Il respiro come veicolo dell’idea

Gli esercizi di respirazione che Bardon assegna a questa sezione in realtà hanno poco a che fare con tecniche respiratorie particolari, come ad esempio quelle praticate nel prāṇāyāma o simili; né si tratta di un modo per iper-ossigenare il sangue o per inalare l’energia vitale portata dai costituenti fisici dell’aria (azoto, ossigeno, ecc.). L’atto respiratorio è qui considerato alla pari di un veicolo per accogliere un’idea e tradurla in realtà attraverso l’intermediazione dell’elemento eterico; come spiegato in una sezione precedente (IA2), l’Etere o ākāśa è l’essenza non manifesta da cui discendono in successione gli Elementi che contribuiscono a definire le categorie della realtà.
Bardon illustra, in modo poco comprensibile ai non addetti, lo svolgimento di questa pratica: se si immette un’idea nell’aria che si inspira, l’aria si impregna di quest’idea grazie ai fluidi elettrico e magnetico. Inizialmente, la parte materiale dell’elemento aria giunge ai polmoni e in seguito ai vasi sanguigni, dove fornisce l’ossigeno necessario al metabolismo; in seguito, l’aria impregnata del fluido elettromagnetico che contiene l’idea o il pensiero penetra nella matrice astrale e a seguire nella matrice mentale sino al principio spirituale. A questo punto è necessaria una digressione.
Il magnete tetrapolare
Quando Bardon parla di “fluido” non intende naturalmente una sostanza liquida, ma una forza o un’energia che si manifesta dinamicamente, in un moto simile ad un liquido. Il fluido elettrico rappresenta la polarità positiva ed estroversa all’origine dell’Elemento Fuoco; il fluido magnetico è al contrario la polarità negativa e restringente, equiparabile all’Elemento Acqua. Questi due poli sono di fatto le forze primordiali di espansione e contrazione della manifestazione, i due aspetti dell’Unità che si rivela nel suo differenziarsi; così come il momento di dipolo di una calamita si conserva anche se questa viene tagliata, allo stesso modo le due forze elementali sono inseparabili e interdipendenti; l’una, il fluido elettrico, esprime l’energia creativa, mentre il fluido magnetico è l’elemento che accoglie e dà forma al principio attivo.
L’Elemento Aria è il fluido elettromagnetico, il continuum tra i due fluidi, ed esprime il bilanciamento dinamico tra le cariche di opposta polarità; nei termini della tradizione alchemica è il Rebis o l’ermafrodita perfetto, manifestazione della complementarità dei principi maschile e femminile; è il fondamento della comunicazione che necessariamente si instaura per riunire ciò che è stato separato, ed è grazie a questa interazione che si origina l’ambito della creazione.
L’Elemento Terra rappresenta il combinarsi dei tre Elementi precedenti. Con questo si intende che l’interazione dinamica dei fluidi elettrico, magnetico ed elettromagnetico origina qualcosa di nuovo, che non esisteva a livello delle parti indipendenti; questo processo si esprime a vari livelli di densità nei mondi fisico, astrale e mentale. È il principio del quaternario esoterico, che rappresenta lo stabilizzarsi in una forma dell’energia creativa. L’Elemento Terra non è quindi solo uno sviluppo conseguente a una interrelazione tra Elementi; esso rappresenta un vero e proprio quarto stato, la cui caratteristica è di solidificare l’espressione dei tre Elementi precedenti, limitandoli attraverso l’apposizione delle categorie spaziotemporali, di peso e di misura.
A questo punto abbiamo la possibilità di esaminare l’interazione tra i quattro Elementi; Fuoco e Acqua sono i poli di un asse che esprime i significati degli opposti binari di espansione e contrazione, luce e oscurità, ecc. Aria e Terra sono i principi rispettivamente del moto e della stasi, ovvero dell’oscillazione che fa interagire i due Elementi primari e della risultante sul piano della manifestazione. La resa grafica di queste relazioni si trova espressa nella tradizione esoterica dalla cosiddetta Croce degli Elementi; Bardon la designa come “Magnete Tetrapolare” per enfatizzarne l’aspetto interagente. I termini utilizzati – fluido elettrico, magnetico ed elettromagnetico – non hanno a che fare con i corrispettivi fisici, se pure esiste un’analogia. Nella figura in alto è mostrato il magnete tetrapolare, che evidenzia la suddivisione in otto spicchi del cerchio generata dal combinarsi degli Elementi. Lo spazio centrale o Etere è il non-luogo da cui tutto ha origine. L’area destra del disegno, di colore rosso, rappresenta il fluido elettrico; il lato sinistro, di colore blu, raffigura il fluido magnetico. Potete usare il diagramma a scopo meditativo per accrescere la comprensione del modo in cui interagiscono gli Elementi.
Ora torniamo alla pratica con in mente le nozioni che abbiamo appreso:
- Si assume come al solito la posizione che è più consona, in modo da poter rilassare il corpo. Inspirando con il naso, si immagini che con l’aria inspirata penetri nel corpo anche il desiderio che abbiamo formulato; l’immagine deve essere estremamente vivida, e deve contenere la certezza nella realizzazione del desiderio che è stato espresso.
Quello che accade in questa fase è una proiezione mentale dell’idea nell’elemento aereo – il fluido elettromagnetico – che ci circonda e il suo successivo accoglimento nell’etere o ākāśa che è il principio causale o spirituale all’origine degli Elementi. Essendo l’ākāśa all’inizio di tutto, l’idea o il desiderio espressi penetrano ai vari i livelli o condizioni dell’essere, diventando parte integrante del proprio impulso alla realizzazione. Tutto dipende ovviamente dal grado di immaginazione, dall’idea rappresentata e dalle capacità intrinseche del praticante.
- Si inizia con sette inspirazioni al mattino e sette alla sera, incrementando di un respiro ad ogni sessione di pratica, sino a giungere a dieci minuti. In ogni caso non è consigliato prolungare le sedute oltre la mezz’ora.
Alcuni consigli su come condurre la pratica:
- L’idea espressa non dev’essere di natura egoistica, ma riguardare il proprio avanzamento morale o il benessere fisico, emotivo e spirituale.
- Si deve coltivare la certezza che l’idea si avvererà.
- Prima di passare a un’altra idea, si deve persistere con la precedente sino a realizzare l’obiettivo. Bardon asserisce che, in base alle intenzioni e al talento del praticante, il compimento del desiderio avviene in un lasso di tempo che va da una settimana ad alcuni mesi. La cosa importante, tuttavia, specialmente al primo Livello, è prendere familiarità con la tecnica, evitando di bloccare il proprio avanzamento ai Livelli successivi se non si raggiunge il risultato cercato.
- Non si deve forzare il respiro o alterare il ritmo respiratorio. In questo esercizio la respirazione è solo un mezzo per veicolare il pensiero. Un metodo efficace consiste nell’edificare l’idea, impregnarne l’aria circostante e iniziare a respirare normalmente e senza sforzi; con l’inspirazione si porta l’aria impregnata nel corpo, con l’espirazione si rilascia solo l’aria e non l’idea. In questo modo si dissocia l’ideazione dalla respirazione e l’esecuzione risulta più spontanea.
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