa dal “Regno dei Cieli”, che è necessario cogliere con la forza. Nel campo dell’arte, come esempio simbolico di tale aspirazione all’ascesa diretta attraverso la colonna centrale dell’Albero Sephirotico, abbiamo lo stile gotico della cattedrali medievali la cui architettura, sin nei minimi dettagli, va verso l’alto. Ricordiamoci che i costruttori delle cattedrali, che non hanno lasciato i loro nomi ma le loro idee, erano Framassoni.
Gli altri due Arcani Maggiori che corrispondono all’Asso di Denari sono il 10mo e il 19mo. L’addizione teosofica dei due numeri è 1, il che significa che sono entrambi connessi all’idea dell’Unità.
Andiamo ora all’Arcano Maggiore 19, cercando informazioni supplementari. Il suo geroglifo è un’ascia. Con quest’ascia, che simboleggia il dominio dell’Arcano 19, il discepolo può aprire una breccia e passare attraverso la piattaforma dell’Arcano 10. La sfinge, per quanto riguarda i Denari, può essere considerata come l’essenza propria dell’Iniziazione o “Iside”, e la piattaforma che la separa dal discepolo come i “veli di Iside”, vale a dire la totalità delle imperfezioni che nascondono la Verità agli occhi del discepolo.
La carta dell’Arcano 19 ha i raggi solari che, toccando terra, diventano Denari. È il simbolo dell’Ermetismo Etico, dell’Alchimia Spirituale. Nell’alchimia, l’asso di Denari corrisponde alla comprensione dell’unicità della Sostanza Primordiale, con cui è possibile qualunque trasmutazione.
[1] Īśvara, nell’epica induista, è un’ipostasi o forma manifesta del Parabrahman, l’Essere senza un secondo.
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