La Cabala è la scuola di pensiero della mistica ebraica che spiega la relazione esistente tra il Dio eterno e la Sua creazione immanente
Portae Lucis di Joseph Gikatilla (1248-1325) – Diaspora Museum, Tel Aviv

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La Cabala può essere definita come la dottrina ebraica che coniuga in sé gli insegnamenti mistici ed esoterici che sorgono dal tentativo di conoscere la vita occulta di Dio, e il legame che esiste tra Dio e la Sua creazione. In ebraico il termine Qabālā (קַבָּלָה), che ha il significato di “ricezione”, è riferito all’usanza di tramandare la conoscenza attraverso la trasmissione orale, ed è sinonimo di “tradizione”.

La ricerca delle radici storiche del pensiero cabalistico si rivela un compito piuttosto complesso. Alcuni cabalisti ritenevano che la Cabala fosse nata da una rivelazione divina data al primo uomo ed ai  suoi immediati successori. Secondo gli storici la Cabala abbracciò inizialmente molti elementi affini allo gnosticismo ellenistico, al giudaismo teosofico palestinese, alla religione persiana e ai culti iranici, in un lasso di tempo piuttosto lungo il cui avvio si può far risalire all’incirca alla costruzione del Secondo Tempio [1].

Il termine Qabalah venne impiegato in senso più specifico per indicare la corrente esoterica ebraica che, pur affondando le proprie radici in un passato molto antico, si sviluppò e fiorì a partire dal XII secolo. Prima della sua diffusione fu il Talmud [2] ad alimentare la mistica speculativa. Parecchi passi della Bibbia – racconto della creazione, visioni profetiche – contengono delle dottrine sulla natura della Divinità e dell’universo. Quelle del Talmud sono fondamentalmente incentrate sul Ma’ase Bereshith (L’Opera della Creazione, un trattato di cosmologia mistica) e il Ma’ase Merkaba (L’Opera del Carro, in relazione al Carro Divino della visione di Ezechiele) e sono più specificamente legate ai nomi di Rabbi Yokhanan ben Zakai, Rabbi Akiba e Rabbi Simeon ben Yochai. I mistici della Merkaba – coloro che sono penetrati nel Pardess, il “Giardino della Saggezza divina” secondo l’espressione talmudica – hanno descritto le loro esperienze. Essendo riusciti a sottrarsi al mondo fisico, essi si sono integrati alla sfera celeste, iniziandosi qui ai più profondi misteri ed entrando in diretto contatto con il Divino. Vari racconti di questo tipo si trovano nella letteratura cosiddetta dei Hekhaloth, i “Palazzi Celesti”, che risale all’epoca dei gaonim [3]. La principale opera mistica fu tuttavia il Sepher Yetzirah (Il Libro della Creazione),  che tratta in chiave simbolica le ventidue lettere dell’alfabeto ebraico e le dieci Sephiroth. La Cabala raggiunse l’apogeo con lo Zohar, pubblicato da Moises De Leon nel 1300 e destinato a diventare la Bibbia dei mistici ebrei. Lo Zohar era destinato a conquistare il mondo ebraico con una rapidità eccezionale. Gli esuli di Spagna lo propagarono in tutti i paesi in cui ottenevano ospitalità dopo essere stati scacciati: Turchia, Palestina, Egitto, Italia, Germania, Olanda.

La Cabala è classificata generalmente in tre sezioni: la Cabala pratica, la Cabala letterale e la Cabala Dogmatica.

La Cabala pratica

La Cabala pratica (Kabbalah Ma’asit, ebr. קַבָּלָה מַעֲשִׂית) ha a che fare con la magia cerimoniale, le evocazioni, gli incantesimi e la conoscenza dei nomi divini e angelici per la creazione di amuleti e talismani. Rimase sempre una tradizione minore rispetto agli insegnamenti teologici e meditativi, quando non apertamente osteggiata per le accuse di deviazione verso la magia impura.

La Cabala letterale

La Cabala letterale riguarda la permutazione di lettere dell’alfabeto ebraico e numeri ed ha riferimenti un po’ ovunque nella letteratura cabalistica, quindi una conoscenza dei suoi principi portanti è necessaria. Essa è suddivisa in tre parti: Gematria, Notaricon e Temurah.

Gematria

La Gematria (ebr. גמטריא) è la metatesi [4] della parola greca γραμματεια (grammateia, grammatica) oppure, secondo alcuni, di γεωμετρία (geometria). Essa è basata sul valore numerico relativo delle parole. Le parole con lo stesso valore numerico sono considerate esplicative l’una dell’altra, e questa teoria è estesa anche alle frasi. Quindi la lettera Shin, Sh, è 300, ed è equivalente al numero ottenuto sommando i valori numerici delle lettere della parola RVCh ALHIM, Ruach Elohim, lo spirito di Elohim; ed essa è quindi un simbolo dello spirito di Elohim. Per R = 200, V = 6, Ch = 8, A = 1, L = 30, H = 5, I = 10, M = 40 abbiamo un totale di 300. Similmente le parole AChD, Achad, Unità, Uno, e AHBH, Ahebah, amore, fanno ciascuna 13. Per A = 1, Ch = 8, D = 4, il totale è 13; e per A = 1, H = 5, B = 2, H = 5 il totale è sempre 13. E ancora il nome dell’angelo MTTRVN, Metatron o Methraton, e il nome divino ShDI, Shaddaï, fanno ciascuno 314; così l’uno è l’espressione simbolica dell’altro; infatti, è detto che l’angelo Metatron, di cui Dio disse “Il Mio Nome è in lui”, sia stato la guida dei figli d’Israele nel corso dell’esilio. In merito alla Gematria delle frasi abbiamo ad esempio (Gen. 49:10) [5], Yeba Shiloh [6], “Shiloh verrà” = 358, che è la numerazione della parola Messia. E il passaggio di Genesi 18:2, [7] Vehenna Shalisha, “Ed ecco, tre uomini”, equivale come valore numerico a Elo Mikhael Gabriel Ve-Raphael, “Questi sono Mikhael, Gabriel e Raphael”; per ciascuna frase il valore è 701.

Notaricon

Notaricon (ebr. נוטריקון) deriva dalla parola latina notarius, stenografo. Vi sono due forme di Notaricon. Nella prima ciascuna lettera di una parola è presa come iniziale o abbreviazione di un’altra parola, così che si può formare una frase dalle lettere di una parola. Quindi ogni lettera della parola Berashith, la prima parola della Genesi, è posta a iniziale di una parola, ottenendo Berashith Rahi Eloim Sheyequebelo Israel Torah: “In principio gli Elohim videro che Israele avrebbe accettato la legge”. Vi sono sei esemplari di Notaricon molto interessanti composti con questa stessa parola Berashith da Solomon Meir Ben Moses, un Cabalista Giudeo, che abbracciò la fede Cristiana nel 1665 e prese il nome di Prospero Rugers. Questi notaricon hanno tutti una tendenza cristianeggiante, e grazie ad essi Prospero convertì un altro Giudeo, che era stato uno strenuo oppositore della Cristianità. Il primo è Ben, Ruach, Ab, Shaloshethem Yechad Themim: “Il Figlio, lo Spirito, il Padre, la loro Trinità, Perfetta Unità”. La seconda è Ben, Ruach, Ab, Shaloshethem Yechad, Thaubodo, “Il Figlio, lo Spirito, il Padre, adorerete equamente la Loro Trinità”. Il terzo è Bekori Rashuni Asher Shamo Yeshuah Thaubodo: “Adorerete il Mio primogenito, il Mio primo, il cui nome è Gesù”. Il quarto è Beboa Rabban Asher Shamo Yeshuah Thaubado: “Quando verrà un Maestro il Cui Nome è Gesù lo adorerete”. Il quinto è Bethulah Raviah Abachar Shethaled Yeshuah Thrashroah: “Sceglierò una vergine degna di partorire Gesù, e la chiamerete benedetta”. Il sesto è Beaugoth Ratzephim Assattar Shegopi Yeshuah Thakelo: “Mi celerò nel pane cotto a legna, e voi mangerete Gesù, il Mio Corpo”. L’importanza Cabalistica di queste sentenze come supporto alle dottrine della Cristianità può difficilmente essere sovrastimata.

Temurah

Temurah (ebr. תְּמוּרָה) è permutazione. In base a certe regole, una lettera è sostituita con un’altra lettera che precede o che segue nell’alfabeto, e quindi da una parola può formarsi un’altra parola con un’ortografia totalmente differente. Così l’alfabeto è piegato esattamente a metà, nel mezzo, e una metà è messa sopra l’altra; sostituendo poi  alternativamente la prima lettera o le prime due lettere all’inizio della seconda linea, vengono prodotte ventidue commutazioni. Queste sono chiamate “Tavola delle Combinazioni di Tzirupa”, (tab. 1). A scopo esemplificativo viene dato il metodo chiamato Albath:

1110987654321
KITChZVHDGBA
MNSOPTzQRShThL
Tabella 1

Ciascun metodo prende il nome dalle prime due coppie che lo compongono, essendo il sistema di coppie di lettere la base del tutto poiché entrambe le lettere della coppia sono sostituite dall’altra lettera.

Così, per Albath, da RVCh, Ruach, si forma DTzO, Detzau. I nomi degli altri ventuno metodi sono: ABGTh, AGDTh, ADBG, AHBD, AVBH, AZBV, AChBZ, ATBCh, AIBT, AKBI, ALBK, AMBL, ANBM, ASBN, AOBS, APBO, ATzBP, AQBTz, ARBQ, AShBR e AThBSh. A questi debbono essere aggiunti i modi ABGD e ALBM. Poi vi è “La Tavola Razionale di Tziruph”, un altro insieme di ventidue combinazioni. Vi sono anche tre “Tavole delle Commutazioni”, conosciute rispettivamente come la Giusta, l’Avversa e l’Irregolare. Per comporle si fa un quadrato di 484 caselle, al cui interno si scrivono le lettere. Per la “Tavola Giusta” si scrive nella prima riga l’alfabeto da destra a sinistra; nella seconda fila di caselle si fa lo stesso, ma si inizia con R e si finisce con A; nella terza si inizia con G e si finisce con B; e così via. Per la “Tavola Avversa” si scrive l’alfabeto da destra a sinistra a ritroso, iniziando con Th e terminando con A; nella seconda riga si inizia con Sh e si termina con Th ecc. La “Tavola Irregolare” è troppo lunga da descrivere. In aggiunta a questi, vi è un metodo chiamato Thashraq, che consiste semplicemente nello scrivere una parola al contrario. Vi è ancora una forma molto importante, chiamata la “Cabala delle Nove Stanze”, o Aiq Bekar (tab. 2).

300 30 3 200 20 2 100 10 1
000 00 0 000 00 0 000 00 0
Sh L G R K B Q I A
600 60 6 500 50 5 400 40 4
000 00 0 000 00 0 000 00 0
M finale S V K finale N H Th M D
900 90 9 800 80 8 700 70 7
000 00 0 000 00 0 000 00 0
T finale Tz T P finale P Ch N finale O Z
Tabella 2

È stata inserita in alto la numerazione di ciascuna lettera per mostrare l’affinità tra le lettere in ciascuna stanza. A volte questo metodo è utilizzato come cifrario, prendendo parti della figura per mostrare le lettere che contengono, mettendo un punto per la prima lettera, due per la seconda, ecc. Così l’angolo destro, che contiene AIQ, risponderà per  Q se ha tre punti o cerchi in esso. E ancora, un quadrato risponderà per H, N, o K finale a seconda che abbia rispettivamente uno, due o tre punti posti dentro di esso. Così anche per le altre lettere. Ma ci sono molti altri modi per utilizzare la Cabala delle Nove Stanze. A mero scopo di esempio, attraverso il modo di Temurah chiamato Athbash, si trova che in Geremia  25:26, la parola ShShK, Sheshakh, simboleggia BBL, Babel. [8]. In aggiunta a tutte queste regole, vi sono alcuni significati nascosti:

  • nella forma delle lettere dell’alfabeto Ebraico;
  • nella forma di una particolare lettera alla fine di una parola quando è diversa da quella utilizzata normalmente quando è una lettera finale;
  • in una lettera scritta nel mezzo di una parola con un carattere generalmente usato solo alla fine;
  • in qualunque lettera scritta con un corpo più piccolo o più grande che nel resto del manoscritto, o in una lettera scritta capovolta;
  • nelle variazioni trovate nella compitazione di certe parole, che in alcuni posti hanno una lettera in più che in altri;
  • nelle peculiarità osservate nella posizione di punti o accenti, e in certe espressioni che si ritengono essere ellittiche o ridondanti.

Per esempio, la forma della lettera Ebraica Aleph, A (א), è detto simboleggiare una Vau, V (ו), tra una Yod, I (י), e Daleth, D (ד‎); quindi la lettera in sé rappresenta la parola IDV, Yod. Similmente la forma della lettera He, H (ה), rappresenta Daleth, D, con una Yod, I, scritta nell’angolo in basso a sinistra, ecc.

In Isaia 9:6-7 [9], la lettera M nel mezzo della parola Lemarbah (per moltiplicazione)  è scritta con il carattere per la M finale, invece che con la grafia mediana ordinaria. Così il valore numerico totale della parola, invece di essere 30 + 40 + 200 + 2 + 5 = 277, è 30 + 600 + 200 + 2 + 5  = 837, per la Gematria Tat Zal, il Datore di abbondanza. Ne consegue che la parola si carica di un diverso significato cabalistico.

In Deuteronomio. 6:4 e sgg. vi è la preghiera conosciuta come “Shema Yisrael”. Essa inizia così, ShMO IShRAL IHVH ALHINV IHVH AChD, Shemaa Yisrael, Tetragrammaton Elohino Tetragrammaton Achad: “Ascolta, Israele il Tetragrammaton Dio tuo è l’Unico Tetragrammaton”. In questo versetto la lettera O in ShMO, e la D in AChD sono scritte più in grande rispetto alle altre lettere del testo. Il simbolismo cabalistico implicito in questa occorrenza è così spiegato: la lettera O, essendo 70 il suo valore, mostra che la legge può essere spiegata in settanta modi differenti, e D = 4 rappresenta i quattro punti cardinali e le lettere del Santo Nome. La prima parola, ShMO, ha il valore numerico di 410, il numero degli anni di durata del primo tempio, ecc.

Vi è ancora da notare in merito alla prima parola della Bibbia, BRAShITh, Berashith, che le prime tre lettere, BRA, sono le lettere iniziali dei nomi delle tre persone della Trinità: Ben, il Figlio; Ruach, lo Spirito; e Ab, il Padre. E ancora, la prima lettera della Bibbia è B, che è la lettera iniziale di Berakhah, benedizione; e non A, che è quella di Arar, maledizione. E le lettere di Berashith, se si considera il loro valore numerico, esprimono il numero di anni che intercorre tra la Creazione e la nascita di Cristo, quindi: B = 2000, R = 200, A = 1000, Sh = 300, I = 10, e Th = 400, per un totale di 3910 anni. Pico della Mirandola dà il calcolo seguente per BRAShITh: unendo la terza lettera, A, alla prima, B, si ottiene AB, Ab = Padre. Se alla prima lettera raddoppiata, BB, si aggiunge la seconda lettera, R, abbiamo BBR, Bebar = nel o attraverso il Figlio. Se si leggono tutte le lettere eccetto la prima, si ottiene RAShITh, Rashith = l’inizio. Se si congiungono la quarta lettera, Sh, la prima, B, e l’ultima, Th, abbiamo ShBTh, Shebeth  = la fine del riposo. Se si prendono le prime tre lettere, esse formano BRA, Bera =  creato. Se, omettendo la prima, si prendono le tre seguenti, esse fanno RASh,  Rash = testa. Se, omettendo le prime due, si prendono le due che seguono, esse danno ASh, Ash =  fuoco. Se si uniscono la quarta e l’ultima abbiamo ShTh, Sheth = fondazione. E ancora, se la seconda lettera è messa prima della prima, abbiamo RB, Rab = grande. Se mettiamo la quinta e la quarta dopo la terza abbiamo AISh, Aish = uomo. Se uniamo le prime due con le ultime due otteniamo BRITh, Berith = alleanza. E se la prima è aggiunta all’ultima si ha ThB, Theb, utilizzato talvolta per TVB, Thob = buono. Considerando l’insieme di questi anagrammi mistici nel loro ordine, Pico ricavò dalla parola BRAShITh la frase seguente: Pater in filio (aut per Filium), principium et finem (sive quietum) creavit caput, ignem et fundamentum magni hominis fædere bono: “Nel Figlio il Padre ha creato la Testa che è l’inizio e la fine, il fuoco vitale e la fondazione dell’uomo superno (Adam Kadmon), attraverso la Sua giusta alleanza”. Che è una breve epitome degli insegnamenti del “Libro del Mistero Nascosto”.

La cabala dogmatica

La Cabala Dogmatica contiene la parte dottrinale. Esistono un gran numero di trattati di varie epoche e valori che vanno a formare la Cabala Scritta, tra cui i più importanti sono il Sepher Yetzirah e i suoi correlati e lo Zohar con gli sviluppi e i commentari.

Sepher Yetzirah

Il Sepher Yetzirah (ebr. ספר יצירה), o “Libro della Formazione”, è ascritto secondo i mistici al patriarca Abramo. Secondo gli storici moderni, la sua nascita è dibattuta; alcuni ritengono sia di origine medievale, mentre altri ne assegnano la genesi al periodo talmudico. Esso tratta della cosmogonia così come simbolizzata dai dieci numeri e dalle ventidue lettere dell’alfabeto, detta dei “trentadue sentieri”. Su questi in seguito Rabbi Abraham Ben Dior scrisse un commentario mistico. Il termine “sentiero” è utilizzato nella Cabala a significare un’idea geroglifica, o piuttosto la sfera delle idee, che può essere associata a ogni glifo o simbolo. Dell’opera esistono molti manoscritti, generalmente categorizzati come Versione Breve e Versione Lunga, tutti ampiamente redatti e commentati in un periodo che va dal tredicesimo al dociottesimo secolo. La prima edizione a stampa (in ebraico) è quella mantovana del 1562.

Zohar

Lo Zohar (ebr. זֹהַר), o “Splendore” è considerato il trattato più importante della Cabala. È in forma di un commentario mistico della Torah (i cinque libri di Mosè o Pentateuco), scritto in Aramaico ed Ebraico medievali. Esso tratta della natura di Dio, dell’origine e della struttura dell’universo, della natura delle anime e di altri argomenti correlati. Lo Zohar non è un libro, ma piuttosto un gruppo di testi che integra interpretazioni scritturali, teologia e misticismo.

Asch Metzareph

Lo Asch Metzareph, o “Fuoco Purificatore”, è ermetico ed alchemico, e tratta del rapporto tra metalli e pianeti. Scritto probabilmente tra il sedicesimo e diciassettesimo secolo, fu pubblicato in latino da Knorr Von Rosenroth nel suo Kabbalah Denudata. Il testo originale ebraico non è sopravvissuto.


[1] Il Secondo Tempio (o Tempio di Erode) fu la ricostruzione del primo tempio giudaico di Gerusalemme distrutto dai babilonesi nel 587 a.C.

[2] Il Talmud (insegnamento) fa parte di un corpo di scritture che raccoglie la tradizione della Torah, la legge orale. Esso è un commentario della Mishna (da una radice che significa “ripetere”, giacché solo la ripetizione consente di memorizzare quello che è insegnato), che contiene le leggi e le tradizioni orali. La Mishna è suddivisa in sei ordini che trattano rispettivamente dei modi di santificare il lavoro, del sabato e delle festività, del diritto matrimoniale, del diritto civile e penale, del culto sacrificale e delle purezze e impurità rituali.

[3] I gaonim erano i capi di due accademie religiose di Babilonia al tempo della cattività degli ebrei, chiamati a pronunciarsi sulla Legge ogniqualvolta il Talmud non avesse fornito risposte di fronte ai nuovi problemi che si ponevano in quel periodo.

[4] Dal gr. “metathesis”: trasposizione. Figura grammaticale che consiste nella trasposizione di elementi fonetici in una parola o in una frase.

[5] Uno dei versi della Genesi riguardanti il Messia annunciato: “Lo Scettro dai suoi piedi non sarà rimosso da Giuda, né dal Legislatore, finché non sia venuto colui al quale appartiene; a lui sarà data l’ubbidienza dei popoli.”

[6] La seconda parte di Genesi 49:10, che nella versione riveduta della Bibbia viene tradotta come “… finché venga Colui che darà il riposo”, in alcune versioni è riportata diversamente: “… finché egli non sia venuto a Shiloh, avendo l’ubbidienza dei popoli.” Shiloh (ebr. שִׁילוֹ) è un antica città della Samaria, la regione centrale del vecchio Israele. Il suo significato è incerto; a volte viene tradotto come un titolo messianico oppure come “pacificatore”. Secondo alcuni esegeti cristiani il verso profetizza la venuta del Cristo.

[7] Fa parte dei versi della Genesi sull’intercessione di Abramo per Sodoma: “Ed egli, alzati gli occhi, riguardò, ed ecco, tre uomini si presentarono a lui; e come egli li ebbe veduti, corse loro incontro dall’entrata del padiglione, e s’inchinò verso terra.”

[8] Il versetto fa parte del capitolo sul Castigo di Babilonia: “E a tutti i re di Settentrione, vicini o lontani, dall’uno all’altro; e a tutti i regni della terra che sono sopra la sua faccia; il re di Sheshakh ne berrà anch’egli dopo di loro”. La bevanda è il vino dell’ira (Ger. 25:15) e Babel è il nome Ebraico di Babele, cioè Babilonia.

[9] Isaia 9:6, venuta e potenza del Messia: “Vi sarà senza fine accrescimento di governo e di pace sopra il trono di Davide, e sopra il suo regno, per stabilirlo e giudicarlo, ora e sempre. La gelosia del Signore degli eserciti farà questo.” Isaia 9:7, minacce contro il regno di Israele: “Il Signore ha mandato una parola contro Giacobbe, ed ella cadrà sopra Israele”.