La Casa VI è il ritmo della vita, la continuità che dà forma alla nostra esperienza quotidiana

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La Casa VI, in quanto seconda Casa Cadente, mette a frutto quelli che sono gli impulsi formativi e generativi delle due Case precedenti attraverso l’espressione ciclica del tempo, la ripetizione. Nella Casa III, la prima delle Case Cadenti, abbiamo visto attestarsi la necessità di un’interrelazione con l’ambiente, prima forma di rapporto dell’individualità con la visione dualistica. Con la Casa VI, cosignificante del segno della Vergine, inizia il processo costruttivo con l’ambiente stesso tramite l’instaurarsi di un ritmo, il succedersi nel tempo di movimenti che infine originano la frequenza vitale tipica dell’individuo che la esprime.

La Casa VI ci introduce quindi al concetto di tempo ciclico, che a differenza di quello lineare che estende indefinitamente e irreversibilmente i suoi orizzonti temporali, innesca un meccanismo circolare che conduce all’addensarsi di un ente attorno al suo nucleo caratteristico; potremmo definire il processo come il passaggio dell’ente individuale da uno stato caotico, libero di esprimersi secondo direttrici apparentemente casuali (vedi i significati della Casa V) ad uno ordinato, o meglio coerente con l’immediato ambiente circostante. In realtà è l’individuo stesso che, grazie alla sua nota fondamentale, costruisce attorno a sé una continuità quotidiana che in qualche modo rispecchia e dilata i suoi potenziali espressivi creando una risonanza con quanto lo circonda.

Per chiarire meglio il concetto, si pensi al simbolismo correlato del segno della Vergine, o meglio a una delle sue immagini interpretative secondo l’iconografia cristiana, Maria madre del Cristo. Maria è vergine perché reca in grembo una figliolanza spirituale: l’idea, il principio che si vela della forma umana non necessita dell’intervento naturale per la sua generazione. Tuttavia, la forma è necessaria per rivelare il potenziale dello spirito. Analogamente la Casa VI diventa, sul piano della rappresentazione individuale, l’attestarsi di un’esistenza che, almeno in teoria, dovrebbe essere come la veste che manifesta nelle sue opere quotidiane il nostro vero nucleo interiore.

Ma veniamo ai significati che l’astrologia giudiziaria ci offre di questo a volte negletto settore. Il senso generale, specie nei testi astrologici di qualche secolo fa, è quello non proprio confortante di malattie. Questa interpretazione negativa mette in luce in realtà il senso non realmente integrato dell’aspetto ritmico e vibrazionale dell’individuo, che fatica a esprimersi nel quotidiano in base ai parametri che gli sono propri; da qui i conseguenti squilibri della sua espressione fisiologica. Con i servitori della vecchia dizione oggi indicheremmo colf, badanti, addetti alle pulizie, ovvero tutti coloro che prestano servizio nella conduzione giornaliera dell’esistenza, elemento indispensabile per mantenere il corretto ordine delle cose. Poi ci sono i piccoli animali o animali da compagnia; qui il senso è quello dell’intrattenimento e dell’impegno quotidiano che essi danno e richiedono. L’associazione agli zii e alle zie sembra a prima vista opinabile. In realtà si tratta di un’indicazione scaturita dall’impiego delle cosiddette case derivate: la Casa VI è la terza Casa a partire dalla quarta, diventando quindi la Casa significatrice dei fratelli e sorelle dei genitori. Il senso odierno della Casa rispecchia quegli aspetti dell’esperienza accomunati dal tono ritmico e ripetitivo del loro proporsi: il lavoro dipendente, le attività domestiche e quotidiane.

Nei segni di Terra la Casa VI esalta la necessità della costanza fisica, magari attraverso lo sport e l’alimentazione; nei segni d’Aria si tratterà di curare i rapporti e gli equilibri tra i vari aspetti della quotidianità; il segno d’Acqua determina un certo grado di incostanza nell’affrontare la realtà quotidiana, o una sorta di sentimentalismo legato alle proprie abitudini; infine, il segno di Fuoco affronterà istintivamente gli impegni quotidiani, non dando ad essi un peso eccessivo.

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