Il significato della retrogradazione nel destino individuale

Pubblicato su Quora
La convinzione nasce dal concetto stesso di “retrogrado”, che applicato alla realtà planetaria è percepito come “avverso” al normale senso antiorario dei pianeti quando in moto diretto e di conseguenza allo svolgersi lineare del proprio destino. I risvolti interpretativi della retrogradazione non rispecchiano tuttavia questa semplificazione nel giudizio.
Un pianeta è detto in moto retrogrado quando, a causa della diversa velocità angolare della Terra, sembra procedere all’indietro lungo l’eclittica (la fascia zodiacale). In linea generale, e per quanto riguarda l’interpretazione del tema natale, la letteratura astrologica sia antica che moderna è critica sui significati della retrogradazione, quando se ne parla, perché l’argomento non è fra i più trattati.
William Lilly, parafrasando Guido Bonatti, nel suo Anima Astrologiae afferma che i pianeti retrogradi significano “danni, discordia, contraddizione” [1]; al contrario, trattando del ritrovamento di oggetti rubati nei suoi aforismi di astrologia oraria, lo stesso autore ci informa che se il significatore della questione è retrogrado sulla Luna o sul Signore dell’Ascendente, il ritrovamento sarà rapido [2]. Qui vediamo un cambio di orientamento sul significato del pianeta retrogrado in base al campo di applicazione, nella fattispecie l’astrologia oraria.
La moderna interpretazione astrologica non si discosta di molto dal giudizio degli autori antichi sulle influenze spesso negative dei pianeti retrogradi, considerandoli in grado di indebolirne la normale dinamica. Se prendiamo per buone le risultanze statistiche, risulta che la frequenza dei pianeti retrogradi nei temi di personaggi celebri o dotati di particolari doti artistiche, scientifiche, ecc., è inferiore alla media generale; tuttavia, nel caso dei centenari, si nota una prevalenza di Saturno retrogrado [3].
Se parliamo di transiti, il pianeta retrogrado suscita un interesse interpretativo quando, dopo il moto diretto sul pianeta natale, effettua un ulteriore passaggio in senso inverso per poi riprendere la direzione abituale. In questo caso, abbiamo a che fare con tre transiti: il primo simboleggia l’attivazione di una dinamica interiore o di un evento; nel secondo passaggio retrogrado abbiamo come un ripensamento, o una battuta d’arresto dovuta a un’errata impostazione iniziale riguardo all’evento stesso; il terzo passaggio nuovamente in moto diretto sancisce il successo se siamo stati in grado di correggere i nostri errori, o in caso contrario la necessità di ricominciare da capo.
In merito ai pianeti lenti, l’impatto critico è più profondo, perché il destino personale spesso si intreccia con l’ambito sociale e generazionale che condivide questi lunghi periodi (Giove, Saturno, Urano, Nettuno e Plutone ogni anno circa sono retrogradi per quattro-cinque mesi). Naturalmente molto dipende dagli aspetti concomitanti e dallo stato generale del tema, e questo vale anche per i transiti.
Nella cosiddetta astrologia karmica il discorso sostanzialmente non cambia. L’unica differenza è data dalla considerazione che i tratti negativi portati dalle retrogradazioni avrebbero origine dai comportamenti ereditati in vite precedenti; nel caso di pianeti retrogradi con aspetti positivi concomitanti, i caratteri negativi non sono così ardui da trasformare; viceversa, essi diventano parte integrante della personalità e sono difficili da estirpare [4].
Quali conclusioni possiamo trarre da questo succinto excursus? Se evitiamo di soffermarci esclusivamente sulle risultanti della retrogradazione, vale a dire gli eventi percepiti come avversi e negativi, scopriamo che essa è un potente strumento di sviluppo evolutivo, messo in moto dalle prove anche difficili che ci costringe ad affrontare. Ricordiamoci che il bersaglio delle configurazioni astrologiche è sempre l’essere umano, unico responsabile del suo destino. Risolvendo le retrogradazioni, portiamo luce nei meandri del nostro inconscio, che in caso contrario rimarrebbe di ostacolo alla piena comprensione dell’essere e del suo scopo su questo piano di esistenza.
[1] William Lilly – Anima Astrologiae – London 1676, Considerazione 25.
[2] William Lilly – Christian Astrology – London 1659, p. 357.
[3] H. J. Gouchon – Dizionario di Astrologia – Milano 1980, p. 662 sgg.
[4] D. K. De Bizemont – Astrologia karmica – Milano 1984, p. 126.
Rispondi