La coscienza del mondo

Pubblicato su Quora
L’approccio attuale all’astrologia lascia poche speranze al proposito. Non mi riferisco alla volgarizzazione dell’astrologia come strumento di intrattenimento, che in sé non reca danno se rimane confinato alla sfera dell’esperienza ludica. È piuttosto la tendenza, che non è certo di oggi, a voler separare l’individuo oggetto dell’analisi astrologica dalla sua costellazione di riferimento, che siano i segni zodiacali, i pianeti e tutti i sistemi che concorrono a formare la struttura dell’oroscopo. Come risultato, l’individuo percepisce il suo fato o destino come una potenza ineluttabile, una divinità indifferente alle sue sorti, o una forza impersonale nei cui confronti non si ha alcuno spazio d’azione.
Si tratta del percorso intrapreso dalla cosiddetta astrologia scientifica, che attraverso strumenti statistici e postulati che prevedono influssi energetici planetari non ancora ben compresi, tenta di confinare il rapporto essere umano-astrologia in una matrice causale, escludendo di fatto la possibilità di vivere in prima persona il proprio potenziale evolutivo.
Ma senza riferirci a istanze specifiche della materia astrologica, è sufficiente osservare le modalità con cui viene gestito il rapporto astrologo-consultante; si tratta quasi sempre di una relazione a senso unico, dove viene dato un responso nei cui confronti il consultante nulla può, mancandogli la conoscenza del senso che lo lega al simbolismo astrale. E in tale condizione passiva a volte l’astrologo non è nemmeno parte in causa, perché il consultante è abituato, per la forma mentale oggi dominante, a non interrogarsi, a dipendere dalle circostanze. In poche parole, l’astrologia diventa una fonte di superstizione, intesa come pratica dettata da una falsa credenza.
Nel panorama attuale forse l’unica eccezione è data dall’introduzione nella nostra arte del concetto di transpersonale, come espresso inizialmente da Rudhyar. Se siamo capaci di ampliare la nostra coscienza sino a comprendere l’esperienza che ci giunge dalle porte dei sensi, allora la visione oggettiva ci appare come un riflesso della nostra interiorità; i pianeti perdono la loro fissità materiale e diventano simboli di una realtà a cui siamo intrinsecamente uniti, e verso la quale ci possiamo rapportare con le leggi dell’analogia. Questo non significa negare l’esistenza una realtà materiale, ma affermare che la coscienza e la realtà fanno parte di un unico processo, la cui risultante è la nostra visione del mondo.
Questo è il fine a cui deve puntare l’astrologo transpersonale. Ma come presentare questo strumento di crescita, in sé quasi alchemico, all’attenzione di chi cerca conforto? Con quello che segue, cercheremo di dare un esempio tra i tanti che sia di chiarimento.
Supponiamo di dover analizzare il caso di un Plutone in aspetto critico nella settima Casa di un oroscopo natale. La formula tradizionale richiede in questo caso di assegnare a Plutone il ruolo del grande distruttore, il principio impersonale del caos; per la maggior parte degli individui il suo simbolismo viene vissuto come impulso cieco che abbatte gli schemi abituali dell’esistenza; è il “fato”, il destino ineluttabile a cui non ci si può sottrarre. Considerate queste premesse, non si può che pronosticare un’unione o un matrimonio che mette a dura prova l’ego del malcapitato, una separazione, o anche la morte del coniuge; il che è proprio quello che deve (dovrà) accadere, ed è questo il risultato che prospettiamo al consultante.
Tuttavia, una presentazione siffatta è più dannosa che altro. Come si reagisce di fronte all’ineluttabile? Maledicendo forse la nostra insana curiosità che ci ha sottratti a un destino di beata ignoranza? Oppure capire quale insegnamento si cela dietro gli eventi, creando un potenziale di trasmutazione che permetta all’energia plutoniana di modificare il suo piano di rappresentazione? Qui si comprende come sia grande la responsabilità dell’astrologo, che se non è sorretto da una sincera volontà di aiutare il prossimo rischia di compromettere i potenziali evolutivi del consultante.
Plutone non è un cattivo maestro. Semplicemente la sua energia si scontra con gli schemi abitudinari messi insieme da un io il più delle volte fittizio, che si oppone alle circostanze che manifestano i nostri errori; non volendo riconoscerli per egoismo, si ricorre ad atteggiamenti opinabili che causano danno. Rifiutando il cambiamento, la manifestazione dell’energia plutoniana, in sé neutrale, origina tanto più danno e distruzione quanto più la struttura egoica si irrigidisce di fronte alla trasformazione; e ciò si manifesterà come eventi distruttivi per il vecchio io. Cosa proporre come viatico al cambiamento? A seconda dei casi, un mutamento subitaneo che rompa gli schemi del simulacro dell’io; oppure, una serie di piccole e medie deviazioni dal tracciato ordinario che poco alla volta orientano verso una nuova meta. In entrambi i casi, si tratta di un percorso doloroso, ma che può gettare luce sul vero significato di avvenimenti che si presentano come casualità, ma che in realtà sono cammini di liberazione scelti in modo non consapevole. Fatte le debite distinzioni tra i vari simbolismi e configurazioni espresse in un oroscopo, questo esempio di lavoro è di grande utilità, sia per il consultante che per l’astrologo.
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