Presenza della mente nelle attività quotidiane

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Questo non è un esercizio circoscritto alla seduta di pratica, come l’osservazione del pensiero della sessione precedente; si tratta piuttosto di un’attitudine che va coltivata e sperimentata nella vita di tutti i giorni, nelle attività della sfera privata, familiare e professionale. Il fatto che non sia necessario ritagliare uno spazio del nostro prezioso tempo non ne facilita l’esecuzione; anzi, le possibilità di distrazione si moltiplicano in modo esponenziale, andando di pari passo con le emozioni, i sentimenti, i pensieri ostinati che si frammischiano continuamente al nostro agire quotidiano.

Iniziate col disciplinare i pensieri quando svolgete una qualunque attività. La mente dev’essere presente a quello che si sta facendo, non importa quanto sia importante il lavoro svolto; si deve dedicare attenzione anche ai compiti apparentemente insignificanti, senza divagare o perdersi in elucubrazioni. Ad esempio, se si svolge un’attività professionale, la mente deve essere concentrata sull’attività svolta; quando si guida, si guida; tornati a casa, tutto ciò che non fa parte della vita privata va messo da parte. Altrettanto importante è rafforzare la capacità di realizzare i propri obiettivi, di far coincidere l’ideazione con l’azione, evitando per quanto possibile di eccedere nei sogni ad occhi aperti.

Sembra un compito piuttosto arduo, e in effetti lo è, ma non è quello che si richiede al Livello I. Ciò che ci si attende qui è una certa abilità nel disciplinare il pensiero per periodi limitati di tempo, cinque-dieci minuti in cui si pone realmente attenzione al lavoro svolto, focalizzando l’attenzione e la consapevolezza dove è necessario. In questo modo l’esercizio diviene simile a quello precedente, con la differenza che in questo caso non ci si limita a osservare il flusso mentale, ma lo si ignora concentrandosi sull’attività svolta fisicamente.

La finalità della pratica è di essere presenti a se stessi nelle varie fasi dell’attività quotidiana; è un prerequisito non solo per la realizzazione magica, ma anche per lo sviluppo di una mente affilata ed efficiente. Nel buddhismo tantrico si parla ad esempio di integrare la pratica nelle consuetudini giornaliere, cioè di fare in modo che ogni circostanza della vita divenga un’occasione di pratica: si parte da una condizione di rilassamento, ma i sensi rimangono vigili e presenti, perché sono le porte della chiarezza. In questo modo la propria energia e l’esperienza esteriore si compenetrano e divengono un tutt’uno. Per giungere a tanto, tuttavia, è necessario perseverare; infatti, Bardon consiglia di mantenere l’esercizio per tutta la vita, perfezionandolo mano a mano. Ma per gli scopi di questo Livello, e prima di passare all’esercizio mentale successivo, una settimana di pratica dovrebbe essere sufficiente.