Fortuna Minor

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Il decile inscrive nel cerchio zodiacale la figura del decagono, i cui lati hanno un’ampiezza angolare di 36°. L’aspetto appartiene alla famiglia del quintile (72°), di cui è un sottomultiplo (72/2); le estensioni del quintile sono il bi-quintile (144°) e il tri-quintile (216°) ai quali, sempre considerando le serie derivate dalla quinta armonica, possiamo aggiungere il quindecile (24°, 360/15) e il vigintile (18°, 360/20). Questi ultimi vengono in realtà considerati – come è il caso del decile –  un sottoinsieme del quintile, originati dalla sua divisione rispettivamente per 3 e per 4.

Come per tutti gli aspetti minori, ma in particolare per quelli che rappresentano frequenze armoniche elevate, lo spettro di manifestazione si fa sempre più sottile; perché un risultato sia rilevabile, è necessario che la personalità di riferimento sviluppi una sintonia particolare con l’aspetto, ovvero che abbia potenziato i suoi lati più sottili. A margine di questa considerazione, sarà utile rilevare che la tolleranza accettata nell’orbita dell’aspetto non dovrebbe superare il grado, visto il suo approssimarsi ai valori del novile (40°) e dell’undecile (circa 33°).


Tradizionalmente, all’aspetto di decile si assegna un significato simile a quello del quintile, ma leggermente depotenziato; potremmo dire che esso esprime un talento minore, o una tendenza creativa sviluppata solo parzialmente. Il simbolismo numerologico non è di grande aiuto nel sostenere questo significato: il numero 10 rappresenta infatti la manifestazione terrena e immanente dell’unità, vale a dire della personalità umana che si fa portatrice delle istanze di un io limitato dall’orizzonte corporeo [1]. Ritornando a quanto espresso per il novile, possiamo decostruire il numero 10 in 9 + 1, l’espressione di tutti i fenomeni a livello grossolano e sottile che trovano il loro punto di coesione nella coscienza individuale; oppure come 5 + 5, l’unione del pentagramma con il vertice in alto – l’uomo emancipato – e del pentagramma rovesciato – il puro impulso personale separato dalla sua natura spirituale. Forse, in quest’ultimo caso, la presenza di tensioni creative contrapposte – di ordine sia superiore che inferiore o guidate dall’ego – può giustificare il significato dato al decile di “talento minore”; ma in tutta onestà, l’associazione ci appare molto dubbia.

Nello studio delle Armoniche è da sottolineare che la decima armonica non è tra le più utilizzate nella pratica. Nell’astrologia Jyotisha (indiana) esiste un metodo di suddivisione della carta astrologica che presenta delle similitudini con la teoria delle Armoniche; con questo metodo, chiamato Varga (divisione), ciascun segno zodiacale è ulteriormente ripartito seguendo la sequenza numerica, ed applicando una serie di regole viene creato un oroscopo addizionale, in modo analogo a quanto fatto con la tecnica delle Armoniche. Ebbene, lo studio del Varga che corrisponde alla divisione per 10 (Dasamsa), consente di fare luce sul karma individuale, e per estensione sui potenziali di realizzazione sociale e professionale condotti a maturazione grazie all’evoluzione interiore. Del resto, è lo stesso significato che troviamo espresso in relazione al decimo Arcano del Tarocco, la Ruota di Fortuna, e che vale pure per il numero 10 inteso come destino individuale sul piano microcosmico.        


Gli aspetti minori, così come vengono proposti da una parte della comunità astrologica, presentano a volte qualche criticità interpretativa se messi a confronto con il puro simbolismo numerico di riferimento, specie se si prende in considerazione la serie numerica oltre il 9. Probabilmente il modo migliore per trarne profitto è di studiarli in relazione a una carta che metta in risalto una specifica armonica, in modo da poterne isolare il significato o l’eventuale predominanza rispetto ad altre armoniche.


[1] Lo zero rappresenta il potenziale illimitato non manifesto, l’Ain Soph dei Cabalisti, che concentrando un centro origina la prima definizione (l’Unità o numero 1, Kether nell’Albero sephirotico). Il numero 10 non è quindi altro che una ripetizione dell’Unità sul piano contingente, che nell’Albero è Malkuth, la decima Sephira, la presenza immanente di Dio nel creato. È lo stesso significato espresso nell’immagine del glifo solare (s), un cerchio con un punto nel mezzo, che nell’oroscopo genetliaco simboleggia il principio permanente (Logos) all’origine dell’impulso vitale dell’individuo.