Il concetto di afflizione planetaria nell'astrologia moderna

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L’idea di ‘afflizione planetaria’ è un’eredità dell’astrologia classica. Sebbene raramente utilizzata nell’interpretazione moderna, viene ancora presa in considerazione nei temi Orari o Elettivi.

La parola ‘afflizione’ fa riferimento alle debilità essenziali o accidentali, secondo la definizione che ne ha dato per la prima volta Morin de Villefranche nella sua opera Astrologia Gallica. Il termine debilità essenziale significa che lo stato negativo del pianeta è associato alla sua posizione in un segno non confacente, vale a dire in un segno dove risulta in Caduta, in Esilio o Peregrino (si considera Peregrino un pianeta in posizione neutrale, ad esempio Marte in Gemelli). Talvolta i pianeti retrogradi sono interpretati come facenti parte dello stesso schema, così come i pianeti in Feralità (senza alcun aspetto).

Le debilità accidentali si riferiscono invece a fattori negativi che sono esterni al pianeta stesso, o a circostanze che impediscono al pianeta di raggiungere i suoi obiettivi. Esse includono:

  1. Aspetti negativi con altri pianeti, specialmente con quelli lenti e semilenti, in particolare se il piccolo e il grande malefico (tradizionalmente Marte e Saturno) sono indeboliti per posizione.
  2. Pianeti in moto rallentato, cioè prossimi alla retrogradazione.
  3. Pianeti in dodicesima, ottava e sesta Casa, sebbene alcuni autori non concordino con l’azione malefica della dodicesima Casa.
  4. Pianeti tra gli 8 e i 17 gradi di arco dal Sole, chiamati combusti o ‘bruciati dal Sole’. Abbastanza curiosamente, quando il pianeta è prossimo al Sole o in congiunzione con uno scarto non superiore ai 16′ (cazimi), è considerato in dignità, tranne che nel caso di Marte.
  5. Pianeti congiunti al Nodo Sud (Coda del Drago) o vicini ad Algol (Beta Perseus, 25° 12′ Toro).
  6. Pianeti nella ‘via combusta‘ (da 13° Bilancia a 9° Scorpione).

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