La pura immaginazione al lavoro

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Questo esercizio non si discosta dal precedente, se non per l’impiego preminente dell’immaginazione creativa a scapito della memoria; non vi è bisogno quindi di fornire informazioni supplementari sulla sua esecuzione. Sarà sufficiente sostituire la visualizzazione di persone della propria cerchia di amicizie o parentela con individui sconosciuti, immaginandone i tratti, la parlata, i movimenti, ecc.

Come già spiegato, lo scopo è quello di dare uno spazio maggiore all’immaginazione che, non più vincolata dai legami mnemonici, può esprimere al massimo i suoi potenziali. Molti giudicheranno l’esecuzione di questo esercizio più agevole rispetto al precedente; ciò è abbastanza naturale, venendo a mancare la “dipendenza” dalla memoria. Tuttavia, non si deve commettere l’errore di sottovalutare il valore dello strumento mnemonico. La finalità di uno strumento consiste infatti nel perfezionare una capacità insita in noi stessi, sino ad amplificarne l’effetto; a tal fine, esso deve diventare parte integrante della nostra natura. Lo stesso dicasi della memoria, che al termine dell’addestramento cessa di essere un ostacolo per farsi veicolo dell’immaginazione.


Al termine di questa serie di concentrazioni la volontà e l’attenzione risulteranno migliorate, assieme alla capacità di ottenere vivide rappresentazioni delle scene immaginate. Bardon, nel fornire un quadro conclusivo sulle pratiche mentali del Livello III, enfatizza la necessità di coltivarne con dovizia l’esecuzione, passo preliminare necessario per affrontare i traguardi ben più impegnativi dei Livelli successivi, quali il trasferimento del pensiero, il vagabondaggio mentale, la visione a distanza, ecc.

Con questo esercizio termina la formazione mentale per il terzo Livello.

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