Assioma: Principio certo per immediata evidenza e costituente la base per l’ulteriore ricerca (Treccani).

Pubblicato su Quora
In senso stretto è assiomatica perché si basa sulla pura intuizione di una realtà in cui la visione oggettiva – nella fattispecie la sfera celeste come si presenta dall’osservatorio terra – e la percezione soggettiva unita ai processi mentali, concorrono nel costruire le fondamenta della nostra esperienza del reale. Sulla base di questa formulazione unitaria diventa allora possibile affermare che il cielo (ciò che sta in alto) non è altro che la nostra organizzazione interiore (ciò che sta in basso), resa esteriormente perché noi viviamo in un ambito dualistico. Questo non significa che non esiste una realtà, bensì che la consapevolezza dell’osservatore è parte integrante della realtà stessa.
Si attesta anche un’astrologia sperimentale, che nasce più che altro da un tentativo di giustificazione nei confronti della scienza moderna. In tale scenario l’utilizzo del dato statistico relativo alle configurazioni astrologiche, che certo è legittimo quando è usato come supporto per l’affinamento della comprensione simbolica, non tiene conto del fatto che noi abbiamo a che fare con individualità irripetibili che, a parità di configurazioni oroscopiche, sottostanno a eventi non riconducibili a un modello statistico. Per fare un esempio, il fatto che negli oroscopi dei militari di carriera si riscontri Marte (il dio della guerra) come pianeta dominante con una frequenza statistica significativa, non significa che chi ha Marte dominante avrà una carriera nell’esercito.
Per terminare, l’astrologia sperimentale (detta propriamente scientifica) non può fare a meno di postulare un nesso causale tra pianeti ed esseri umani, contravvenendo così alla visione olistica di cui sopra.
Commento
Il problema di questa visione è che o fa previsioni, o non ha senso. Se una configurazione astrologica è associata a una qualche caratteristica, devo vederla, anche solo statisticamente. Se non la vedo, la previsione astrologica non mi dice nulla. Dire che qualcosa “non è riconducibile ad un modello statistico” è come affermare che non è in grado di dirmi assolutamente nulla. Ad esempio, “negli oroscopi dei militari di carriera si riscontro Marte”. L’“effetto Marte” è l’unico esempio in cui sembrava esserci una corrispondenza tra previsioni astrologiche e dati statistici, tra le decine esaminate dai Gauquelin nei loro studi. Anche questo si è rivelato essere un artefatto statistico, ma comunque gli stessi autori non trovano nessun’altra delle corrispondenze astrologiche.
Risposta al commento
Non è che l’astrologia non sia in grado di fare previsioni perché non è associabile a un dato statistico: l’astrologia fa previsioni principalmente centrate sull’irripetibilità dell’individuo. Se si decide, come ha fatto Gauquelin, di esaminare un campione statistico di individui per verificare lo scostamento di una configurazione rispetto alla distribuzione media, in presenza di certi aspetti si rileva un picco significativo; ma non essendovi una corrispondenza biunivoca, tuttalpiù posso utilizzare la statistica per evidenziare una tendenza.
L’astrologia è come un organismo le cui parti sono strettamente interconnesse e funzionali solo nell’insieme dell’organismo stesso; di conseguenza non posso isolare un elemento e farne strumento di indagine senza inficiare il risultato complessivo. Se a questo aggiungiamo che l’oroscopo mette in luce i potenziali e non gli eventi in sé, per ottenere una previsione realistica devo anche conoscere l’ambito ereditario e culturale in cui la persona nasce e cresce e ha la possibilità di esprimersi. Per rifarci al nostro esempio, Marte al meridiano nell’oroscopo di un nato la cui famiglia o cultura di riferimento ha bandito gli istinti ‘predatori’ difficilmente originerà un militare in carriera, quanto piuttosto un individuo la cui iniziativa è al servizio dell’elevazione sociale o professionale, se gli altri fattori dell’oroscopo consentono tale interpretazione.
In merito alla questione dell’irrilevanza statistica di configurazioni diverse da quella marziana mi preme rilevare che il simbolismo di Marte è, nella maggior parte dei casi, strettamente unidirezionale, ovvero fornisce una reazione ben determinata, quasi istintiva agli stimoli esteriori; di conseguenza il suo spettro di manifestazione è più ristretto rispetto a quelli originati da altri simbolismi planetari ed è più facilmente isolabile. Beninteso questa è una supposizione, ma mi pare plausibile.
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