La Casa XII rappresenta l’apice dell’esperienza umana, l’abbandono degli schemi e delle strutture preesistenti per rinnovare lo scenario dell’esistenza

La Casa XII è sempre stata considerata un po’ foriera di cattive nuove, forse per la sua natura finalistica (è l’ultima Casa) o per i suoi connotati che sfumano nell’indeterminatezza inconscia priva di contorni certi riguardo alla vita di tutti i giorni. Ma questo fa parte dei suoi tratti simbolici, che rimandano ai significati di un termine delle esperienze transitorie e ai potenziali insiti in un nuovo inizio. La sua forza, data dalla libertà di scelta resa possibile dalla risoluzione delle strutture che a vario titolo condizionano la nostra vita, ne fa un campo di rappresentazione dove le regole lasciano il passo al libero formarsi di nuovi orizzonti esistenziali – di nuovi ritmi – che consentono all’individuo di rinnovare il tessuto della propria realtà. In senso evolutivo è la Casa del karma, della liberazione dai nessi causali che condizionano il destino dell’individuo, lo sciogliersi dalle cadenze abituali, posto che queste siano state risolte. In caso contrario, i residui calcificati delle esperienze insolute ostacolano la libera integrazione nel successivo stadio evolutivo, e l’essere rimane incatenato ai fantasmi del passato, a forme ormai vuote di pregnanza e significato, prive di spinta e di energia.
Come ultima delle Case cadenti, la Casa XII riassume l’eredità della III (l’apertura dei canali di comunicazione con il mondo), della VI (adattamento produttivo dell’individuo all’ambiente) e della IX Casa (ampliamento degli orizzonti esistenziali): in questa fase finale del ciclo, l’esperienza oggettiva si è per quanto possibile integrata nelle fibre del nostro essere, il processo di sintesi tra la nostra e l’altrui esistenza ci reca il dono dell’empatia, dell’immedesimazione, della consonanza al di là delle parole, degli atti o delle ideologie. In rapporto ai significati dell’opposta Casa VI, la XII rappresenta gli aspetti della solitudine (cercata o imposta), della ricerca a volte un po’ smaniosa della libertà, la sregolatezza, l’indifferenza verso i meccanismi burocratici, il lavoro indipendente. Come abbiamo già detto, sono proprio tali caratteristiche a fare da contrappasso agli orizzonti limitati al quotidiano della Casa VI. Infine, l’ultima delle Case cosignificanti dei segni d’Acqua rappresenta l’essenza evolutiva dell’Elemento: l’incubatore dell’esistenza individuale (casa-famiglia, Casa IV) cede il passo ai processi di trasformazione (l’abbandono delle forme fisse e delle sicurezze, Casa VIII), per approdare ai lidi della partecipazione universale. Idealmente, l’umanità diviene la propria famiglia, ma più prosaicamente essa sta a significare l’affrancamento dalle esperienze di un ciclo di vita per affrontare un nuovo inizio.
Nell’astrologia giudiziaria il significato essenziale della Casa si riassume nel termine di nemici nascosti. La Casa precedente esprime il senso di una fratellanza che sfocia naturalmente nel concetto di amicizia, grazie al superamento delle barriere individuali. Perché dovrebbe essere diversamente per una Casa che si popola di contenuti universali? La ragione risiede proprio nella sua indeterminatezza, che se da una parte apre a indefinite possibilità espressive, dall’altra difetta di quei filtri (Casa VI) che consentono di regolare l’esperienza della realtà. Ecco perché il nemico è nascosto: venendo meno le difese assicurate da una percezione ordinata, le correnti sotterranee dell’esistenza – le manifestazioni di cui non siamo consapevoli o i nostri stessi atteggiamenti inconsci – prendono il sopravvento senza che ce ne accorgiamo; questi sono i nemici, che in certi casi possono assumere una veste fisica.
Prove e dispiaceri sono ulteriori manifestazioni che ci attendono quando affrontiamo il passaggio che porta al rinnovamento delle nostre esperienze. Non sempre è così, ma nella grande maggioranza dei casi ci lasciamo alle spalle questioni insolute che richiedono un sacrificio. Prigioni, malattie croniche e ospedalizzazioni danno la misura degli effetti negativi a cui siamo soggetti quando trascuriamo le opere (Casa VI) individuali (Casa V); la mancanza di integrazione nell’esistenza quotidiana porta a vivere ai limiti del consentito, e disinteressandoci dell’equilibrio fisiologico ci esponiamo alla recrudescenza anomala delle malattie; in una parola sono gli impedimenti all’espressione abituale che si rivelano sul piano fisico e psichico. I grandi quadrupedi e le fiere sono il contrario degli animali d’affezione della Casa VI: rappresentano gli esseri non addomesticabili che vivono al di là delle esperienze ordinarie. Il parto raffigura il momento in cui si accende una nuova vita, è un rito di passaggio tra l’ordine precedente e il ciclo che segue (Casa I). Infine le cadute dai luoghi elevati dipingono il simbolismo abissale della Casa, la sua assenza di limiti definiti, l’horror vacui che ci assale di fronte alla perdita di tutti i sostegni abituali.
Nei segni d’Acqua la Casa XII trova un ambiente favorevole all’espressione amplificata dei sentimenti e delle emozioni, se pur con le incertezze che derivano dall’esporsi senza difese; nei segni di Fuoco predomina l’impulso ad affrontare le prove dell’esistenza con forza e decisione, a volte con eccessivo sprezzo del pericolo; nei segni di Terra prevale il desiderio di consolidare, affinare e raggiungere obiettivi di lungo periodo, con sforzi che spesso non tengono conto delle difficoltà concrete; infine i segni d’Aria propongono un modello fatto di contatti e rapporti basati sulla libertà reciproca, oppure la ricerca intellettuale dei grandi problemi dell’esistenza, anche se qualche volta si corre il rischio di ‘perdere la bussola’ di fronte alla vastità dei temi affrontati.
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