Teoria e pratica dei sogni lucidi secondo la psicologia occidentale

I sogni lucidi
La pratica dei sogni lucidi ha per scopo il mantenimento della coscienza di veglia nello stato di sogno. Essa è integrata nel corpo di pratiche di molte dottrine tradizionali e in tempi recenti ha ricevuto attenzione anche da parte della psicologia sperimentale. La differenza fondamentale tra i due approcci sta nel fine: la prospettiva scientifica si pone come obiettivo l’esplorazione degli stati onirici del sogno lucido per stimolare i potenziali di auto guarigione, in particolare nel trattamento degli incubi; dal punto di vista tradizionale, esoterico e iniziatico, la pratica del sogno lucido mira a unificare gli stati di veglia, di sogno e di sonno profondo attraverso il continuum di un’unica presenza. Al di là delle divergenze di orientamento, è utile ravvisare che in questo contesto sacro e profano non si escludono da un punto di vista metodologico, ma anzi le tecniche di induzione della lucidità della sperimentazione scientifica presentano forti analogie, quando non similitudini, con le corrispondenti pratiche ascetiche e iniziatiche delle tradizioni spirituali.
Le teorie psicologiche del sogno lucido
La teoria della dualità del pensiero
Secondo questa interpretazione la mente umana è divisa in due modalità operative: una logica, razionale, guidata dal principio freudiano di realtà, che si manifesta nello stato di coscienza ordinario; una percettiva, allucinatoria, che segue motivazioni inconsce ed è appannaggio dello stato di sogno e delle fantasticherie diurne. Per l’ipotesi dello switching queste due modalità si alternano senza mai sovrapporsi. Nell’ipotesi del masking la modalità diurna è dominante per la maggior parte del tempo, mentre la modalità percettiva rimane al di fuori della consapevolezza; nello stato di sogno predomina quest’ultima, tuttavia il presentarsi di frange del pensiero operativo diurno porta a sperimentare il sogno lucido.
Mappe cognitive e processi di costruzione percettiva
Secondo questa interpretazione la mente umana utilizza due modelli cognitivi: la mappa cognitiva, un modello a lungo termine inferito da esperienze passate immagazzinate in memoria che consente all’individuo, attraverso una struttura semplificata e funzionale, di orientarsi nel mondo; e il processo percettivo, ovvero modelli di costruzione del mondo e di se stessi derivanti dalle percezioni sensoriali, che sono immediati e in continuo mutamento. L’interscambio tra processi percettivi e mappa cognitiva fornisce una percezione verosimile della realtà, basata cioè sul riconoscimento di quanto già presente in memoria; e l’elaborazione sensoriale della propria interiorità consente di individuare il soggetto conoscente senza il quale non vi sarebbe alcuna percezione del mondo. Il modello di realtà deriva dalle informazioni sensoriali interne ed esterne e dal loro adattamento attraverso la mappa cognitiva.
L’elaborazione di questo processo cognitivo produce diverse ipotesi e modelli di realtà, ma solo uno, quello più stabile, viene utilizzato per la costruzione della realtà attuale. Gli altri vengono scartati o utilizzati per la costruzione di realtà immaginative o oniriche. Nel sonno la mancanza di input sensoriali esterni consente l’accettazione di realtà alternative, a volte discrepanti o bizzarre come nel normale stato di sogno. Viceversa, sempre in base al modello cognitivo, sogni lucidi, falsi risvegli ed esperienze fuori dal corpo sono visti come risultato naturale del processo di creazione di modelli non basati su input sensoriali esterni. In particolare, l’esperienza fuori dal corpo è intesa come il tentativo di costruire una mappa cognitiva il più possibile simile alla realtà esterna, le cui informazioni verrebbero esperite come se fossero input esterni.
Tecniche di induzione della lucidità
Le tecniche che inducono la lucidità onirica secondo la psicologia sperimentale consistono in:
- Esercizi preliminari, che sommariamente risultano nell’annotare i propri sogni in un diario, nella considerazione che il ricordo del sogno sembra favorire un’attività onirica lucida [1].
- Riconoscere le condizioni associate alla lucidità. Queste condizioni sono: l’accentuazione dell’attività fisica, emotiva o cognitiva; eventi specifici nel contesto del sogno che possono informare il sognatore dello stato onirico in cui si trova (falsi risvegli, incongruità nella trama del sogno, sognare di volare, eventi avvenuti in sogni precedenti, interrogarsi sul luogo del sogno, incubi).
- Creare le condizioni adatte, ad esempio programmare il risveglio nella fase REM [2] che precede i sogni (in genere prima dell’alba), dedicarsi a un’attività e poi tornare a dormire; dormire sul fianco destro [3].
- La tecnica del reality test. Affine alle pratiche dello yoga del sogno di Naropa [4], la tecnica consiste nel considerare l’esperienza di veglia come un sogno, associando il pensiero ad atti specifici compiuti nell’arco della giornata (aprire una porta, vedere un semaforo, ecc.).
- Tecniche di immaginazione creativa. Consistono nel risognare i propri sogni durante la veglia, cercando di riviverli il più intensamente possibile e di trasformarli, nell’immaginario, in sogni lucidi.
- Tecniche intenzionali, che consistono nel programmare certe azioni specifiche nello stato di veglia ripromettendosi di riconoscerle nello stato di sogno come segnali di sogno.
- Tecniche mnemoniche. Fra le tecniche di induzione mnemonica la più conosciuta è questa:
- durante i risvegli spontanei o programmati dopo un sogno, rivivere il sogno fino a memorizzarlo;
- tornare a letto dicendo a se stessi che durante il prossimo sogno ci si ricorderà di stare sognando;
- visualizzare il proprio corpo addormentato nel letto e nello stesso tempo vedere se stessi nel sogno precedente appena rialzati e realizzare che si sta sognando.
- Ripetere b) e c).
- Tecniche del continuo. Entrare lucidamente in un sogno direttamente dallo stato di veglia, preferibilmente dopo un risveglio notturno.
- Osservazione fenomenologica. Osservare la realtà come attraverso l’obiettivo della telecamera, distaccandosi dalle identificazioni che avvengono con i vari aspetti della realtà.
- Pratica della consapevolezza percettiva. Concentrare l’attenzione durante la veglia sulle sensazioni cinestesiche.
- Pratica della consapevolezza costruttiva. Percepire la realtà e il flusso dell’esperienza come una propria creazione.
- Tecnica della risoluzione. Consiste nel prendere la decisione definitiva ed assoluta di mantenere uno stato di consapevolezza ininterrotta durante la veglia e il sonno, pensando che tutte le cose sono della sostanza di un sogno. È una pratica descritta nello yoga tibetano dei sogni.
- Viaggiare. Cambiare ambiente o dormire in un letto diverso dal proprio favorirebbe i sogni lucidi.
- Tecniche combinate. Applicare più tecniche tra quelle descritte, secondo la propria sensibilità ed esperienza.
- Il sonnellino. Favorirebbe il sogno lucido, specie se effettuato il mattino anticipando l’ora del risveglio abituale.
Una volta stabilizzata la capacità di ottenere sogni lucidi, è possibile passare a tecniche per aumentare il periodo di lucidità, come riflettere sulla situazione del sogno, pilotare il sogno, imporsi di compiere azioni precedentemente fissate, sognare di volare.
[1] Ciò deriva probabilmente dall’accentuazione data allo stato di sogno, che in qualche modo è elevato di rango acquisendo a poco a poco la dignità cosciente caratteristica dello stato di veglia.
[2] Acronimo di Rapid Eye Movement. Stato fisiologico che interviene periodicamente durante il sonno (ogni 90 minuti circa), caratterizzato da movimenti oculari rapidi, aumento della frequenza respiratoria e cardiaca, stasi dei movimenti corporei. Secondo alcuni neurofisiologi il sogno nella fase REM è indotto dalla secrezione di acetilcolina nella corteccia cerebrale, quindi è emotivamente neutro; mentre il sogno della fase non-REM è stimolato da un meccanismo dopaminergico messo in moto dai propri desideri.
[3] Da un punto di vista fisiologico la postura sul fianco destro è considerata la migliore perché il muscolo cardiaco non è compresso dal peso del corpo e perché il fegato rimane in posizione assolvendo in modo ottimale alle sue funzioni. In effetti, nel corso di un sonno normale si cambia posizione decine di volte, per cui la tecnica consiste nell’avvantaggiare il lato destro cercando di addormentarsi da questo lato. Nel simbolismo dello yoga e del tantrismo dormire sul lato destro significa liberare la narice corrispondente alla nadi sinistra – sanscr. ida – la forza centripeta lunare e notturna.
[4] Siddhi indiano del decimo secolo d. C., allievo di Tilopa, i cui insegnamenti si trasmisero al buddhismo tibetano attraverso il suo discepolo Marpa e il di lui discepolo Milarepa, dando origine al lignaggio bKa’brgyud-pa (tradizione orale). Per una trattazione estesa vedi I sei yoga di Naropa su questo sito.
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