Dall’Ain Soph, l’Infinito senza limiti, emanano tutti gli esseri e le qualificazioni che si manifestano nel mondo visibile

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Adolf Jelinek (ebraico אהרן ילינק, Aharon Jelinek), nato a in Moravia (ora Repubblica Ceca) nel 1821 e morto a Vienna nel 1893, fu un emerito studioso e rabbino, promotore della corrente giudaica del Nuovo Insegnamento, scrittore di opere sulla Cabala, compositore di Midrash e fine oratore nelle sinagoghe viennesi. Pubblicò oltre 200 sermoni. Quella che segue è l’analisi di alcune idee chiarificatrici sulle Sephirot, trattate secondo l’Ethica di Spinoza, una delle opere più ambiziose del filosofo olandese. In questo breve estratto da Philosophie und Kabbala, Jelinek, come Spinoza, esamina le definizioni dell’Essere in base a una procedura fatta di definizioni o assiomi e di corollari:

Prima definizione

Dall’Essere che è la causa e il reggitore di tutte le cose io comprendo l’Ain Soph, cioè un Essere infinito, senza confini, assolutamente identico a se stesso, unito in se stesso, senza attributi, volontà, intenzione, desiderio, pensiero, parola o atto.

Seconda definizione

Dalle Sephiroth io comprendo le potenze che emanano dall’Assoluto (Ain Soph), ovvero tutti gli enti limitati per quantità, similmente alla volontà che, senza cambiare la propria natura, aspira a diversi oggetti che sono le possibilità di cose molteplici.

Prima proposizione

La causa primaria e il reggitore del mondo è l’Ain Soph, che è sia immanente che trascendente.

(a) Prova

Ogni effetto ha una causa, e tutto ciò che ha un ordine e un disegno ha un reggitore.

(b) Prova

Tutto ciò che è visibile ha un limite, ciò che è limitato è finito, ciò che è finito non è assolutamente identico; la causa primaria del mondo è invisibile, quindi illimitata, infinita, assolutamente identica, cioè è l’Ain Soph.

(c) Prova

Poiché la causa primaria del mondo è infinita, nulla può esistere senza (EXTRA) di essa; quindi essa è immanente.

scolio [1]

Siccome l’Ain Soph è è invisibile ed esaltato, esso è la radice sia della fede che della miscredenza.

Seconda proposizione

I Sephiroth sono i mediatori tra l’assoluto Ain Soph e il mondo reale.

Prova

Siccome il mondo reale è limitato ed imperfetto, esso non può procedere direttamente dall’Ain Soph: l’Ain Soph deve ancora esercitare la sua influenza su di esso, o la sua perfezione cesserebbe. Le Sephiroth che, nella loro intima connessione con l’Ain Soph sono perfette e nella loro separazione sono imperfette, devono essere i mediatori.

scolio

Siccome tutte le cose esistenti originano dalle Sephiroth, vi sono tre gradi nel mondo reale: superiore, mediano e inferiore (vedi infra, Proposizione VI).

Terza proposizione

Vi sono dieci Sephiroth mediatori.

Prova

Tutti i corpi hanno tre dimensioni, ciascuna delle quali ripete le altre (3 x 3); e aggiungendo a queste lo spazio otteniamo il numero dieci. Siccome le Sephiroth sono le potenze di tutto quanto è limitato esse devono essere dieci.

(a) Scolio

Il numero dieci non contraddice l’unità assoluta dell’Ain Soph; siccome uno è la base di tutti i numeri, la pluralità procede dall’unità, i germi contengono il proprio sviluppo, proprio come fuoco, fiamma, scintille e colore hanno una base, sebbene essi differiscano l’uno dall’altro.

(b) Scolio

Proprio come la cogitazione o il pensiero, ed anche la mente come oggetto cogitato, sono limitati, concreti e misurabili, sebbene il puro pensiero proceda dall’Ain Soph; così limite, misura e concretezza sono gli attributi delle Sephiroth.

Quarta proposizione

Le Sephiroth sono emanazioni, e non creazioni.

(a) Prova

Come assoluto l’Ain Soph è perfetto, e da ciò procedendo anche le Sephiroth devono essere perfette, per cui esse non sono create.

(b) Prova

Tutti gli oggetti creati si riducono per astrazione; le Sephiroth non diminuiscono, poiché la loro attività è incessante; quindi esse non possono essere create.

scolio

La prima Sephira era nell’Ain Soph come potenziale prima che venisse alla realtà; poi scaturì la seconda Sephira come potenza per il mondo intellettuale, e successivamente scaturirono le altre Sephiroth per il mondo etico e materiale. Ciò, comunque, non implica un prius et posterius, o una gradualità nell’Ain Soph, bensì una luce da cui avvampano altre luci, che brillano chi prima e chi dopo, variamente, così da abbracciare tutto nell’unità.

Quinta proposizione

Le Sephiroth sono sia attive che passive (Meqabil Va-Metheqabel).

Prova

Siccome le Sephiroth non prescindono dall’unità dell’Ain Soph, ciascuna di esse deve ricevere dal suo predecessore e donare al suo successore, cioè deve essere ricettiva e distributiva.

Sesta proposizione

La prima Sephira è chiamata Altezza Imperscrutabile, Rom Maaulah; la seconda, Saggezza, Chokmah; la terza, Intelligenza, Binah; la quarta, Amore, Chesed; la quinta, Giustizia, Pachad; la sesta, Bellezza, Tiphereth; la settima, Fermezza, Netzach; l’ottava, Splendore, Hod; la nona, il Giusto è il Fondamento del Mondo, Tzediq Yesod Olaham; e la decima, Rettitudine, Tzedeq.

(a) scolio

Le prime tre Sephiroth formano il mondo del pensiero, le tre successive il mondo dell’anima; e le ultime quattro il mondo del corpo; cioè corrispondono ai mondi intellettuale, etico e materiale.

(b) scolio

La prima Sephira è in relazione all’anima, in quanto è chiamata unità, Yechidah; la seconda, in quanto è denominata vivente, Chiah; la terza, in quanto è designata Spirito, Ruach; la quarta, in quanto è chiamata principio vitale, Nephesh; la quinta, in quanto è denominata animaNeschamah; la sesta opera sul sangue, la settima sulle ossa, l’ottava sulle vene, la nona sulla carne, la decima sulla pelle.

(c) scolio

la prima Sephira è luce occulta, la seconda è blu cielo, la terza è gialla, la quarta è bianca, la quinta è rossa, la sesta è bianco-rossa, la settima è bianchiccio-rossa, l’ottava è rossiccio-bianca, la nona è bianco-rossa bianchiccio-rossa rossiccio-bianca, e la decima è come la luce che riflette tutti i colori.


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