Il Mago discende dal Cielo quelle virtù che fanno dell'essere umano un presagio del divino
Estratti dall’opera: The Pictorial Key to the Tarot, London 1922 – Trad. dall’inglese, adattamento e note di Daniele Duretto
Descrizione generale
Il Mago, o Il Giocoliere, il lanciatore di dadi e l’imbroglione, in un mondo di volgari raggiri. Questa è l’interpretazione che viene messa in giro [1], ed ha la stessa corrispondenza con il vero significato simbolico che ha l’uso del Tarocco nella cartomanzia con la realizzazione mistica secondo la scienza segreta del simbolismo. Dovrei aggiungere che molti studiosi del soggetto, seguendo la loro ispirazione, hanno prodotto individualmente delle serie di significati in rapporto agli Arcani Maggiori, e le loro intuizioni sono spesso suggestive, ma non vere. Per esempio, Éliphas Lévi dice che Il Mago rappresenta l’unità che è la madre dei numeri; altri dicono che è l’Unità divina; e uno degli ultimi commentatori francesi considera che il suo senso generale è la volontà.

Una figura giovanile con la veste del mago, l’espressione sul volto del divino Apollo, un sorriso fiducioso e gli occhi sfavillanti. Sopra il capo ha il segno misterioso dello Spirito Santo, il segno della vita, come una corda senza fine, che forma la figura dell’8 in posizione orizzontale (simbolo dell’infinito). In vita ha una cintura serpentina, con il serpente che appare divorare la sua propria coda. È presente nella maggior parte dei simboli convenzionali dell’eternità, ma qui indica specificamente l’eternità nel conseguimento spirituale.
Nella mano destra del Mago vi è una bacchetta sollevata verso il cielo, mentre la mano sinistra punta verso terra. Questo segno duale è conosciuto nei gradi elevati dei Misteri; esso mostra la discesa di grazia, virtù e luce, tratte dalle cose in alto e discese alle cose in basso.
In tutto ciò l’allusione è pertanto al possesso e alla trasmissione dei Poteri e dei Doni dello Spirito. Sul tavolo di fronte al Mago troviamo i simboli dei quattro semi del Tarocco, che rappresentano gli elementi della vita naturale e che giacciono come pedine di fronte all’adepto, e che egli riadatta secondo la sua volontà. Al di sotto vi sono rose e gigli, flos campi e lilium convallium, trasformati in fiori da giardino, per mostrare la coltura delle aspirazioni. Questa carta rappresenta il motivo divino nell’uomo, che riflette Dio. È anche l’unità dell’essere individuale su tutti i piani, e in un senso molto elevato è il pensiero. Riferendomi ulteriormente a quello che ho chiamato il segno della vita e alla sua connessione con il numero 8, si può ricordare che lo gnosticismo cristiano parla della rinascita di Cristo come di un cambiamento “verso l’Ogdoade” [2]. Il numero mistico è definito Gerusalemme celeste, la Terra dove scorrono il Latte e il Miele, lo Spirito Santo e la Terra del Signore. Secondo il Martinismo, 8 è il numero di Cristo.
Significati divinatori
Abilità, diplomazia, prontezza, sottigliezza; malanno, dolore, perdita, disastro, trappole da parte di nemici; fiducia in se stessi, volontà, il Consultante se maschio. Rovesciato: medico, mago, malattia mentale, disgrazia, turbamento.
[1] Waite usa la parola francese colportage, che un tempo identificava la distribuzione di libri e trattati di genere religioso da parte dei cosiddetti colporteurs, che vendevano o diffondevano tali pubblicazioni nel periodo della Riforma protestante.
[2] Un riferimento all’Ogdoade gnostica e valentiniana. L’Ogdoade racchiude in sé i sette paradisi (assimilabili al settenario dei pianeti dell’astrologia classica) e un’ottava regione sopracceleste, che più tardi fu associata dagli astrologi all’ottava sfera, la sfera delle stelle fisse.
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