Il Successo
Estratti dall’opera: The Book of Thoth, London 2010. Trad. dall’inglese, adattamento e note di Daniele Duretto

Il numero Sei, Tiphereth, rappresenta la creazione pienamente armonizzata dell’Energia dell’Elemento. La carta è governata dalla Luna in Toro; e questo, mentre accresce l’avvicinamento alla perfezione (perché la Luna è esaltata in Toro e quindi nella sua forma più dignificata) evidenzia che la condizione è transitoria [1].
I dischi sono ordinati a guisa di Esagramma, come mostrato nello schema. Al centro avvampa e risplende la luce rosa-robbia [2] dell’alba, e al di fuori vi sono tre cerchi concentrici, giallo dorato, rosa salmone e ambra. Questi colori esprimono Tiphereth pienamente realizzata sulla Terra; essa riafferma nella forma ciò che espresso matematicamente nella descrizione dell’Asso.
I pianeti sono ordinati secondo la loro attribuzione abituale [3]; ma sono solo mostrati come dischi irradiati dal Sole al centro.
Il Sole è idoleggiato come Rosa e Croce [4]; la Rosa ha quarantanove petali, la mutua interazione del Sette con il Sette [5].
[1] Perché le fasi lunari evidenziano l’aspetto sempre cangiante e mutevole della realtà, che fa da contraltare all’apparenza della stabilità.
[2] La robbia è un pigmento vegetale rosso-purpureo estratto dalle radici della Rubia tinctorum.
[3] Cioè sono contrapposti secondo la regola delle domiciliazioni diurne e notturne zodiacali, tranne il Sole che è posto al centro. Quindi Venere domiciliata in Toro e Bilancia si oppone a Marte domiciliato in Scorpione e Ariete, ecc. In tal modo, l’insieme dei pianeti forma una struttura equilibrata sulla base dei loro significati complementari.
[4] L’immagine della Rosa e della Croce è stato oggetto nel tempo di numerose interpretazioni, ed è presente nei simbolismi di vari ordini, incluse le diverse confraternite rosacruciane e la Golden Dawn. Nel suo significato iniziale rappresenta la reintegrazione dell’individuo nel suo stato divino e spirituale, lo sbocciare dell’essere come emanazione dell’Unità primordiale. L’incontro tra il braccio orizzontale e verticale della croce è appunto il luogo dove l’esistenza immanente e trascendente collidono sino a unificarsi.
[5] Nel simbolismo del Tarocco il Settenario è formato da due Ternari, l’uno attivo e l’altro passivo, che rappresentano l’emanazione divina e la sua controparte manifesta (la croce di Davide); il numero rimanente è l’elemento di transizione tra un Settenario e l’altro. Qui Crowley vuole significare, con la rosa a quarantanove petali, la completa manifestazione del Settenario dal mondo divino alla piena espressione terrestre.
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